Escher, pittore olandese, nel 1923 si trasferì a Roma per cogliere pienamente la bellezza della città eterna. In occasione di questo centenario, Arthemisia gli rende omaggio con una grande mostra che si terrà a Palazzo Bonaparte a Roma, dal 31v ottobre al 1 aprile 2024.
La sera (…) disegnavo la meravigliosa, bellissima architettura di Roma di notte,
che mi piaceva di più di quella alla luce del giorno.
Le passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma.
M. C. Escher
300 opere nelle quali è raccolto tutto lo scibile dell’artista, che spaziò tra la matematica, la geometria, la scienza, il design, la grafica e riuscì così a conquistare un pubblico molto vasto.
La mostra è patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dall’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
I principali sponsor della mostra sono Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale. Tra i media partner la Repubblica e Urban Vision, partner Mercato Centrale Roma e hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville.
Inoltre la mostra Escher fa parte del progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato con Komen Italia, charity partner della mostra, il cui scopo è quello di fondere bellezza e prevenzione, arte e salute. Una parte degli incassi sarà devoluta da Arthemisa per la realizzazione di specifici progetti per la salute delle donne. Komen inoltre si prepara inoltre al venticinquesimo anno di Race for the cure che si terrà a maggio 2024.
Escher e i suoi capolavori
Tra le opere in mostra Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre. Inoltre, potrai trovare una ricostruzione dello studio di Baarn in Olanda con gli strumenti originali con i quali il Maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher portò con sé nel suo peregrinare per l’Italia.
Dal 1923 al 1935, Escher visse e lavorò al civico 122 di via Poerio, nel quartiere di Monteverde vecchio. Fu particolarmente prolifico nella produzione di litografie e incisioni di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella notturna, alla luce fioca di una lanterna che potrai rivivere attraverso la serie completa dei 12 “notturni romani” prodotta nel 1934 – tra cui “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere”, “Piccole chiese, Piazza Venezia”, “Santa Francesca Romana”, “Il dioscuro Polluce” , Roma (e il Grifone dei Borghese) del 1927, San Michele dei Frisoni, Roma (1932) e Tra San Pietro e la Cappella Sistina (1936).
Il percorso espositivo si divide in 8 sezioni:
Gli inizi
In questa sezione Escher appare influenzato dall’Art nouveau. Possiamo trovare 28 xilografie che compongono il libro XXIV Emblemata dat zijn zinne-beelden, cioè XXIV Emblemi, con massime in versi, una delle tre opere di Escher in qualità di illustratore.
Italia
Il legame di Escher con il nostro Paese è indissolubile ed ebbe molta influenza sulla sua opera. Qui si sposò, creò una famiglia, ebbe i primi successi professionali, come emerge anche dai suoi diari dalle sue fotografie. L’Italia impresse un’impronta molto forte anche quando l’artista ebbe una svolta verso l’astrattismo. Lasciò l’Italia nel 1935 a causa della crescente oppressione del movimento fascista. Si trasferì dapprima in Svizzera, poi nel 1937 a Uccle in Belgio, e infine nel 1941 a Baarn, nei Paesi Bassi.
Tassellature
Quando nel 1936, Escher soggiornò a Granada, in Spagna e visitò l’Alhambra, fu colpito dalle elaborate decorazioni geometriche in stile moresco e cominciò ad interessarsi alle tassellature, figure geometriche ripetute all’infinito senza sovrapposizioni e senza lasciare spazi vuoti, poligoni, regolari o meno, che possono avere anche lati curvilinei.
Sono stati identificati 17 diversi tipi di simmetrie che permettono di suddividere il piano. Di queste simmetrie, Escher costituì un catalogo di 137 acquarelli, numerati e archiviati secondo un suo proprio schema logico, da usare come motivi per eseguire tassellature e metamorfosi.
L’uso delle tassellature diventerà un tratto distintivo della sua arte, in cui fantasia, geometria e soggetti figurativi sono sapientemente combinati. Fu proprio da questo momento, che Escher si dedicherà alla rappresentazione di scene astratte, di ispirazione geometrico-matematica.
Metamorfosi
Dallo studio delle tassellature Escher darà vita al ciclo delle Metamorfosi. La xilografia Metamorfosi II (1939-1940), uno dei suoi capolavori, è infatti un universo circolare in cui un una lucertola può progressivamente diventare la cella di un alveare o un pesce tramutarsi in uccello che a sua volta si trasforma in un cubo e poi in un tetto.
A volte nelle metamorfosi possono interagire elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione.
L’artista prova così il desiderio di rappresentare l’illimitato attraverso la suddivisione infinita del piano.
Struttura dello spazio
L’interesse di Escher per la geometria lo porterà allo studio delle sfere. La sua opera più famosa è Mano con sfera riflettente del 1935. Per l’artista la sfera, racchiude in sé tutto lo spazio circostante riflettendolo. Al cui centro si staglia proprio colui che la guarda; l’uomo è dunque il centro di questo universo.
Paradossi geometrici
Nel 1954, avviene un’altra svolta importante nella carriera di Escher. Vengono esposte alcune sue stampe durante il Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam. Da quel momento il suo lavoro viene sempre più apprezzato dalla comunità scientifica e l’artista inizia un dialogo molto stretto con matematici e cristallografi.
Tale dialogo sarà costruttivo per la ricerca di strutture impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito. Tra le opere più famose ricordiamo Salire e Scendere, Belvedere, Cascata, Galleria di stampe, o ancora Relatività. Questi capolavori riflettono un aspetto essenziale dell’arte dell’artista: il suo complesso rapporto con la matematica, la geometria e il tema della riproduzione grafica dell’infinito.
Lavori su commissione
In qualità di grafico Escher nel corso della sua carriera ha avuto una serie di lavori su commissione. In questa sezione troviamo biglietti d’auguri, design per loghi, francobolli, articoli pubblicitari per i quali il grafico fa un largo e sapiente uso delle tassellature.
Eschermania
La popolarità di Escher crebbe negli anni 50 e ispirò un movimento Hippy americano che riproduceva le opere dell’artista su magliette e altri gadget in chiave psichedelica. In questa sezione possiamo pertanto trovare parecchia oggettistica ispirata allo studio dell’artista.
Informazioni e prenotazioni
Se vuoi vedere questa mostra puoi trovare ulteriori informazioni sui seguenti siti:
Arthemisia | Mostre Palazzo Bonaparte | Roma