Il 1° novembre 1972 muore a Venezia Ezra Pound, uno dei più influenti poeti del XX secolo, noto tanto per la sua opera quanto per la sua controversa adesione al regime fascista. La sua vita è stata segnata da un intenso rapporto con la cultura europea e un coinvolgimento diretto nelle vicende politiche del suo tempo.
Ezra Pound: dalla poesia alla politica
Nato negli Stati Uniti nel 1885, Pound si trasferisce in Europa all’inizio del Novecento, stabilendosi prima a Londra e poi in Italia. Inizia a collaborare con importanti riviste letterarie e diventa presto una figura di riferimento per il movimento modernista, contribuendo alla nascita dell’immaginismo. Tra i suoi amici e collaboratori più stretti vi sono T.S. Eliot, James Joyce e Ernest Hemingway, tutti influenzati dalla sua visione innovativa della poesia.
Durante la Seconda guerra mondiale, tuttavia, Ezra Pound si schiera apertamente a favore del fascismo, sostenendo Benito Mussolini e la Repubblica Sociale Italiana. Tra il 1941 e il 1943, tiene delle trasmissioni radiofoniche in Italia, nelle quali difende il regime e critica la politica statunitense e quella britannica. Queste attività gli valgono l’accusa di tradimento da parte degli Stati Uniti, e dopo la caduta del fascismo viene arrestato.
La prigionia e i “Canti pisani”
Nel 1945, Pound viene internato nel campo di prigionia di Coltano, vicino a Pisa. Durante la sua detenzione scrive i “Canti pisani”, una sezione dei suoi Cantos che viene considerata da molti critici uno dei suoi massimi capolavori. I versi dei “Canti pisani” riflettono la sua condizione di prigioniero e la desolazione del dopoguerra, mostrando una sensibilità poetica in netto contrasto con le sue posizioni politiche.
Dopo essere stato trasferito negli Stati Uniti, Pound viene dichiarato incapace di intendere e di volere e trascorre dodici anni in un manicomio criminale a Washington, presso il St. Elizabeths Hospital. La sua liberazione, nel 1958, è il risultato delle pressioni di numerosi artisti e intellettuali che ne chiedono il rilascio, ritenendo ingiusto il trattamento riservato a uno dei più grandi poeti del secolo.
Il ritorno in Italia e gli ultimi anni
Dopo la scarcerazione, Ezra Pound torna in Italia, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita a Venezia. Nonostante non abbia mai rinnegato del tutto le sue idee politiche, si ritira dalla vita pubblica e vive con discrezione, dedicandosi alla scrittura e alla riflessione. La sua figura continua a suscitare dibattito: da un lato è riconosciuto come un innovatore della poesia, dall’altro rimane una figura controversa per il suo sostegno al fascismo.
Muore a Venezia il 1° novembre 1972, lasciando un’eredità complessa e divisiva. Le sue opere, tra cui i celeberrimi Cantos, continuano a influenzare poeti e studiosi di tutto il mondo, mentre la sua biografia resta un esempio di come il genio creativo possa essere segnato da scelte politiche radicali.
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