Al TeatroBasilica, diretto da Daniela Giovanetti e Alessandro Di Murro, arriva Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo, secondo capitolo della Trilogia del Desiderio, scritto e diretto da Filippo Renda e prodotto da Il Teatro delle Donne.
Con Antonio Fazzini, Margherita Galli e Vieri Raddi accanto a Renda, lo spettacolo si muove tra ironia, critica sociale e poesia visiva, restituendo nuova vita alla maschera più celebre della commedia dell’arte.
Arlecchino tra catene invisibili e desiderio di libertà
Renda rielabora la figura di Arlecchino in chiave contemporanea, trasformandolo da servo astuto e impertinente a operaio del PIL, schiacciato dai ritmi incessanti della produzione globale.
Il suo corpo, osservato e controllato da algoritmi e dispositivi digitali, diventa simbolo di una società dove anche il tempo e l’anima sono merci.

L’ambientazione è una delle migliaia di fabbriche del consumo online, dove il protagonista lavora dalle 18 alle 6 del mattino, in un ciclo continuo di gesti e ordini automatizzati. Ogni azione è tracciata, ogni pausa sospetta, ogni desiderio fuori posto.
Il palcoscenico diventa così un laboratorio di riflessione: tra corpo e macchina, libertà e profitto, Renda costruisce una favola feroce sulla servitù volontaria al capitale, interrogando il pubblico su quanto siamo disposti a sacrificare in nome dell’efficienza.
Una scena che denuncia, un linguaggio che ferisce e incanta
Con le luci di Laura De Bernardis e il suono di Brando Nencini, Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo trasforma la commedia in un dispositivo politico e poetico.
La risata diventa un atto di consapevolezza, la maschera un modo per dire la verità.
Non ci sono più piazze o osterie, ma magazzini, codici a barre e algoritmi: spazi che negano la condivisione, ma che proprio nel teatro ritrovano voce e corpo.
La Trilogia del Desiderio si conferma così un progetto capace di unire pensiero e scena, recuperando la tradizione per leggere il presente. Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo non è solo uno spettacolo: è una chiamata a guardare la realtà senza maschera, e a chiedersi se davvero il nostro desiderio appartiene ancora a noi.
TeatroBasilica, Piazza di Porta San Giovanni 10 – Roma
25 ottobre 2025, ore 21:00
26 ottobre 2025, ore 16:30