Il Canada punta su un artista dalla pratica interdisciplinare, Abbas Akhavan, per il proprio padiglione alla Biennale di Venezia 2026. Questo annuncio della National Gallery of Canada pone Akhavan, nato a Teheran e diviso tra Montreal e Berlino, sotto i riflettori internazionali, riconoscendo un lavoro in grado di trasformare lo spazio espositivo in un’inedita esperienza.
Un percorso di denuncia e memoria
Akhavan esplora nei suoi lavori le connessioni tra storia, luogo e identità, focalizzandosi su siti culturali minacciati, come il Museo Nazionale dell’Iraq o Palmyra, e il loro sfruttamento online. Le sue installazioni, tra video, scultura e performance, spesso rievocano la fragilità della natura e dei contesti storici di fronte alle logiche di potere.
Abbas Akhavan: il Canada all’avanguardia: un mix di passato e presente
Secondo Jean-François Bélisle, direttore della National Gallery of Canada, l’istituzione si trova in una posizione privilegiata per sostenere artisti come Akhavan sulla scena globale. Nel corso della sua carriera, l’artista ha partecipato a prestigiose biennali e mostre in città come Liverpool, Gwangju, New Orleans, e presso istituzioni rinomate come il Guggenheim di New York e la Power Plant Gallery di Toronto.
Un’arte che ispira riflessione e dialogo
Un comitato di esperti d’arte canadese ha scelto Akhavan per il suo approccio coinvolgente e riflessivo. Secondo il comitato, l’arte di Akhavan sfida il pubblico a riflettere sulle tensioni tra memoria e materia, natura e ambizioni umane. Grazie a installazioni come “variations on a folly”, Akhavan trasforma ambienti come giardini e rovine in potenti metafore della resistenza e della memoria.
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