Cornici vuote, protagoniste inconsapevoli e in più occasioni, di misteri irrisolti in cerca di luce o quantomeno di un sensato indizio da seguire verso la soluzione dell’enigma.
Rimangono al loro posto le cornici vuote che un tempi hanno sostenuto il peso dell’arte, facendo da contorno a tele dal valore inestimabile.
Tanto inestimabile da attrarre le attenzioni di malintenzionati irretiti dal controvalore in euro sul mercato nero di quanto, qualle cornici vuote hanno sostenuto.
Uno dei casi più famosi del quale ci siamo recentemente occupati riguarda una famosa tela di Raffaello, ancora annoverata nella casistica dei misteri dell’arte irrisolti.
Misteri che investono il mondo dell’arte direttamente ma hanno soprattutto una grossa componente di carattere sociale, legata al giro della malavita che gestisce questo tipo di sparizioni e successivi ricollocamenti sul mercato nero, creando così le cornici vuote di cui stiamo parlando.
Da parte di alcuni importanti musei che hanno subito furti eclatanti c’è stata, in alcuni casi, una reazione mirata a sottolineare il fatto, coinvolgendo in primis il pubblico di visitatori.
Nasce così l’idea delle cornici vuote, promemoria vivente del maltolto che in qualche modo ottiene quantomeno due reazioni; quella di ricordare in ogni secondo a qualsiasi occhio che vi si posi, di cosa il pubblico pagante è stato privato e quella della speranza che tornino ad essere riempite.
Quest’oggi vorrei parlarti di un mistero legato ad altre cornici vuote che però hanno un’interessante quanto remunerativa particolarità.
Cornici vuote da dieci milioni di dollari al Gardner Museum di Boston
Saranno tuoi 10 milioni di dollari se scoprirai chi ha rubato i 13 capolavori dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston.
Hai capito bene. Puoi aspirare a ricevere, in cambio di notizie attendibili che possano portare al ritrovamento dei dipinti rubati al Gardner Museum di Boston, una somma da capogiro.
Un furto con scasso avvenuto nel 1990 ed annoverato come uno dei grandi furti d’arte della storia.
I dipinti coinvolti nella sparizione e che hanno dunque lasciato le cornici vuote, includevano per citarne alcuni, opere di Vermeer e Rembrandt.
Un aggiornamento in termini numerici di valore approssimativo ricalcolato nel tempo, indicava nel 2020 la cifra in complessivamente 500 milioni di dollari per il totale delle opere trafugate.
Come andarono gli avvenimenti che portarono alla creazione di altre cornici vuote?
Tutto è accaduto nella città di Boston nelle sale del Gardner museum.
Due uomini sono riusciti a spacciarsi per agenti di polizia mettendo così a segno uno dei colpi più grandi della storia, in termini di valore asportato.
Portarono a compimento la rapina dopo aver semplicemente ammanettato e imbavagliato i due giovani agenti di sicurezza in servizio quella sera e che in seguito fu dimostrato non avessero in effetti alcun addestramento specifico; si ipotizzò che fossero addirittura privi di formazione.
I ladri, una volta introdottisi all’interno del museo, hanno semplicemente estratto i capolavori di inestimabile valore dalle loro cornici e successivamente rimosso i video dalle telecamere di sicurezza.
Il tutto in soli 90 minuti, questo è il tempo che c’è voluto per privare l’intera umanità di 13 capolavori unici.
Successivamente, nonostante i numerosi indizi individuati nell’immediatezza e nel corso dei decenni a seguire, le opere d’arte, a tutt’oggi, non sono state ancora ritrovate, cadute letteralmente anche loro in quel un buco nero chiamato mistero.
Ci tengo che tu sappia e ne prenda minuziosamente nota che oltre alla ricompensa di $ 10 milioni per le informazioni che portino direttamente al recupero di tutti e 13 i dipinti, c’è una ricompensa minore di circa $ 100.000 per chi aiutasse a recuperarne anche solo uno.
Un bell’incentivo direi e considerando le molte storie di famose opere d’arte ritrovate casualmente sui banchi di piccoli mercatini domenicali, direi che potrebbe valere la pena tenere gli occhi aperti.
Nel caso di un fortunato incontro, facci sapere!