Uno scheletro lungo l‘Appia antica, la regina delle consolari, alimenta ancora di più l’alone di mistero che avvolge la strada che al tempo degli antichi romani portava a Brindisi.
Uno dei tanti misteri che la via ha svelato durante tutti questi anni, nei quali, dal suo stato pressoché di abbandono, ha di nuovo avuto il suo momento di splendore, grazie ai numerosi interventi da parte di team specializzati con l’utilizzo di fondi pubblici.
Il nuovo ritrovamento è avvenuto grazie ad uno scavo nel Castrum Caietani, esattamente difronte o quasi il mausoleo di Cecilia Metella che da solo, come ama dire una famosa guida turistica quando parla di ristoranti, vale il viaggio.
Ma la regina di tutte le vie ama evidentemente adornare la nuova se stessa, nella rilettura moderna che i nostri tempi le stanno dando, con sempre nuovi orpelli che ogni volta vanno ad aggiungere un ulteriore piccolo tassello per raccontarci qualcosa in più, svelandone così un altro mistero.
Si tratta questa volta di uno scheletro, la cui certezza nella datazione, ormai lo abbiamo imparato insieme, sarà svelata solo dopo l’approfondimento strumentale atto a rilevare il carbonio 14.
Nell’attesa, la comunità scientifica è comunque in fermento ma lo sono anche gli appassionati o gli occasionali frequentatori domenicali del parco dell’Appia Antica.
Quelli che in bicicletta, come me, approfittando del meteo favorevole, benché decisamente rigido nelle temperature, percorrono tutt’ora brevi tratti della famosa consolare, facendosi stupire ogni volta dallo spettacolo che l’area offre, rifocillandosi poi, perché la cultura, specie se rincorsa in bicicletta, crea quel buco allo stomaco che sull’Appia Antica, può essere efficacemente colmato solo con una porzione di carbonara.
Cosa c’entra dirà il mio affezionato lettore di questa rubrica del mistero?
Eh, ci sta tutta la digressione sulle mie saltuarie passeggiate domenicali, perché proprio poco tempo fa, dopo un refresh nel mausoleo di Cecilia Metella, dove amo ogni tanto tornare, ho parcheggiato la mia bici in quello che al momento mi parve un posto a caso lungo la regina viarum ma che ora, alla luce dei nuovi accadimenti, si è rivelato tutt’altro.
Temo di aver lambito il luogo del riposo eterno del misterioso scheletro ritrovato perché le coordinate sommarie che la soprintendenza ha diramato alla luce del suo ritrovamento, corrispondono più o meno al luogo del mio parcheggio, vista l’ora, pro carbonara.
Per i malpensanti, ma credo proprio di non averne tra i miei lettori, c’è appena bisogno di sottolineare come il mio posteggio a due ruote sia avvenuto in un’area consentita a tale scopo, dotata naturalmente degli appositi stalli per biciclette, nelle immediate vicinanze, per chi volesse controllare di persona trovandosi a transitare, del Giardino di Giulia e Fratelli, la cui insegna d’altri tempi ha stuzzicato la mia curiosità oltre che il mio appetito, convincendomi alla sosta che allora ignoravo essere di fatto al capezzale del misterioso scheletro.
Uno scheletro misterioso riaffiora lungo l’Appia Antica
Uno scheletro umano trovato dunque realmente pochi centimetri sotto il livello stradale.
Una scoperta che a ben guardare, se fosse stata fatta ad altre latitudini, avrebbe sicuramente insinuato dei dubbi circa la reale dinamica dei fatti e strizzato l’occhio più alla cronaca nera che dalla parte soprintendenza.
Perché si sa, uno scheletro è sempre qualcosa da trattare con i guanti, specialmente in prima battuta ma se tutto fa pensare che ad una datazione storica, subito diventa più simpatico.
Nel caso specifico dunque poiché, la strada in questione, si trova nell’area verde in pieno parco dell’Appia Antica direi che la suspance immagino sia durata molto poco, lasciando però spazio a quello che è il mistero storico che questo ritrovamento ha portato alla luce.
Lo scheletro in questione è venuto alla luce perché sono in corso i lavori di rifacimento nella prospiciente Chiesa di San Nicola.
Fanno infatti sapere dal parco archeologico dell’Appia Antica, a mezzo comunicato stampa che:
Lo scavo per il passaggio della linea di illuminazione ha portato a una scoperta interessante: lungo il fronte esterno della facciata principale è stato messo in luce uno scheletro umano, ben conservato e in associazione a due fibbie in metallo di forma circolare
Rimarremo sintonizzati sulla vicenda nell’attesa che si faccia chiarezza scientifica sullo scheletro, così da tenerti informato su questo nuovo mistero dell’Appia Antica.
Intanto ti anticipo che sembra sia un parente di Bonifacio VIII ma davvero ho detto già troppo.