3 aprile 1975. Lo scacchista Bobby Fischer rinuncia a giocare contro Anatolij Karpov, lasciandogli il titolo.
Gli antefatti sono noti a tutti: con le chiare e pesanti condizioni poste da Fischer per giocare il match contro Karpov, siamo nel 1975. Il numero di partite illimitate e il titolo al primo giocatore che avrebbe ottenuto dieci vittorie e del titolo mantenuto dal Campione in carica in caso di parità su nove a nove, non andarono a genio al giocatore statunitense.
Sebbene siamo ancora nell’ondata della Guerra Fredda, la rinuncia la titolo da parte di Fischer, lasciando la vittoria nelle mani di Karpov, è un evento che (sebbene sia entrato nella storia) non è collegato agli stessi eventi storici di quegli anni.
Lo scacchista statunitense
Robert James Fischer, detto Bobby (Chicago, 9 marzo 1943 – Reykjavík, 17 gennaio 2008), è stato uno scacchista statunitense naturalizzato islandese, un grande maestro e campione del mondo di scacchi. Fu il primo scacchista statunitense a potersi fregiare del titolo di Campione del mondo, battendo il grande maestro sovietico Boris Spassky nel match del 1972. È considerato tra i migliori giocatori di scacchi di tutti i tempi a ancora oggi, nel mondo degli scacchi, si parla di lui.

Nel 1975 giunse il momento in cui Fischer dovette difendere il titolo contro Anatolij Evgen’evič Karpov. La FIDE accolse diverse delle sue richieste, ma non accettò quella sul come l’incontro sarebbe stato vinto. A partire dal congresso FIDE del 1949, la regola stabiliva che gli incontri del campionato del mondo erano composti da un numero massimo di ventiquattro partite, con vittoria al primo giocatore che otteneva 12,5 punti.
In caso di parità sul dodici a dodici, il campione in carica manteneva il titolo. Fischer sostenne che questo sistema incoraggiava il giocatore in testa a pattare le partite, non lo trovava corretto e neanche un bene per il mondo degli scacchi. Così propose un incontro con un numero illimitato di partite, dove il primo giocatore che arrivava a dieci vittorie era il vincitore, così che le patte non contassero. In caso di punteggio che arrivava sul nove pari, il campione (Fischer) avrebbe mantenuto il titolo.
Cosa avvenne il 3 aprile 1975
Con la richiesta di Fischer significava che lui aveva bisogno di vincere nove partite, mentre Karpov ne doveva vincere dieci. La FIDE non accettò queste condizioni e quindi Fischer rinunciò al titolo. Karpov divenne campione per abbandono dell’avversario.

Le discussioni in seno alla FIDE furono lunghe, tanto che il 3 aprile 1975 Karpov fu incoronato Campione del Mondo per rinuncia di Fischer.
Ci sono sempre state voci sul fatto che molti personaggi del mondo scacchistico e politico tentarono di convincere Fischer ad accettare un compromesso, e si parlò addirittura di un incontro organizzato in segreto tra Fischer e una delegazione russa di cui fece parte anche Karpov; ma naturalmente furono solo voci e nulla di veritiero.
Eppure Fischer è ricordato nella storia come il giocatore di scacchi più celebre di tutti i tempi, certamente il più famoso al di fuori dalla cerchia degli appassionati del gioco. La sua popolarità si deve soprattutto a due aspetti: la sua parabola umana e la sua grandissima abilità tattica.
Come parabola umana si intende: come ha fatto conoscere anche ai profani del gioco gli scacchi, e che lo vedrà passare da eroe della Guerra Fredda a perseguitato politico; poi abbiamo la sua grandissima abilità tattica che ha destato l’ammirazione di intere generazioni di scacchisti.
Antonij Karpov, Cecoslovacchia, 1967
Ha inizio la sua carriera come primo al torneo di Mosca del 1971 e poi ad Hastings, a San Antonio, a Leningrado e a Madrid negli anni successivi. Il 1974 è un anno particolare perché iniziano gli incontri per il torneo dei Candidati al titolo mondiale detenuto dall’americano Robert Fischer. Non è per Karpov una passeggiata dovendo affrontare scacchisti come Polugaevskij, Spassky e Korchnoj. Soprattutto con il terribile Victor la lotta è particolarmente agguerrita.
Karpov riesce a distanziare l’avversario di tre punti, poi crolla, perde due incontri quando mancano solo tre partite alla fine. Con uno sforzo sovrumano si riprende e riesce a mantenere il vantaggio. Diventa lo sfidante di Fischer, l’americano che ha sbalordito il mondo scacchistico per la sua forza, per la sua straordinaria abilità. Molti lo danno perdente, come Boris Ivkov che non lo ritiene ancora maturo, ma c’è anche chi ha fiducia in lui.
La fortuna gira dalla sua parte: le richieste impossibili dell’americano, la sua rinuncia al titolo che lasciò l’amaro in bocca a tanti suoi ammiratori, e quella specie di malumore verso Karpov… infine, quest’ultimo, diviene il nuovo campione del mondo, onorando in seguito il titolo con una serie di vittorie nei più forti tornei internazionali.
Intanto Korchnoj sta fremendo, se l’è legata al dito la sconfitta, colpa dei burocrati della Federazione che hanno fatto di tutto perché lo sfidante di Fischer fosse Karpov. Vuole la rivincita, e le sue parole furono: “Rincorrerò Karpov per mare e per terra e lo inchioderò davanti alla scacchiera”.