John Lennon con la sua Imagine evoca con forza e dolcezza un mondo in cui le divisioni create dal Capitalismo e dalle Religioni, si sciolgono come per lasciar posto ai valori dell’uguaglianza e delle diversità in grado di convivere in armonia.
Il singolo fu pubblicato l’11 novembre 1971 come estratto dall’omonimo album. Fu coprodotto da John Lennon e Yoko Ono con il produttore discografico Phil Spector.
Venne inciso nello studio personale dell’artista a Tittenhurst Park Ascot nel maggio 1971. Dal 2017 il brano è ufficialmente accreditato a John Lennon e Yoko Ono. In quell’anno la canzone diede spunto ad un libro per bambini con traduzione di Altan (https://www.galluccieditore.com/libri/libri-illustrati/imagine/906/)
John Lennon: la composizione di Imagine
Il brano che fu posizionato al terzo posto dalla rivista Rolling Stones, come una di quelle canzoni più belle di tutti i tempi, fu composto nello studio di Lennon con il suo pianoforte Steinway.
Egli inoltre prese ispirazione da un libro di poesie di Yoko Ono dal titolo Grapefruit:
Immagina le nuvole gocciolanti, scava un buco nel tuo giardino per raccoglierle
Yōko Ono, Cloud Piece
Inoltre in un’intervista del dicembre 1980 concessa a David Sheff di Playboy dichiarò:
«Il concetto di preghiera positiva. […] Se puoi “immaginare” un mondo in pace, senza discriminazioni dettate dalla religione – non senza religione, ma senza quell’atteggiamento “il mio Dio-è-più-grande-del-tuo-Dio”, allora può avverarsi. […] Una volta il Consiglio ecumenico delle Chiese mi chiamò e mi chiese: «Possiamo usare il testo di Imagine e cambiarlo semplicemente in Imagine one religion al posto di no religion?» Ciò mi dimostrò che non lo capivano affatto. La modifica avrebbe affossato l’intero scopo della canzone, l’intera idea.»
Nell’ottobre del 1971 fu pubblicata dalla Apple Records negli Stati Uniti. il verso Imagine there’s no heaven (“Immagina che non ci sia un paradiso”) venne molto criticato dai vari gruppi religiosi.
Egli ammise che la canzone pur veicolando un contenuto forte ottenne un ottimo successo commerciale. L’artista definì Imagine come «Anti-religiosa, anti-nazionalistica, anti-convenzionale, anti-capitalista, ma poiché coperta di zucchero, la canzone viene accettata.”
E aggiunse infine: “Adesso capisco come bisogna fare: dare i propri messaggi politici insieme a un po’ di miele”.
L’album Imagine fu accompagnato da un film nel 1972 nel quale appaiono le celebri immagini davanti al pianoforte a coda bianco.
Il brano colpì con forza l’immaginario collettivo all’epoca segnato dalla Guerra nel Vietnam e dalla Guerra Fredda. Il cantautore sognava un mondo libero dall’oppressione del denaro, della religione, dei governi. Egli dichiarò di aver fatto riferimento al Manifesto del Partito Comunista, quindi il suo brano non poteva essere definito solo un inno pacifista.
Oggi osservando il mosaico dello Strawberry Fields Memorial, zona di Central Park, che reca la scritta Imagine in suo onore, abbiamo ancora la forza di sognare? Proprio in quel punto John fu assassinato nel 1980 da Mark David Chapman. Un colpo di pistola pose fine a quei sogni, ma la musica è rimasta la sua eredità.
Potrà mai la forza di un pensiero radere al suolo con quella stessa dolcezza il mondo attuale per ricostruirlo senza confini, senza odi religiosi, senza proprietà privata e senza l’oppressione politica?