Ehi Sasà dove stai andando?
A scuola! Ho bisogno di parlare con gli studenti di tutte le età!
Sasà, credo che ti sfugga che le scuole sono chiuse, ormai da due mesi e in alcune aree geografiche italiane anche da più tempo.
La chiusura della scuola è stata tra le prime misure di contenimento contro il covid19. Il Governo Conte ha decretato che probabilmente riapriranno a settembre e che stanno lavorando proprio perché ciò avvenga in sicurezza.
ah, si è vero… devo cambiare piano!
Che volevi dire agli studenti italiani?
Che devono ribellarsi a queste misure di sicurezza contro il coronavirus! Che questa ministra Azzolina ha bisogno di…
Sasà, fermati, usciamo alle 18:00 in fascia protetta!
Sono stato a guardare quando avevano attivato la DAD. Sai cos’è? La famosa didattica a distanza. Già in se è una contraddizione, sopratutto per i più piccoli, che hanno bisogno di un confronto diretto coi loro insegnanti. Dove sarei io, se i miei maestri non mi avessero stimolato a coltivare il mio grande talento?
Ho visto madri impazzite a fotografare compiti in pdf, spedirli alle insegnanti più improbabili attraverso le piattaforme digitali e vederseli rimandare con qualche pseudo-correzione, totalmente atterrite, perché quegli errori li avevano commessi loro stesse!
Per non parlare delle video-lezioni, in cui bambini piccolissimi delle elementari, sono costretti a 3 ore di video al giorno, da insegnanti fuori di testa che credono che il programma scolastico sia una maratona ad ostacoli, anziché un progetto di crescita di un futuro essere umano. A libro di testo concluso, tagliano il traguardo e conquistano la coppa da esporre sulla tomba della cultura umana.
Sasà non essere disfattista, è facile criticare, ma in un momento di emergenza come questo, anche la scuola si è dovuta reinventare. Per fortuna che la tecnologia ci è venuta in soccorso, altrimenti i nostri figli avrebbero perso un anno di scuola.
“Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere.” Diceva Francois Rabelais.
Questo è un assunto fondamentale e la scuola italiana non deve dimenticarlo. Una video lezione utile solo a trasmettere informazioni, nell’era di internet che è tutta a portata di click, credi sia utile? Rispondi onestamente.
Be’ da come la metti sarei tentata a rispondere di no, ma è ovvio che non si tratti solo di questo, la scuola ha semplicemente trasposto nel virtuale la lezione che avveniva di persona, certo questo ha comportato dei disagi. So di bambini che hanno avuto problemi di accesso alla rete, che non avevano la strumentazione elettronica adatta, che saltavano le lezioni perchè i genitori erano a lavoro o perché completamenti estranei alla tecnologia. Insomma sono emerse difficoltà oggettive, ma molti insegnanti stanno facendo tanto per i loro studenti.
Ammettiamo che gli insegnanti siano vittime come i bambini, o ragazzi, comunque alcune non hanno dimostrato molta maturità, mandando qualche powerpoint e biffando sul programma l’argomento trattato.
Troppi genitori si sono dovuti sostituire a loro. Spiegando, correggendo compiti, esaurendosi tentando di salvare il salvabile.
Va bene, ma ormai mancano pochi giorni di scuola, la ministra ha annunciato che si terranno persino gli esami di maturità in presenza. Mi pare inutile scendere in piazza col megafono e urlare: ribellatevi!
In realtà vorrei che facessero ascoltare la loro voce riguardo le proposte che sono state fatte per settembre.
Ho sentito idee da lager nazista!
Sasà la tua accusa alla scuola la trovo esagerata e fuorviante.
Tu come al solito ti accalori troppo quando ti preme un argomento.
Scusa, come lo chiami un braccialetto che messo al polso dei più piccoli, vibrerebbe o suonerebbe per fargli mantenere il metro di distanza?
Non ne sapevo nulla Sasà! Sei certo che non sia una fake news? In questo periodo ne circolano in grandi quantità.
Purtroppo no. In una scuola nel Varesotto, a Castellanza, ne hanno già acquistati 2000. La dichiarazione del sindaco è accomodante e rassicurante, ma gli psicologi sono sul piede di guerra. Si rischia di creare una schiera di “problematici sociali”. Tutte le misure che sono state adottate (l’isolamento e il distanziamento sociale) o che si pensa di adottare, come la mascherina, il plexliglas tra i banchi, classi a turni con l’alternanza della DAD, non sono a misura di bambino.
Sono tutte misure-lager per un adulto e lo sono ancora di più per un bambino.
I bambini a scuola devono imparare ad assecondare la loro naturale curiosità, esprimere il loro essere, fare amicizia, litigare, affrontare, i problemi di interazione sociale che affronteranno da adulti.
La scuola è il banco per la vita!
Sasà, le tue parole sono bellissime, sentite e condivisibili, ma che altra soluzione c’è? Il covid19 ha creato innumerevoli difficoltà in tutti gli ambiti.
Una soluzione migliore c’è: l‘insegnanemento all’aperto!
All’aria aperta molti accorgimenti, non sarebbero più visti come una costrizione, innanzitutto perchè non sarebbero necessari e secondo poi, perchè il verde è già di suo di aiuto alle sensazioni di rilassatezza e libertà. Ho letto di iniziative bellissime in Danimarca. In Italia alcuni hanno proposto di fare scuola nelle fattorie.
Questo afflato bucolico è molto commovente Sasà, ma non tutte le città hanno sufficienti spazi all’aperto.
La Danimarca ci insegna anche in questa situazione, pensa, verranno usati tutti gli spazi aperti o molto grandi, come stadi e musei.
Immagina cosa significherebbe per un bambino studiare camminando nei parchi italiani? Che so, tra i viali di Villa Borghese, o nei giardini della Reggia di Caserta. Oppure sulle piazze dei paesini Umbri o nelle radure dei boschi del Trentino?
Hai ragione Sasà… non posso darti torto, del resto già Aristotele sperimentò l’insegnamento all’aperto nel Peripato [spazio esterno alla scuola n.d.r.] e parliamo del 335 a.C, con il Liceo, la scuola da lui stesso fondata, tanto che i suoi studenti furono chiamati i peripatetici.
Un ritorno alle origini forse creerebbe esseri viventi più umani e più attenti. Godere della bellezza del proprio paese non può che arricchire un bambino e poi in futuro un uomo. Creare il legame con la terra e con la cultura da bambini, attraverso la scuola, significa mantenerlo per sempre e sopratutto estenderlo a tutti.
Quindi questa ministra…
Sasà, speriamo che l’Azzolina ti ascolti!
… speriamo! A scuola a settembre, ma ad altre condizioni!