La Sydney Opera House svetta nel porto come una flotta di barche a vela che fluttuano nel vento.
Era il 1955 quando il governo australiano indisse una gara per la progettazione di un nuovo teatro dell’opera.
Il progetto che vinse è quello poi realizzato e divenne fin da subito un’icona mondiale che rappresenta e caratterizza oggi giorno un’intera nazione: l’Australia.
Fu la regina Elisabetta II che inaugurò il 20 ottobre 1973 la sala da concerto della Sidney Opera house, tra ali di folla festanti, che allora come poi ogni anno, nella sera dell’inaugurazione si accalca sul lungomare al calar delle tenebre per ammirare un impressionante spettacolo con le luci laser che infrangendosi sulle vele della struttura ne mettono in risalto l’avveniristica sagoma.
L’apertura fu trasmessa in mondovisione, con a corollario, come se non bastasse, uno spettacolo di fuochi d’artificio succeduti all’esecuzione della Nona sinfonia di Beethoven.
La Sidney Opera House compie cinquant’anni
Visitata da circa 11 milioni di persone all’anno, la Sydney Opera House ha organizzato una serie di eventi per raccontare la sua complessa storia.
A cominciare dal fatto che il suo architetto, il danese Jorn Utzon, non mise mai piede nell’edificio da lui progettato.
Nel 1956 infatti egli vinse un concorso, primeggiando tra altri 232 candidati.
Evento che l’anno successivo lo portò a trasferirsi in Australia con la famiglia per iniziare l’effettiva messa in opera.
Ma nel 1966 però, Jorn Utzon lasciò il cantiere, le cui strutture portanti erano quasi del tutto state completate, e abbandonò l’Australia per profondi disaccordi sulla visione d’insieme, sul budget e sul finanziamento del progetto, che fu completato e modificato, soprattutto negli interni del teatro, da altri professionisti.
Jorn Utzon non è mai più tornato in Australia e morì a Copenaghen nel 2008, un anno dopo la dichiarazione della Sydney Opera House di patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, come un “capolavoro dell’architettura del XX secolo.
Una struttura costata 102 milioni di dollari
La Sidney Opera House, costruita in un’area che anticamente ospitava un enorme deposito per tram, è costata 102 milioni di dollari. Sua caratteristica inconfondibile è il rivestimento esterno, che con il tempo è entrato a far parte del panorama urbano di Sydney.
Sembra che Utzon, nel progettarlo, si sia ispirato alle cime ondulanti dei faggi tipici dei boschi della sua Danimarca. Il tetto del teatro, con le sue vele, è formato da gusci composti da “costole” di calcestruzzo ricoperti di piastrelle bianche.
È stato stimato che sono state utilizzate circa 2.400 “costole” prefabbricate, costruite in cantiere e poi montate sull’edificio. La struttura possiede più di mille fra sale da concerti e stanze per altre attività.
Il fulcro invece della Sidney Opera House è la Concert Hall, con 2.679 posti a sedere e interni in legno. Sua peculiarità è l’enorme organo a canne, uno tra i più imponenti al mondo e costato 1,2 milioni di dollari.
Il vero teatro dell’opera, però, è la seconda sala più grande della struttura, quella che può ospitare fino a 1.500 persone e ha sedili in legno di betulla.
Ci sono poi altre due sale principali, che vengono usate prevalentemente per le rappresentazioni teatrali, e hanno rispettivamente 544 e 398 posti. Infine c’è il cosiddetto Studio, uno spazio creativo usato prevalentemente per DJ set e feste.
La Sidney Opera House organizza una media di 2mila spettacoli nei suoi 363 giorni di apertura all’anno e accoglie una media di 1,5 milioni di spettatori.
Al suo interno si tengono concerti di musica classica e contemporanea, pièce teatrali e manifestazioni culturali e artistiche di vario genere.
Nelle sale del teatro hanno risuonato le note di Bach e sono andate in scena opere come “Il barbiere di Siviglia”, “La Traviata” e “Rigoletto”. Lì, inoltre, si sono esibiti artisti del calibro di Ella Fitzgerald, Bryan Adams, Luciano Pavarotti e tanti altri.
Patrimonio dell’umanità Unesco
La Sidney Opera House è oggi considerata uno dei monumenti più importati al mondo e, con i suoi milioni di visitatori ogni anno, è il sito più popolare in Australia.
L’importanza della struttura, inoltre, è stata sottolineata in più d’una occasione e con diversi riconoscimenti. Nel 2003, per aver progettato il teatro, a Utzon è stato consegnato il premio Pritzker.
Al momento della premiazione, un giudice del concorso disse che l’architetto danese aveva “realizzato un edificio molto più avanti dei tempi, molto più avanti della tecnologia disponibile, un edificio che ha cambiato l’immagine di un intero Paese”.
Un altro importante riconoscimento è arrivato nel 2007, quando la Sidney Opera House è diventata patrimonio dell’umanità Unesco.
Secondo gli esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, la struttura è “di per sé uno dei capolavori indiscutibili della creatività umana, non solo nel ventesimo secolo, ma nella storia dell’umanità”.