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Lettura: Pillole di storia Medievale, l’insediamento degli Slavi, Avari e Bulgari nei Balcani
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Pillole di storia Medievale, l’insediamento degli Slavi, Avari e Bulgari nei Balcani

Curiosità dalla storia

Isotta Franci 3 settimane fa Commenta! 6
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L’insediamento degli Slavi, Avari e Bulgari nei Balcani avvenne tra il VI e il VII secolo. Gli Avari sottomisero e guidarono le tribù slave che si insediarono nell’area, spesso entrando in conflitto con l’Impero bizantino. Successivamente, i Bulgari si stabilirono nel territorio a nord, creando un’alleanza con alcuni gruppi slavi per poi formare il Primo Impero Bulgaro, che vide l’assimilazione dei Bulgari alla cultura slava.

Slavi e il primo regno bulgaro

Slavi, Avari e Bulgari nei Balcani

Nel corso del secolo VI fecero la loro comparsa nei territori bizantini dei Balcani gli Slavi, che già nel secolo precedente si erano insediati nelle attuali Russia e Ucraina fino al Don. La loro patria, probabilmente, ha origine nella regione compresa tra l’Oder, il Pripet, il medio Dnepr e la catena dei Carpazi (un’aria compresa tra le attuali Polonia, Boemia, Slovacchia e Ucraina).

Quivi non esistette una comunità slava vera e propria, bensì una civiltà che si venne piano piano a formare in un lungo periodo di tempo. È sicuro che essi avevano una loro ben precisa identità linguistica e culturale, quando, nel VI secolo, si insediarono in vaste regioni dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale, nelle quali introdussero profondi cambiamenti, assimilando completamente le popolazioni preesistenti (Germani, Illirici, Daci, Sarmati, Finni e altri tribù seminomadi).

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Gli Slavi si dividono in occidentali (Slavi dell’Elba, Polacchi, Cechi e Slovacchi), meridionali (Sloveni, Croati, Serbi e Macedoni) e quelli orientali (Russi – di origine germanica e quindi assimilati alla cultura dei popoli slavi –, Ucraini – i primi Rus – e Russi bianchi).

Fra il X e il XI secolo, le differenze di carattere economico, sociale, giuridico e religioso tra Slavi occidentali, orientali e meridionali erano ormai diventate tanto profonde, che si deve parlare piuttosto di diverse nazioni slave. Affini linguisticamente, ma con una loro peculiare identità, formatasi lentamente attraverso gli scambi culturali e civiltà con i popoli europei occidentali e mediorientali, oltre che con quelli di provenienza asiatica (Avari e Bulgari).

Gli avari

Il processo fu lento e contrastato, il quale si svolse con le costanti pressioni di Bisanzio, la Chiesa bizantina, la Chiesa romana e l’Impero romano-germanico fondato da Carlo Magno. Gli Slavi meridionali si insediarono nei territori bizantini dei Balcani tra il VII e il VIII secolo, cercando di resistere agli insediamenti germanici, nel VI secolo arrivarono gli Avari: una popolazione mongolica proveniente dalle steppe a nord del Caucaso, che per qualche tempo ebbero sintonia con le popolazioni slave.

In queste terre ci furono cambiamenti causati dall’assedio di Tessalonica (Salonicco) e di Costantinopoli, nello stesso periodo in cui Bisanzio era impegnata in una guerra all’ultimo sangue contro i Persiani, i quali di lì a poco si sarebbero sostituiti con gli Arabi nel ruolo di principali antagonisti.

Nella penisola balcanica non fu possibile impedire l’occupazione nell’arco di poco tempo, e che furono interamente slavizzate, perdendo ogni traccia dell’urbanesimo antico della civiltà greco-latina, acquistando un aspetto decisamente rurale.

Nel VII secolo i Bizantini si liberarono del pericolo arabo, tentando di recuperare la loro influenza sui territori dei Balcani. In questa zona la situazione fu più complessa, c’era il popolo turco dei Bulgari in Dacia e in Mesia, dove stavano già situati i popoli slavi. Infine anche i bulgari subirono il processo di slavizzazione. Venne a formarsi la formazione politica bilgaro-slava, riconosciuta da Bisanzio nel 681 con un trattato di pace.

Nelle restanti regioni balcaniche di insediamento slavo (Tracia, Macedonia, Tessaglia, Epiro) si cercò di recuperare, sempre da parte di Bisanzio, la posizione perduta: alternando terribili massacri, pressioni diplomatiche e intelligenti progetti di acculturazione.

Guerre bulgaro-bizantine

Nel mondo slavo (orientale, occidentale e meridionale) e nella loro tripartizione linguistica, prevalse ben presto la bipartizione di coloro che ricevettero il Cristianesimo da Bisanzio (Russi, Ucraini, Serbi, Bulgari e Macedoni) e gli altri che lo ebbero da Roma (Polacchi, i Cechi, gli Slovacchi, gli Sloveni e i Croati): Slavia ortodossa e Slavia romana.

Questa divisione di carattere culturale e religioso è ancora oggi motivo della contrapposizione tra Serbi e Croati, seppur appartengono entrambi dal punto di vista linguistico degli Slavi meridionali; parlando in sostanza la stessa lingua: il serbo-croato.

Cirillo e Metodio, due fratelli slavi ma missionari bizantini, non si limitarono alla semplice evangelizzazione, ma unirono a essa un piano culturale attraverso la creazione di una lingua liturgica slava. Lo stesso Cirillo creò l’alfabeto, il galgolitico, partendo dalla base dell’alfabeto greco corsivo; ad esso seguì l’alfabeto cirillico, da cui sono derivati l’alfabeto russo, bulgaro e serbo.

Cirillo e metodio
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