Il 26 settembre 1941 è quello che fu un grande tradimento da parte del Terzo Reich nei confronti dell’Unione Sovietica e diede inizio a una delle più cruente e sanguinose guerre combattute durante il secondo conflitto mondiale, una chicca entrata nella storia dando il via a certi dissapori che, a oggi, sono ancora vivi nella mente delle genti sia ucraine che russe.
Solo due anni prima della famosa invasione nazista, la Germania e l’Unione Sovietica firmarono alcuni trattati politici ed economici a fini strategici; Il patto tedesco-sovietico fu un accordo firmato il 23 agosto 1939. Il patto fu negoziato dal Ministro degli esteri tedesco Joachim von Ribbentrop e il Ministro degli esteri sovietico Vyacheslav Molotov (Patto Molotov-Ribbentrop).
Un anno dopo la Germania avrebbe invaso la Russia con l’Operazione Barbarossa (sotto il nome in codice Operazione Otto), autorizzata da Adolf Hitler il 18 dicembre 1940.
La battaglia della sacca di Kiev
Combattuta nel corso delle prime fasi del conflitto tra la Germania e l’URSS durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 25 e il 26 settembre, la battaglia della secca di Kiev fu una gigantesca manovra d’accerchiamento da parte dell’esercito tedesco a discapito di quello sovietico del fronte orientale in difesa dell’Ucraina.
La battaglia terminò dopo scontri aspri e sanguinosi con la schiacciante vittoria della Wehrmacht, la quale catturò centinaia di migliaia di prigionieri per poter proseguire l’avanzata in direzione di Char’kov e Rostov sul Don. Questo anche grazie alla collaborazione del popolo locale che, a oggi, appartiene alla realtà nazionalista dello stato di Ucraina.
La collaborazione ucraina con la Germania nazista ebbe luogo durante l’occupazione della Polonia e dell’URSS durante la seconda guerra mondiale, nel ’41 con l’occupazione nazista nel territorio la popolazione collaborò attivamente con le forze dell’Asse mentre una parte si unì all’armata Russa.
Gli ucraini collaborazionisti lo hanno fatto in vari modi con la partecipazione nell’amministrazione locale, nella polizia ausiliaria sotto la supervisione tedesca, nella Schutzmannschaft, nell’esercito tedesco e nel servizio come guardie dei campi di concentramento. I nazionalisti nell’Ucraina occidentale furono galvanizzati e sperarono che i loro sforzi li avrebbero portati a uno stato indipendente. Alla vigilia dell’operazione Barbarossa, ben 4000 ucraini agli ordini della Wehrmacht, cercarono di causare disagi dietro le linee sovietiche.
La collaborazione con i nazisti non fu, comunque, una posizione isolata in europa e negli USA. Come ha scritto Lebedev: “È ingenuo pensare che si scopra qualcosa rivelando al mondo la collaborazione di certi gruppi di ucraini con il regime nazista. Gli storici in Ucraina e altrove hanno scavato per un po’ di tempo in questa questione e l’hanno portata al dibattito pubblico”.
La storia del nazionalismo e della collaborazione in Ucraina è comune a molti altri paesi dell’Europa centrale e orientale, eppure non spegne la fiamma accesa di rancore protratta ancora oggi tra Ucraina e Russia, una regione presa nel fuoco incrociato e costretta a scegliere tra un’occupazione straniera e un’altra. È importante non attualizzare gli eventi storici, ma comprenderne la loro nascita e l’evoluzione nell’arco del loro sviluppo.
La fine della Battaglia di Kiev
La battaglia della sacca di Kiev fu uno dei primi conflitti che vide le due grandi potenze affrontarsi, ebbe luogo in un’area di oltre 135.000 km quadrati dalle rive della Desna a quelle del Dnipro, passando per il settore di Kiev e la parte meridionale delle paludi del Pryp”jat’. L’esercito tedesco riuscì a completare una gigantesca manovra d’accerchiamento e a chiudere in un’enorme sacca la quasi totalità delle truppe sovietiche schierate nel settore meridionale del fronte orientale in difesa dell’Ucraina.
La battaglia di Kiev viene considerata per le gigantesche dimensioni dell’operazione strategica, per le difficoltà logistiche superate, per la resistenza opposta dal nemico e per il successo totale raggiunto, dichiarata come la manovra operativa più brillante e riuscita della Wehrmacht durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per Hitler fu anche un trionfo personale nei confronti dei suoi generali, dubbiosi delle sue scelte operative. La definì la più grande battaglia della storia del mondo, tuttavia, essa non fu per i tedeschi quella vittoria decisiva che il Führer cercava dall’inizio dell’Operazione Barbarossa.
Il dittatore nazista si convinse che dopo le perdite subite a Kiev tutto il settore meridionale del fronte sovietico fosse ormai definitivamente crollato, nonostante le perplessità del feldmaresciallo von Rundstedt di disperdere le sue forze dirigendo il Panzergruppe del generale von Kleist oltre il Donec e il Don, ordinando di avanzare contemporaneamente e immediatamente verso Char’kov, Rostov e il Caucaso.
Inoltre i panzer del generale Guderian dovettero risalire rapidamente verso nord per prendere parte alla grande offensiva finale contro Mosca. Le perdite sovietiche nella battaglia di Kiev furono elevatissime: quattro armate vennero annientate, mentre i tedeschi affermarono che le perdite del nemico sarebbero state superiori a un milione di uomini e rivendicarono la cattura di 665.000 soldati, di 3.718 cannoni e di materiale bellico di ogni genere e 884 carri armati sarebbero stati distrutti.
Le fonti sovietiche più recenti ci forniscono cifre inferiori, ma sempre molto alte rispetto ai dati tedeschi che calcolano le perdite totali sovietiche a 700.544 soldati (di cui 616.000 morti e dispersi/prigionieri), 28.419 cannoni e 411 carri armati.
Dall’invasione nazista ai giorni d’oggi
Un argomento molto delicato riguarda la memoria degli ucraini, l’episodio più terrificante del Novecento è stata la fame, la grande carestia dei primi anni ’30. Stalin, da Mosca, aveva imposto a tutti i contadini la grande riforma per la creazione della proprietà collettiva, togliendo ai contadini la propria terra e il loro bestiame; e la maggior parte dei contadini e delle terre coltivabili stavano proprio nel’Ucraina, all’epoca terra di confine.
L’Ucraina era una grande potenza agricola per la Russia Zarista e non fu da meno per l’Unione Sovietica, dove Stalin si scontrava con la resistenza e affamava la popolazione, soprattutto i contadini, portandogli via i raccolti con la forza e lasciandoli morire di fame. Questo era il primo passo, poi avvenivano le deportazioni nei gulag.
Al centro della memoria ucraina c’è il ricordo di come milioni di persone siano morte per colpa di Mosca, nessuno poteva opporsi alla sua volontà e a quel potere considerato da molti dispotico. Una memoria che durante il periodo sovietico dovettero seppellirla e negarla, per poi emergere con drammaticità dopo la caduta dell’URSS.
Ma nella memoria dei Russi la più grande tragedia del Novecento è l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. Quest’ultima subì molto durante la Seconda Guerra Mondiale, invasi da un popolo dove bruciava, occupava e sterminava gente, dove nei campi di sterminio venivano gasate persone vive e gli ucraini ne furono complici. Gli ucraini, per odio nei confronti del potere sovietico, all’arrivo dei nazisti li hanno festeggiati e i tedeschi hanno potuto reclutare milizie tra gli ucraini aiutandoli nello sterminio degli ebrei.
Tutti questi avvenimenti sono realmente accaduti, un popolo divenuto due popoli, dove uno ricorda la carestia e l’altro l’invasione nazista. Ognuno di loro si sente il popolo aggredito, circondato da nemici.
L’Ucraina per molti viene vista come un’entità fragile, risulta aperta e vulnerabile a nord, a ovest e a est, ma ha il vantaggio di affacciarsi sul Mar Nero, un vantaggio che un tempo apparteneva allo zar di tutte le Russie. Rappresenta il cuore e il fronte battesimale di quello che diventò l’Impero russo, mutando in un secondo momento come la marca, cioè il margine meridionale della Russia.
Ma fu in quella che oggi è Ucraina che nacque la Russia, la grande Russia che si innalza come il protettore dei popoli slavi, che nacque come un piccolo principato di origini non slave ma germaniche e che prese il nome di Principato di Kiev dall’anno 1187 dal popolo vichingo Rus’, unitosi agli slavi orientali. Il termine Ucraina apparve per la prima volta in una cronaca della Rus’ dell’anno 1187.
L’etimologia di Ucraina deriva dall’antico slavo orientale u-kraina e significa presso (u) confine (kraina); questo termine, infine, prende il significato di marca: una marca della regione di confine. I Rus’, popolo vichingo (germanico), fondò il principato di Kiev e si unì con le popolazione locale degli slavi orientali.
Ucràino dall’Ucraina regione storia dei Carpazi è attraversata dai bacini dei fiumi Dnepr, Donec, Bug e Dnestr e bagnata dal Mar Nero. La sua posizione geografica fu molto importante per il corso degli eventi storici, soprattutto durante il Terzo Raich e la decisione di invadere l’Unione Sovietica.
A oggi la lingua parlata è l’ucraino, una lingua che deriva dagli slavi orientali e si identificata come lingua rutena chiamata anche raram (piccolo russo). Oggi lo Stato indipendente di Ucraina rifiuta ufficialmente il prefisso u, non chiamandosi più terra di confine ma Terra di Confine, una sottigliezza linguistica da non trascurare.