Lo scorso 30 novembre gli abitanti di Genova si sono destati sentendo il rotore dell’elicottero della Rai, che sorvolava più volte la città. A bordo vi era Alberto Angela, che eseguiva delle riprese per creare un video-documento unico nel suo genere.
Genova, detta la “superba”, che ha dato i natali ad illustri personaggi come Cristoforo Colombo, Niccolò Paganini, Nino Bixio, Papa Innocenzo VIII, Palmiro Togliatti, Pietro Germi e Cristiano De André, oggi si trova a fare i conti con il dissesto geologico e la tragedia del ponte Morandi.
Troppi gli anni in cui si è sfruttato il territorio indiscriminatamente ed ora il capoluogo ligure si trova a dover riparare quei danni, che con piu ragionevolezza si potevano evitare.
Genova è una città ricca di storia ed i differenti stili architettonici che si sono susseguiti nel tempo hanno composto un interessante “potpourri”, che attrae un discreto numero di turisti tutto l’anno.
Corso XX settembre, la fontana di Piazza De Ferrari, il palazzo ducale, l’antica lanterna, la casa di Cristoforo Colombo e l’acquario sono sicuramente le attrattive più conosciute e visitate della città.
In questo articolo vogliamo illuminare la Genova nascosta di cui raramente si sente parlare, non solo per desiderio personale, ma anche per avere un costruttivo confronto con un professionista importante, tale Alberto Angela.
Una delle zone che consigliamo vivamente di andare a vedere è quella detta dei Rolli e Strade Nuove che si dispiega su tre vie, Garibaldi, Cairoli e Balbi, che oltre ad essere fra le strade piu monumentali d’Italia, sono state dichiarate dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
I Rolli sono il soprannome genovese che gli abitanti diedero alle dimore aristocratiche, questo perché erano delle pergamene arrotolabili dove veniva scritta la prenotazione delle famiglie nobili per avere ospiti importanti nelle loro ville.
Questi palazzi blasonati conservano ancora il fascino della Repubblica marinara quale era Genova secoli fa. L’imbarazzo della scelta non puo farti mancare una visita alla preziosa pinacoteca di palazzo Bianco, che all’interno custodisce opere del Veronese, Filippo Lippi, Giorgio Vasari, Rubens e Van Dyck.
Adiacente a palazzo Bianco si trova palazzo Tursi, che oltre ad essere sede degli uffici comunali permette di ammirare la statua del Canova: La Maddalena penitente.
Davvero interessante lo spicchio di medioevo che offrono i palazzi che attorniano l’abbazia di San Matteo, una delle perle della città costruita in marmo e ardesia. Questa cappella gentilizia dei Doria incastonata fra i palazzi suscita stupore e tenerezza per le sue ridotte dimensioni che la fanno sembrare una pregiata bomboniera.
Concluso l’attonimento per l’abbazia, la tua attenzione sarà catturata dai palazzi Lamba Doria e Branca Doria, mentre il portale dalle raffinate incisioni decorative di palazzo Gnecco Quartara ti farà comprendere quanto i genovesi tengano al mito di San Giorgio che sfida il drago, poiché nella parte sopra l’architrave vi e un bassorilievo che raffigura questa leggenda.
Uno dei palazzi più belli di Genova è senz’altro palazzo San Giorgio, che si trova in centro, ma a ridosso del mare. Ricco di decorazioni ed eleganti disegni su tutte le facciate, ci regala anche una curiosità quasi inaspettata.
Si narra che durante la prigionia dell’esploratore Marco Polo dentro il suddetto palazzo, che spesso fungeva anche da carcere, il viaggiatore veneziano abbia dettato al suo compagno di galera ‘Il Milione’, il libro che Marco Polo ideò estrapolando gli aneddoti dal proprio diario di viaggio.
Davvero bislacco che uno dei libri più famosi scritti da un veneziano, sia stato concepito nella città nemica per antonomasia, quale era Genova durante l’epoca delle Repubbliche marinare.
A conclusione di questo articolo vorrei parlarti della bomba esposta nella cattedrale di San Lorenzo, poiché il 9 febbraio del 1941, un anno dopo l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, durante l’attacco da parte degli inglesi, un’ordigno squarciò il tetto della cattedrale cadendo poi a terra senza esplodere.
Il merito di questo miracolo più che a San Lorenzo i genovesi lo attribuirono alla Madonna, perché il capoluogo ligure è città mariana per eccellenza.
La bomba che vedrai all’interno della chiesa con tanto di targa marmorea commemorativa, naturalmente non è l’originale, poiché è prassi in questi casi che gli ordigni inesplosi vengano fatti brillare in mare in completa sicurezza.
Beffardo il fatto che questa copia della bomba sia stata fornita dall’industria genovese Ansaldo che fabbrico anche l’ordigno “vero”, come anche tutte le altre bombe che precipitarono quel giorno sulla città.
Anni prima dell’inizio della seconda guerra mondiale le industrie Ansaldo avevano venduto agli inglesi molti ordigni, che poi il destino ha voluto che tornassero a Genova nel peggior modo possibile.