Una semplice parola, un Grazie, e titolo del nuovo singolo di Raffaele Poggio, spesso trascurata, sottovalutata e data per scontata, ma capace di cambiare prospettiva, irradiando luce anche nelle giornate più cupe e ordinarie, con la forza che racchiude in sé. Con il suo nuovo singolo, disponibile in tutti i digital store per Attic Records/Altafonte Italia, il cantautore, attore e showman torinese Raffaele Poggio invita il pubblico a riflettere sul potere della riconoscenza, restituendo significato ai gesti quotidiani e mostrando come la gratitudine possa mutare in un atto di intima connessione.
Grazie significa gratitudine e fa sentire bene, sentirsi dire Grazie rassicura sul valore che gli altri attribuiscono ai nostri gesti. Ringraziare significa rallentare, riconoscere e apprezzare ciò che di prezioso abbiamo ricevuto, riscoprendo la virtù trasformativa di una parola che unisce e accorcia le distanze.
E quando ci spogliamo di orgoglio e timori, e ci ricordiamo di esprimere riconoscenza, dentro di noi accade qualcosa di straordinario: attiviamo un processo che stimola la produzione di serotonina e dopamina, i cosiddetti ormoni della felicità, creando un senso di appagamento, gioia e benessere. Ringraziare non è quindi solo un gesto verso chi ci circonda, ma un atto che cambia il nostro stato mentale, aumentando la consapevolezza del presente, e rafforzando i legami.
In un momento storico in cui le relazioni si frammentano e la velocità della quotidianità, i social media spesso ci distraggono dal valore dei gesti più semplici, Grazie si fa spazio per la sua immediatezza e per una sincerità d’intenti a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Il brano, scritto dallo stesso Poggio e composto e prodotto da Stefania Tasca, si sviluppa intorno a un ritornello diretto e memorabile, che, ripetendo nove volte il suo titolo, diventa un mantra, per spostare il focus su quei momenti che spesso passano inosservati, ma che definiscono il senso del nostro esistere.
La lingua dei segni e Grazie
Grazie è un progetto che trova il suo effettivo compimento sotto l’aspetto visivo, perché è il videoclip ufficiale che lo accompagna a fare la differenza: diretto dai Knowhere Studios, utilizza la lingua dei segni (LIS) per sottolineare come la gratitudine possa superare ogni barriera. I gesti diventano protagonisti, rendendo una canzone un collante tra mondi che raramente si incontrano nella musica mainstream.
La lingua dei segni o LIS non è un metodo alternativo per comunicare, ma è una lingua che veicola il suo significato attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo. La LIS emerse spontaneamente ed è stata sviluppata nel corso del tempo da una collettività priva dei mezzi sensoriali necessari a esprimersi con la voce, perciò si compone di segni di natura visivo-gestuale, che coinvolgono la parte superiore del corpo, in particolare il capo, il viso e le spalle.
Ecco perché non è il linguaggio dei segni ma la lingua dei segni. Non è universale perché sono tutte lingue storico-naturali, nate e sviluppate all’interno delle comunità, dagli stessi soggetti parlanti o segnanti. Come le lingue vocali, anche le lingue dei segni variano in base alle diverse culture dei diversi Paesi. La lingua dei segni non si parla ma si segna.
Grazie, una narrazione sonora e visiva che glorifica l’amore in tutte le sue forme, un simbolo di apertura e inclusione che incoraggia a superare le barriere comunicative e tutti quei confini che, molto spesso, sono definiti solo dalla nostra mente.
Ma Grazie non è una dedica a senso unico, bensì un invito a chi ascolta a ritrovarsi in quelle parole che troppo spesso dimentichiamo, o ci vergogniamo a pronunciare o che ne ignoriamo direttamente il significato; è in quei motti di affetto che quotidianamente passano inosservati, che rimandiamo per le priorità accessorie e rincorse utopiche che dobbiamo ritrovarci.
Frasi e attenzioni che vanno ben oltre l’essere un omaggio alla persona amata, agli amici, alla famiglia o anche semplicemente a un estraneo, diventando una chiamata all’azione volta a valorizzare i piccoli gesti che rendono speciale ogni rapporto.
Contemporaneamente al lancio del singolo, Raffaele Poggio continua il suo percorso artistico con nuovi progetti e appuntamenti live. Tra i più attesi, il Latin Project: un’esplorazione musicale che unisce grandi classici latini e brani originali. Inoltre, ogni venerdì sera, l’artista si esibisce al MI AMOR VIP CLUB di Torino nello show Magic Boys, un’esperienza unica che fonde energia, musica e intrattenimento.
Biografia
Torinese di nascita e anima latina per vocazione, Raffaele Poggio è un creativo poliedrico e instancabile che non smette mai di cercare nuovi modi per raccontarsi e raccontare. Con Grazie, conferma la sua capacità di trasformare la semplicità in qualcosa di straordinario, invitando il pubblico a riscoprire il potere di una parola che, oggi più che mai, merita di essere pronunciata, espressa e vissuta.
Raffaele Poggio, nato a Torino nel 1980 sotto il segno del Sagittario, è un artista poliedrico con una carriera che spazia tra serie TV, spot pubblicitari, cinema, teatro e musica. Attore e cantante, Raffaele è anche il responsabile di un’attività di intrattenimento musicale per eventi. Affermato artista indipendente a livello nazionale e in America Latina, la sua passione per la musica nasce da ragazzino, influenzato dalla sorella con la quale ascoltava brani degli anni ’80 e ’90. Dopo essersi avvicinato al canto e aver studiato con insegnanti privati, la sua carriera artistica ha preso ufficialmente il via.
Raffaele ha fatto parte di diverse band e collaborato con vari artisti, affrontando spesso tematiche personali che lo mettono a nudo, rivelando tutte le sue debolezze. La sua sensibilità lo porta a utilizzare frasi ermetiche, offrendo a ciascuno la libera interpretazione. La sua recitazione in teatro è caratterizzata da energia e passione, sostenuta dalla filosofia orientale e dalla meditazione, che lo aiutano a vivere pienamente ogni momento. Oggi, Raffaele Poggio si dedica alla musica, al teatro, al cinema e all’intrattenimento, continuando a crescere e ad evolversi come artista e come persona.