Caro iCrewer, se sei appassionato di Rinascimento non puoi perdere la terza tappa del progetto Terre degli Uffizi, con la mostra La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento. La rassegna è in programma al Museo della Battaglia di Anghiari dal 31 agosto 2021 al 6 gennaio 2022.
La mostra, promossa dal Comune di Anghiari, si pone l’obiettivo di raccontare un particolare processo che interessò il borgo di Anghiari durante il Rinascimento: la trasformazione di una parte dei notabili del luogo, che da guerrieri, combattenti e uomini d’arme divennero cortigiani eruditi e amanti della cultura. Un fenomeno riscontrabile in tutta Italia, ma particolarmente evidente nel centro dell’alta Val Tiberina.
La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento – Federico da Montefeltro ad Anghiari
La Mostra di Anghiari nasce con l’intento di sottolineare il rapporto tra i Montefeltro di Urbino e alcune famiglie del borgo. Lo stesso Federico da Montefeltro, da quanto risulta dai documenti, è stato ad Anghiari almeno due volte: nel 1468 e nel 1474.
La selezione di opere in mostra, tra tabernacoli dipinti, ritratti, armi e scene di battaglie, provenienti in parte dai depositi degli Uffizi e in parte da collezioni del territorio, vuole approfondire la vita degli uomini d’arme del tempo.
La mostra trova poi un legame col territorio anche per un altro ben noto motivo: qui infatti, il 29 giugno 1440, si combatté la decisiva battaglia tra le truppe milanesi dei Visconti e la coalizione guidata dalla Repubblica fiorentina, alleata con Venezia e con lo Stato Pontificio, che vinse contro Milano.
È proprio la battaglia che Leonardo da Vinci, fra il 1504 e 1505, fu chiamato a rievocare nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. La vittoria fiorentina fu estremamente rilevante per le sorti dell’Italia del tempo e segnò anche il destino di Anghiari, condizionandone in profondità il tessuto sociale.
Nel periodo studiato da La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento, la mostra mette in evidenza come la città di Anghiari fornì uomini d’arme a diversi eserciti delle signorie italiane, la cui nobiltà era spesso imparentata con quella della cittadina toscana.
La mostra è centrata su questi personaggi storici legati alla città in provincia di Arezzo, che da cavalieri e soldati diventarono cortigiani. Dalle ricerche d’archivio è emersa la presenza, in cinquant’anni a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, di ben 24 uomini d’arme, ma probabilmente ce ne furono molti di più perché le ricerche non sono state esaustive. E in quel periodo Anghiari assunse la forma in cui la vediamo oggi.
Come spiegato dal professor Francesco Storti dell’Università di Napoli Federico II:
Il titolo della mostra in realtà non è un titolo d’occasione, ma è la risultante di una grande revisione storiografica. Questa civiltà è stata considerata sempre come quella dei mercenari, di una categoria corporativistica, ma in realtà ciò non è vero: si tratta invece di un segmento della società italiana, anche abbastanza consistente, che ha dato un contributo culturale importante.
Uno degli obiettivi della rassegna è che dalle sale del Museo della Battaglia possa partire una revisione storiografica, ha dichiarato Storti:
Federico da Montefeltro, grande signore condottiero, non è semplicemente il mecenate che fa la guerra, intasca i soldi e poi finanzia le opere d’arte. Federico è il rappresentante di un ceto che crede nell’arte, che crede in ciò che fa, e che vuole fare la guerra in un modo diverso. Diamo dunque un contributo a partire da Anghiari, che è solo apparentemente un centro piccolo. Lo è dal punto di vista geografico, ma dal punto di vista intellettuale e culturale non lo è: da qui può cominciare un discorso nuovo su una parte molto consistente della cultura rinascimentale italiana.
Una mostra da non perdere per immergervi completamente all’interno del Rinascimento e nella storia di una città che è stata un sostegno importante per la Toscana.