Venezia, con le sue innumerevoli meraviglie, ha deciso nel Quattrocento di aggiungere un monumento equestre in onore di Bartolomeo Colleoni, un valoroso capitano di ventura al servizio della Serenissima.
La statua, realizzata in bronzo da Andrea del Verrocchio, ha una storia costruttiva piuttosto tormentata. Ma ciò che vediamo oggi è l’immagine di un condottiero pronto alla battaglia, un’opera che gioca sul dinamismo e sull’energia trattenuta ma pronta ad esplodere.
Bartolomeo Colleoni: un monumento che trasmette movimento e forza
Il cavallo, elegante e muscoloso, sembra avanzare con determinazione, mentre il corpo rigido di Bartolomeo trasmette una forza pronta a esplodere. Il busto leggermente ruotato del condottiero esalta il movimento, e il suo sguardo corrucciato sotto l’elmo, crea un effetto di luci e ombre che sottolinea la sua determinazione.
La statua si erge su un basamento, costringendoci a guardarla dal basso, aumentando così il nostro timore reverenziale verso questa figura imponente. Bartolomeo Colleoni sembra scrutare il nemico, pronto ad attaccare con energia e decisione.
Questa sensazione di forza e imponenza è ben rappresentata nel bronzo: il cavallo e il condottiero sembrano creature viventi, pronte a muoversi e ad agire, nonostante siano fatti di immota materia. Possiamo immaginare Bartolomeo lanciato nella pugna, un uomo d’azione che neanche il bronzo riesce a trattenere.
Che cosa pensi dell’idea di avere un condottiero così imponente a rappresentare una città come Venezia?