Il tempo stringe: c’è una data, un prezzo e un obiettivo chiaro — evitare che un capolavoro di Barbara Hepworth lasci il Regno Unito.
Non sempre l’arte ha bisogno solo di essere ammirata. A volte, ha bisogno di essere salvata. È quello che sta accadendo in queste settimane con Sculpture with Colour (Oval Form) Pale Blue and Red, una delle opere più raffinate e emblematiche di Barbara Hepworth, pioniera della scultura moderna britannica.
La scultura è stata venduta a un’asta di Christie’s a un collezionista privato che intendeva esportarla fuori dal paese. Ma il governo britannico ha deciso di intervenire: ha bloccato temporaneamente l’uscita dell’opera, concedendo alle istituzioni nazionali fino al 27 agosto 2025 per raccogliere i fondi necessari a trattenerla.
3,8 milioni di sterline per trattenere un capolavoro

L’opera è valutata circa 5,2 milioni di dollari, ma per impedirne la partenza il prezzo fissato è di 3,8 milioni di sterline. Una cifra alta, ma non irraggiungibile. Ed è qui che entrano in campo due protagonisti fondamentali della cultura britannica: il British Museum e la charity Art Fund, che hanno lanciato una campagna per coinvolgere il pubblico e i sostenitori dell’arte nel tentativo di tenere la Hepworth in patria.
L’obiettivo è esporla permanentemente al pubblico, non chiuderla in un deposito. Si parla già del Hepworth Wakefield, museo dedicato all’artista nella sua città natale, come possibile sede stabile. Ma l’intenzione è anche quella di prestarla per grandi mostre in tutto il paese, permettendo a quante più persone possibile di entrare in contatto con questo capolavoro.
Un’opera che parla la lingua della modernità

Realizzata negli anni Sessanta, Sculpture with Colour (Oval Form) Pale Blue and Red è una testimonianza viva della ricerca plastica e poetica di Barbara Hepworth. L’uso del colore — raro nel suo percorso — dialoga con la forma ovale cava, creando un’opera che gioca con la luce, lo spazio e la percezione.
Non si tratta solo di estetica: è un oggetto che racconta un momento di svolta nell’arte del dopoguerra, in cui scultura e pittura si fondono, e l’opera non è più solo da osservare, ma da attraversare con lo sguardo, quasi da abitare.
Perdere un’opera così, per il Regno Unito, significherebbe perdere un tassello centrale della propria identità culturale moderna.
La battaglia per trattenere l’arte nel paese
Il blocco temporaneo all’esportazione non è una novità: è uno strumento legale del governo britannico pensato proprio per salvaguardare opere d’arte di “eccezionale significato nazionale”. Ma per avere effetto, occorre che i musei o le istituzioni riescano effettivamente a raccogliere i fondi richiesti entro la scadenza.
Nel caso della Hepworth, il conto alla rovescia è già cominciato. E anche se mancano ancora alcune settimane, la mobilitazione è partita.
Art Fund ha storicamente sostenuto oltre 100 salvataggi simili, spesso riuscendo dove sembrava impossibile. Ma serve il contributo di tutti: ogni donazione conta, ogni gesto è un passo verso un futuro in cui Sculpture with Colour possa essere vista, studiata, amata da tutti.
Un’opportunità per riscrivere il destino di un’opera
Più che una raccolta fondi, questa campagna è un atto di responsabilità collettiva. Perché le opere come questa non appartengono solo a chi può permettersele, ma a chi può condividerle.
L’arte pubblica non è solo uno slogan: è una visione di società in cui cultura e accesso vanno di pari passo. E in un tempo in cui le grandi opere si muovono troppo spesso tra collezioni private e caveau inaccessibili, tenere Sculpture with Colour in un museo aperto è una dichiarazione di valori.
Ti piacerebbe vedere quest’opera restare nel Regno Unito? Credi che le opere d’arte debbano essere accessibili a tutti e non nascoste dietro porte chiuse? Partecipa alla conversazione nei commenti o unisciti alla campagna del British Museum su Instagram.