In occasione dell’ultima edizione del Salone del Libro a Torino, l’artista fumettista Zerocalcare ha presentato il suo nuovo lavoro intitolato “Quando muori resta a me”, pubblicato da Bao Publishing. Quest’opera segna un momento importante nella carriera dell’autore, essendo la prima volta che si addentra in modo così personale nel complicato rapporto con suo padre, esplorando un viaggio ricco di domande irrisolte che affondano le radici nella sua infanzia.
All’Auditorium del Lingotto, i fan non hanno esitato a formare lunghe code, culminate in una calorosa standing ovation non appena Zerocalcare è salito sul palco. L’autore ha condiviso con il pubblico non solo il contenuto del suo libro, ma anche il processo emotivo e creativo dietro la sua realizzazione.
Durante l’evento, Zerocalcare ha aperto il suo cuore, rivelando come la scrittura e il disegno dei suoi fumetti siano per lui un modo per analizzare e comprendere meglio le proprie emozioni: “I libri che ho scritto non mi hanno curato, ma mi aiutano a sezionare le mie emozioni.” Questa sincera confessione mostra come, per l’autore, l’arte del fumetto sia più di un semplice racconto: è un vero e proprio strumento di esplorazione personale.
Zerocalcare: un dialogo tra presente e passato
Una delle tematiche più interessanti del suo ultimo lavoro è il conflitto tra i ricordi reali e quelli che si formano attraverso la narrazione dei fumetti. Zerocalcare esprime la sua preoccupazione che i ricordi del fumetto possano soppiantare quelli reali, creando un ulteriore livello di confusione e introspezione:
Ho sempre paura che i miei ricordi veri vengano sostituiti da quelli del fumetto.”
L’autore ha anche condiviso aneddoti familiari che illuminano il suo background personale e il contesto emotivo in cui i suoi lavori prendono forma. Le reazioni dei suoi genitori alle sue opere offrono uno spaccato divertente ma anche riflessivo sulla dinamica familiare. In particolare, il giudizio della madre sul nuovo libro e la richiesta del padre di acquistare una macchina d’epoca si intrecciano con le inquietudini personali di Zerocalcare, evidenziando un dialogo generazionale carico di significato e non privo di ironia.
Un altro tema ricorrente nel discorso di Zerocalcare è il bisogno di silenzio e di spazi personali, essenziali per la sua creatività e il suo benessere emotivo. “Il tempo che riesco a passare con le persone è limitato, ho bisogno di un timer,” ha spiegato, sottolineando come il silenzio sia per lui rigenerativo e necessario per mantenere l’equilibrio personale e creativo.
Zerocalcare continua a essere una voce unica e influente nel panorama del fumetto italiano, e il suo ultimo lavoro promette di essere un’ulteriore conferma del suo talento nel raccontare storie che sono profondamente personali e universali allo stesso tempo.
E tu, hai mai sentito che un libro o un fumetto fosse così vicino alle tue esperienze personali da diventare uno strumento di riflessione? Condividi la tua esperienza nei commenti!