Gary Indiana, noto per la sua penna tagliente e critica verso il mondo dell’arte, è morto a 74 anni. Un autore irriverente, critico d’arte e romanziere che ha segnato un’epoca con le sue analisi provocatorie e mai scontate, Indiana era uno di quei rari scrittori capaci di fondere letteratura e critica senza soluzione di continuità. Per anni, ha lavorato come critico d’arte per il Village Voice, dove, dal 1985 al 1988, il suo stile dissacrante e diretto ha lasciato un’impronta indelebile.
Un talento controcorrente
Indiana, nato Gary Hoisington, iniziò a scrivere dopo una carriera a singhiozzo che lo aveva visto prima lavorare come paralegale e poi come critico teatrale. Tuttavia, è stato con la critica d’arte che ha trovato il suo pubblico, guadagnandosi la fama di critico dal carattere caustico e sfrontato. Celebre la sua “recensione” a una mostra di Julian Schnabel, dove riportò solo citazioni di riviste di moda e notizie di attentati, ignorando completamente l’opera.
Un’icona rivalutata
Indiana venne spesso trascurato nei decenni successivi, con molti dei suoi libri fuori catalogo. Ma negli ultimi anni, con la ristampa di alcuni dei suoi lavori, è iniziata una riscoperta del suo talento. La sua opera più famosa, Horse Crazy, è stata paragonata ai lavori di Jean Genet per il suo approccio crudo e anticonformista alla letteratura queer. Indiana, però, non era interessato alla notorietà. Preferiva definirsi un “dilettante di talento”, mostrando una disarmante indifferenza verso il prestigio.
Un’eredità nell’arte e nella cultura
Indiana non è stato solo scrittore. Ha recitato in film sperimentali e ha prodotto video che esploravano temi controversi come la sorveglianza e il voyeurismo. Alla Biennale del Whitney del 2014, presentò un’installazione video intitolata Stanley Park, esponendo immagini crude e intime di uomini cubani, una riflessione provocatoria sul voyeurismo e sul potere. Questo suo approccio unico lo ha reso una figura di culto, ma Indiana ha sempre preferito trattare il proprio lavoro come un compito comune, senza miti o abbellimenti.
Lascito di un anticonformista
La storia di Gary Indiana ci lascia un insegnamento fondamentale: esprimere sempre il proprio punto di vista, senza farsi influenzare dalle aspettative degli altri. Un invito alla sincerità che non verrà dimenticato. Se vuoi restare aggiornato sulle storie che fanno la differenza, seguici su Instagram a @icrewplay_arte.