Caro iCrewer, conoscevamo già il nome di Sylvano Bussotti, che quest’estate, il 19 giugno, ha allestito presso il MamBo il suo Calendario Giapponese. Purtroppo, dopo una lunga malattia, il 19 settembre 2021, Bussotti ha detto addio al mondo terreno, per far parte di tutti quegli artisti e compositori che hanno reso migliore l’umanità.
Bussotti non è morto in un giorno qualunque, ma alla vigilia di dell’inaugurazione di 90 Bussotti, i cinque giorni che la città di Firenze stava preparando per festeggiare l’artista compositore in occasione dei suoi 90 anni.
90 Bussotti: la festa che diventa un omaggio
In occasione dei 90 anni di Sylvano Bussotti, nato a Firenze il primo ottobre 1931, dal 20 al 25 settembre 2021, nell’ambito dell’Estate Fiorentina, la città lo festeggia con 90BUSSOTTI. Ascolti e visioni su Sylvano Bussotti, cinque giorni dedicati alla sua immensa e poliedrica produzione, pensati per festeggiare simbolicamente la figura dell’artista e dell’uomo.
Il progetto è curato da Fabbrica Europa, Fondazione Culturale Stensen, Florence Queer Festival, Tempo Reale, Maschietto Editore, istituzioni cittadine a lui profondamente legate, in collaborazione con Maggio Musicale Fiorentino, Bussotti Opera Ballet e Museo Marino Marini, con il contributo del Comune di Firenze – Estate Fiorentina 2021 e con il coordinamento di Culter.
All’interno della kermesse dedicata al compositore, che si sta svolgendo in questi giorni, stiamo vedendo dunque coinvolti i suoi compagni di lavoro, gli amici e gli appassionati, uniti per celebrarlo in una vera e propria festa di compleanno a puntate.
Compositore, uomo di teatro, pittore, scenografo e costumista, Sylvano Bussotti incarna una totalità artistica da talento indiscusso. Nei suoi lavori, con spregiudicatezza e libertà, le arti si incrociano, i segni si sovrappongono in forme diverse e originali, all’insegna di una visione in cui provocazione queer e rigore formale si fondono perfettamente.
Ma la scomparsa del genio musicale ha trasformato questa festa in un vero e proprio omaggio celebrativo del suo genio.
Il programma
Lunedì 20 settembre la rassegna 90 Bussotti è iniziata al Parc Performing Arts Research Centre, con la conferenza di Luca Scarlini I mille volti del desiderio: fantasmi di Fedra nell’opera di Bussotti.
Nel 1980 andò in scena alla Piccola Scala Le Racine, di cui Silvia Lelli e Roberto Masotti hanno raccontato con una documentazione fotografica inedita la costruzione di questo lavoro, che ambienta il dramma raciniano in un caffè fatto di specchi e segreti, in cui si svolge la tragedia sotto lo sguardo complice, eppure distaccato del pianista del locale.
Mercoledì 22 settembre, alla Fondazione Culturale Stensen, si è svolta una serata di proiezioni e performance, a cura di Tempo Reale all’interno del Tempo Reale Festival. Nell’ottica di quell’idea di opera d’arte totale che Sylvano Bussotti incarna in tutto il suo percorso, il cinema gioca un ruolo da protagonista.
Insieme all’esperimento d’avanguardia assoluta che è stato Rara Film (1965 – 69), il lungometraggio Apology ne costituisce uno dei tasselli più significativi. Realizzato a Berlino nel 1972, con la musica di Sylvano Bussotti, è una vera rarità, da lungo tempo in attesa di un processo significativo di sonificazione.
Si cimenta in quest’impresa un quintetto eterogeneo di interpreti – Monica Benvenuti, voce, Luca Paoloni, violino, Umi Carroy, pianoforte, Jonathan Faralli, percussioni e Francesco Giomi, elettronica – ormai ampiamente abituati al confronto con la musica di Bussotti e dedicatari, in più occasioni, di sue opere originali.
Hanno aperto il programma i 5 Videogiornali della sestina musicale 91, divertenti videoclip realizzati nel 1991 per la Sezione Musica della Biennale di Venezia, in cui Bussotti si relaziona con alcuni personaggi emblematici della cultura pop italiana del tempo: Maurizio Costanzo, Alvaro Restrepo, Patty Pravo, Moira Orfei e Moana Pozzi.
Nella giornata di giovedì 23 settembre si terrà poi, per il Florence Queer Festival (cinema teatro La Compagnia, ore 18 ), la proiezione del film Bussotti par lui même (1975), un lungometraggio di rara visione, realizzato da Carlo Piccardi per la Televisione della Svizzera Italiana, in stretta collaborazione con il compositore.
Oltre a presentare una ricca antologia della musica da lui creata fino ad allora, il film è un documento e un manifesto poetico che mette in evidenza lo stretto intreccio tra suono e gesto teatrale , sempre presente nell’opera bussottiana. Con Elise Ross, Giancarlo Cardini, Italo Gomez, Romano Amidei e Rocco Quaglia, che sarà presente in sala e farà una breve introduzione al film con Luca Scarlini e Bruno Casini.
Narra del suo incontro con Alberto Arbasino, Aldo Braibanti, John Cage, Carmelo Bene, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini; raccoglie un suo inedito ed una selezione di sue partiture, vere e proprie opere d’arte in cui la tradizionale notazione si alterna a una esperienza pittografica. Contiene un’intervista a Rocco Quaglia, coreografo, ballerino, collaboratore e compagno di Bussotti dagli anni Settanta e un cd con brani di Bussotti interpretati da Monica Benvenuti e Francesco Giomi.
Il giornalista Gabriele Rizza ne parlerà con l’autore, Rocco Quaglia e il maestro Vincenzo Saldarelli, che al termine eseguirà “Ultima rara (pop song)“. Per l’occasione il Maggio Musicale Fiorentino esporrà bozzetti e figurini realizzati da Bussotti e conservati nel suo archivio.
In serata, infine, al Museo Marino Marini (ore 20.15) si terrà Ermafrodito, concerto-coreografia narrato da Luca Scarlini con la musica di Sylvano Bussotti (“Ermafrodito Gran Fantasia mitologica per chitarra”, 1997). Ermafrodito è una scrittura per chitarra e danza intorno a una figura centrale dell’immaginario di Sylvano Bussotti, cantore di un mondo queer di desideri, epifanie e fantasmi. Alberto Mesirca, tra i maggiori chitarristi di oggi, si confronterà con la danza di Luisa Cortesi nella composizione di un originale lavoro sull’oscurità del corpo e sui suoi rituali. A ritmare la composizione spunti dalle opere letterarie, dalle poesie e dai diari, solo parzialmente editi nel libro I miei teatri, con prefazione di Umberto Eco.
Il messaggio di Fondazione Arena di Verona per Sylvano Bussotti
Fondazione Arena di Verona esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Sylvano Bussotti, artista fiorentino dalla straordinaria e poliedrica carriera, impegnato anche in Arena e al Teatro Filarmonico.
Pochi artisti hanno saputo incarnare le numerose anime del mondo della cultura, dell’arte e del teatro al pari di Sylvano Bussotti, scomparso in una residenza sanitaria di Milano a pochi giorni di distanza dal suo novantesimo compleanno.
Di Bussotti resterà memoria indelebile quale artista a tutto tondo che ha segnato l’evoluzione culturale del secondo Novecento: è stato infatti pittore, scenografo, costumista, regista, compositore, artista figurativo.
Il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia, la cui carriera si è spesso intrecciata a quella di Bussotti, così lo ricorda:
Ci legava una personale amicizia di lunga data a fianco di un’intensa frequentazione musicale. Abbiamo lavorato insieme in numerose occasioni; tra le tante porterò con me il ricordo del Trittico pucciniano alla Scala nel 1983 e l’Inaugurazione per il 50° Anniversario del Maggio Musicale Fiorentino nel 1987 con il Benvenuto Cellini di Berlioz.