Il 18 marzo 1871 segna uno degli eventi più rivoluzionari della storia moderna: la nascita della Comune di Parigi. Questo esperimento politico e sociale, nato in un contesto di grande tensione dopo la guerra franco-prussiana, rappresentò un tentativo senza precedenti di instaurare un governo basato sulla democrazia diretta e sull’autogestione dei lavoratori.
Il contesto storico
Dopo la sconfitta della Francia nella guerra contro la Prussia, la popolazione parigina era in fermento. La capitale era assediata, la fame e la povertà dilagavano, mentre il governo di Adolphe Thiers tentava di riportare l’ordine con misure impopolari. Il 18 marzo, il tentativo di confiscare i cannoni della Guardia Nazionale scatenò un’insurrezione che portò alla cacciata delle truppe governative e alla proclamazione della Comune di Parigi.

Un governo rivoluzionario
La Comune introdusse riforme radicali: separazione tra Stato e Chiesa, gestione collettiva delle fabbriche, abolizione della coscrizione militare e maggiore partecipazione popolare alle decisioni politiche. Per oltre due mesi, i parigini cercarono di costruire una società più equa, basata su principi socialisti e autogestionari.
La repressione e la fine della Comune
Il sogno rivoluzionario durò poco. Il governo francese, rifugiatosi a Versailles, organizzò una feroce repressione. Tra il 21 e il 28 maggio 1871, durante la Settimana di Sangue, le truppe governative riconquistarono Parigi, massacrando migliaia di comunardi. La Comune venne schiacciata nel sangue, ma il suo spirito rivoluzionario continuò a ispirare movimenti socialisti e anarchici in tutto il mondo.
L’eredità della Comune di Parigi
Nonostante la sua breve durata, la Comune di Parigi resta un simbolo di resistenza e di lotta per la giustizia sociale. La sua eredità vive ancora oggi nelle idee di autogestione e partecipazione popolare, dimostrando che un altro modello di società è sempre possibile.
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