Giselle, Giulietta, Cenerentola, Medea, Swanilda, Francesca da Rimini, tutti personaggi interpretati dall’elegantissima Carla Fracci. Purtroppo e a malincuore, abbiamo appreso la notizia della scomparsa dell’étoile milanese a causa di una lunga malattia, che teneva nascosta e riservata.
La camera ardente di Carla Fracci sarà allestita nel foyer del Teatro alla Scala di Milano, venerdì dalle 10:30 alle 18. “Faremo una camera ardente alla Scala, una cosa che è stata fatta pochissime volte” ha annunciato il sovrintendente Dominique Meyer. Cosa rara “ma trattandosi di Carla Fracci…” ha aggiunto sottolineando che “è stata la ballerina più importante del teatro dell’ultimo secolo ma anche una stella importantissima nella danza internazionale”. “Dobbiamo inchinarci davanti alla carriera di Carla Fracci – ha osservato – che è nata qui facendo la scuola di ballo”.
Carla Fracci: una vita per la danza
Una donna di umili origini, che il successo e la fama non ha corrotto. Carla Fracci nel suo duro lavoro da ballerina porta dentro, non solo le speranze e i sogni di una bambina che vuole danzare, ma porta avanti quel orgoglio popolare che le permette di raggiungere i cuori di tutte le persone.
Inizia a ballare all’età di 10 anni presso la Scuola di ballo del Teatro alla Scala sotto la direzione dell’insegnate Vera Volkova e altri coreografi. Si diploma nel 1954. Nel 1958 diventerà prima ballerina.
La sua notorietà si lega alle interpretazioni di ruoli romantici e drammatici, quali Giselle, La Sylphide, Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, Medea.
Ha danzato con vari ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexander Godunov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu e Roberto Bolle.
La sua fama mondiale si diffuse presto, con gli inviti alla Royal Festival Hall, seguiti dall’apertura delle porte negli Stati Uniti, pur rimanendo una figura centrale alla Scala. Era più identificata con il ruolo di “Giselle”, che ha ballato con Nureyev e Baryshnikov, oltre alla star danese Erik Bruhn. Il 12 luglio del 1981, il New York Times la definisce come Prima Ballerina Assoluta.
La sua fama, la sua tenacia e la sua eleganza ha raggiunto i cuori di tutti coloro che l’hanno conosciuta. Charlie Chaplin dopo averla vista, le ha confessato: You are wonderul.
Eugenio Montale le ha dedicato un’indimenticabile poesia, La danzatrice stanca. Nei versi Montale descrisse la Fracci come una figura leggerissima, quasi eterea, che torna a ballare dopo essere diventata mamma.
Torna a fiorir la rosa
che pur dianzi languia…
Carla Fracci e i suoi abiti bianchi: come nasce questa scelta
Beppe Menegatti ha spiegato che tale abitudine è nata mentre la donna aspettava suo figlio Francesco. La Fracci puntualizza:
Vestivo abiti leggermente larghi. Oggi la pancia si mostra… Io ho preferito fare così quando ero incinta. Avevo pochissima pancia ma cercavo un modo per accentuare ancora di più la riservatezza di quel momento. Il bianco come discrezione, insomma.
Ricordiamo Carla Fracci, ancora una volta, con una sua frase:
Ho avuto un successo che a volte penso di non meritare, perché sono convinta che ci sia sempre da imparare. E ogni volta che arriva un riconoscimento ancora oggi resto sbalordita.