Di Ludwig van Beethoven credo che ormai si sappia tutto. La sua infanzia difficile con il padre che lo faceva esibire come “bambino prodigio”, l’incontro con il maestro Neefe che per primo lo portò sulla strada dell’armonia e del contrappunto e grazie al quale, ancora ragazzo, entrò nell’orchestra di corte come violinista e come organista in supplenza allo stesso Neefe. Gli anni nel mondo dell’aristocrazia a Bonn, dove venne accolto e apprezzato, tanto da avere una borsa di studio per andare a Vienna (dove incontrò Wolfgang Amadeus Mozart), da dove però dovette rientrare presto per assistere la madre nella malattia che la portò alla morte.
Gli studi di composizione con il celebre Haydn che sembra non lo seguisse come avrebbe dovuto e con Albrechtsberger e Salieri poi. Le meravigliose sinfonie che ci ha lasciato fino alla decima, l’incompiuta, l’opera Fidelio, l’unica da lui composta, fino ad arrivare alla sua sordità che lo porterà negli ultimi anni della sua vita a isolarsi dal mondo e, soprattutto, a non poter più suonare e dirigere. La disabilità però, pur rallentandolo nella produzione, non gli impedirà di scrivere ancora sonate fino alla sua morte nel 1827.
La Germania celebra il suo grande compositore
Che la Germania abbia preso davvero a cuore le celebrazioni per il giubileo di Beethoven lo dimostra il fatto che, nel contratto di governo Merkel IV, sia stato scritto un paragrafo riguardante proprio l’impegno che la politica metterà nell’organizzazione dei festeggiamenti ed esibizioni.
E l’inizio, non c’è che dire, è stato proprio grandioso. A Bonn, il 14 e 15 dicembre, si sono tenuti nelle sedi più disparate (birrerie, case di riposo, centri yoga, stazioni e abitazioni private) 800 concerti a dimostrazione che “Beethoven è con noi”. Il 16 sera, invece, all’Opera di Bonn ha avuto luogo il Festakt che ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni.
In tutto questo anno appassionati, ma anche semplici curiosi, avranno la possibilità di visitare la mostra che, rivedendo il classico tour alla casa del compositore, permetterà di ammirare anche delle rarità che non venivano esposte al pubblico da tempo perché sottoposte a manutenzione, tra cui lo schizzo de L’inno alla gioia, composto nel 1812 e oggi diventato inno ufficiale dell’Unione Europea.
La sordità di Beethoven iniziò a manifestarsi attorno ai 32 anni, ma, come già detto, questo non lo fermò dal comporre ancora. Per dare un’idea di come lui percepisse la musica saranno messe a disposizione dei visitatori due Emoti chairs che faranno “sentire” la musica attraverso percezioni tattili
“Scoprire di nuovo Beethoven”
Questo lo slogan del giubileo. Oltre ai concerti già citati sopra, il calendario 2020 sarà ricco di appuntamenti. Gli eventi saranno circa un migliaio, tra concerti, conferenze e manifestazioni.
Il 16 marzo prossimo al Teatro di Vienna sarà possibile assistere al Fidelio, la sua unica opera lirica, rappresenta proprio in quel luogo la prima volta nel 1805. Il 25 e 26 aprile invece, a Bonn, la Filarmonica di Berlino delizierà il pubblico con una “Beethoven Marathon” suonando per 24 ore.
L’appuntamento più particolare sarà sicuramente quello del 28 aprile, sempre a Bonn, quando alcuni musicologi faranno sentire la decima sinfonia, l’incompiuta, completata per l’occasione grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale.
Fino al 26 aprile sarà aperta la mostra dedicata al celebre ritratto che Josef Karl Stieler fece al compositore.
Le celebrazioni termineranno con il concerto che si terrà al Parlamento di Bonn il 17 dicembre 2020.
Il sottosegretario alla cultura Monika Gruetters ha detto:
Beethoven incontra l’essere umano nel suo nucleo più profondo. Incontra la nostra umanità, la nostra capacità di provare gioia e dolore. La responsabilità che abbiamo nella protezione del creato.
È innegabile che Ludwig van Beethoven sia tra i compositori del passato che più suscitano emozioni nell’ascolto delle loro opere, questo giubileo sarà una grande occasione per riscoprirlo.