Aida compie 150 anni e ieri sera ha idealmente spento le candeline del genetliaco all’Arena di Verona, finalmente con la presenza di pubblico e con la magistrale guida del Maestro Riccardo Muti.
Un’emozionante evento che ha magicamente riportato tutti ad assaporare il gusto di una normalità a cui c’eravamo ormai disabituati.
All’Arena di Verona ieri sera è di fatto iniziata ufficialmente la 98°edizione dell’Opera Festival, con il Maestro Riccardo Muti che nella prima delle due serate straordinarie ha diretto, in modalità concerto, l’Aida di Verdi. Cantanti, orchestra, coro, pubblico e maestranze per qualche ora sono tornati a quella che fu la prima messa in scena dell’opera nel 1871 in Egitto, con l’aggiunta di un’emozione in più, quella di essere finalmente tornati alla presenza del pubblico dal vivo.
La rappresentazione dell’Aida di ieri sera è andata sold-out ma si replicherà anche martedì 22 giugno con le stesse modalità e per questa data, ci sono ancora delle disponibilità, sia pur limitatissime, di poter prenotare uno dei seimila posti che da ultima normativa sono consentiti per uno spazio come l’Arena di Verona.
Per il pubblico presente ieri sera è stato piacevole anche vedere la fila, formatasi in Piazza Bra già un paio d’ore prima dell’orario indicato per l’apertura, anche questo segno tangibile di normalità.
Un ritorno a Verona anche per il Maestro Riccardo Muti che è stato in una sola altra occasione interprete nell’Arena, esattamente il 7 agosto 1980; quella volta diresse Messa da Requiem sempre di Verdi ma in un clima alquanto particolare poiché da qualche giorno era avvenuta la strage nella Stazione Centrale di Bologna, evento che scosse l’Italia intera, tanto che la rappresentazione fu ufficialmente dedicata anche alla memoria delle vittime di quell’attentato terroristico.
Una serie di circostanze a dimostrazione che i luoghi del cuore, fungono da punti fermi a cui tornare per ripartire ed è un po’ così anche per queste due serate straordinarie con l’Aida diretta dal Maestro Riccardo Muti che sembrano in più aspetti attingere dal passato per fornire forti elementi propulsivi per un ritorno alla normalità, infondendo così la voglia di guardare al futuro in modo sempre più propositivo.
Riprende anche la numerazione progressiva dell‘Arena di Verona Opera Festival, che ne contrassegna ogni anno l’edizione, rimasta ferma al pre-pandemia, cosa che in passato è accaduto per grandi eventi a cui importanti fatti storici come la seconda guerra mondiale hanno relegato ad uno stop forzato.
Quello di ieri sera, che avrà la sua seconda serata martedì 22, è stato uno spettacolo dall’emozione unica dunque per la serie di concomitanze messe in luce.
Aida celebra all’Arena di Verona il ritorno alla normalità
A guidare i centocinquant’anni dell’Aida il Maestro Riccardo Muti che ha diretto l’Orchestra dell’Arena e il coro del direttore Vito Lombardi.
Per la prima volta nei panni di Aida la giovane mantovana Eleonora Buratto che ha avuto accanto un Radamès interpretato dal tenore Aver Zada e un’apprezzatissima Amneris della georgiana mezzosoprano Anita Rachvelishvili.
Molti i giovani cantanti italiani di talento scelti per gli altri ruoli tra cui Ambrogio Maestri, Riccardo Zanellato, Michele Pertusi, la genovese Benedetta Torre, consolidata nel ruolo perché già Sacerdotessa di Aida anche al Festival di Salisburgo diretta in quell’occasione proprio da Muti, e il tenore Riccardo Rados.
Certamente ingombrante la limitazione sul numero degli spettatori che ancora lascia un po’ l’amaro in bocca ma si tratta di un primo gradino di un lungo percorso che, si spera in tempi brevissimi, porterà di nuovo alle gremite gradinate di un tempo e a tal proposito va menzionato lo sforzo che la direzione dell‘Arena di Verona sta mettendo in campo, al fine di rimodulare i posti dei biglietti acquistati prima del 21 maggio scorso.
L’Arena di Verona riparte dunque con il piade giusto, portando in scena nella versione concerto l’Aida di Verdi anche con l’aiuto di tanti mecenati che ricordiamolo hanno voluto fattivamente contribuire, aderendo al progetto 67 colonne per l’Arena di Verona, a questa rinascita artistica dell’anfiteatro ormai simbolo in tutto il mondo del melodramma rappresentato ai più alti livelli.