La Francia ha finalmente riaperto le porte del Grand Palais per una fiera d’arte di grande prestigio: Art Basel Paris, che ha fatto il suo debutto nell’iconica struttura dopo due edizioni in spazi temporanei. La luce del sole che filtra attraverso la cupola di vetro e le lunghe file di appassionati e collezionisti creano l’atmosfera di un evento che segnerà la storia dell’arte contemporanea a Parigi.
Con 195 gallerie espositrici, Art Basel Paris è un mix di opere concettuali, sperimentali e innovative, molte delle quali sono state scelte per il pubblico europeo e hanno ottenuto vendite notevoli fin dal primo giorno. Mary Sabbatino, vicepresidente della Galerie Lelong & Co., ha sottolineato: “Il Grand Palais è magico: immerso nella luce e nella storia dell’arte, Art Basel Paris è più storica di Miami e più moderna di Basilea”.
Ecco una panoramica dei migliori stand di questa edizione, che resterà aperta fino a domenica 20 ottobre 2024.
Frieda Toranzo Jaeger alla Galleria Taka Ishii
L’artista messicana Frieda Toranzo Jaeger presenta un’opera in scala ridotta rispetto al suo lavoro monumentale esposto alla Biennale di Venezia, ma altrettanto carica di significato. Il suo dipinto a cinque pannelli, che richiama una pala d’altare, si può aprire e chiudere grazie a delle cerniere. L’opera, intitolata Look into The Abyss of The Nihility of The Absence of God and Truth and See the Creative Will There and The Horizon of Infinite, mostra sei figure nude che danzano attorno a un albero, una rivisitazione allegorica dell’opera The Golden Age di Lucas Cranach il Vecchio. La scelta di rappresentare persone multirazziali è una potente reinterpretazione del gruppo di ballerini bianchi di Cranach, amplificando il messaggio di inclusione e uguaglianza.
Renée Green da Bortolami
Il pezzo forte dello stand di Bortolami è l’installazione concettuale di Renée Green, Seen (1990). La struttura in legno, simile a un palcoscenico, evoca un blocco d’asta, con riferimenti storici inquietanti a Josephine Baker e Sarah Baartman, donne nere oggetto di sfruttamento e discriminazione. Le storie di queste figure emblematiche emergono attraverso il testo presente sull’opera, che riflette sui temi della rappresentazione e della deumanizzazione.
Una delle sculture più intriganti è Exotic Elixir (2024) di Bianca Bondi. Realizzata durante la residenza dell’artista sudafricana a Villa Medici, l’opera è un armadietto dei medicinali con piante e fiale ricoperte da sale. Il processo chimico ha cristallizzato alcuni degli oggetti, rendendoli parzialmente invisibili. Quest’opera gioca con l’idea di mostrare e nascondere, di guarigione e mistero.
Kei Imazu presso ROH Projects
Tra i giovani artisti della sezione Emergence, spicca Kei Imazu con una vasta installazione che occupa l’intera parete dello stand. La scultura, realizzata con plastica stampata in 3D e dipinta a mano, raffigura lo skyline di Giacarta e tutto ciò che si trova sotto terra: animali, fossili, e arterie delle falde acquifere. L’opera è una critica sottile al cambiamento climatico e alle politiche estrattive che minacciano l’ecosistema della città, che potrebbe essere sommersa entro il 2050.
Julio Galán, artista messicano deceduto nel 2006, viene presentato da Luhring Augustine e Kurimanzutto con due opere enigmatiche. In Los cómplices (1987), Galán si autoritrae come un charro (cowboy messicano) in una scena surreale con un cavallo e tazze fluttuanti. Questa combinazione di simbolismo e surrealismo pone una riflessione sull’identità queer, ricorrente nel suo lavoro.
Hunter Reynolds presso PPOW
Uno degli stand più toccanti della fiera è quello di Hunter Reynolds con Ray Navarro’s Bed of Mourning Flowers (1990/2018). Questo arazzo, composto da fotografie cucite insieme, rappresenta i fiori che Reynolds acquistava per i funerali dei suoi amici morti per complicazioni legate all’AIDS. L’opera è una potente commemorazione di coloro che non sono stati dignitosamente celebrati dalle loro famiglie.
L’artista brasiliana Wanda Pimentel viene presentata con un dipinto del 1968 della sua serie Envolvimento. L’opera, che raffigura gambe bianche poste di fronte a scale e passaggi inquietanti, commenta in modo sottile il clima politico della dittatura brasiliana. La tensione presente nell’opera è amplificata dalla distorsione degli elementi, rendendo questa serie ancora oggi rilevante.
Cameron Rowland presso Maxwell Graham
La scultura minimalista Blood (2024) di Cameron Rowland esplora le storie nascoste dietro oggetti apparentemente banali. La scultura, usata per addestrare cani da caccia, svela la storia di questi animali che venivano utilizzati per inseguire schiavi fuggitivi, un tema che collega passato e presente, denunciando le continue ingiustizie razziali negli Stati Uniti.
Questa edizione di Art Basel Paris ha portato un mix di opere concettuali e provocatorie, che esplorano temi di identità, politica e ambiente. Se ti trovi a Parigi, non perdere questa opportunità unica. Condividi le tue impressioni sui social e segui l’hashtag #ArtBaselParis!