Per la prima volta i Mesi scolpiti da Benedetto Antelami, e dalla metà del Duecento collocati nella prima galleria del Battistero di Parma, lasciano il proprio posto nella Galleria, per scendere nelle nicchie. I Mesi non sono solamente delle straordinarie opere d’arte ma anche delle preziose testimonianze del tempo in cui sono stati realizzati coi suoi risvolti religiosi, economici, sociali e culturali.
I Mesi e le Stagioni di Antelami scendono in occasione di Parma Capitale della Cultura 2020-2021
Inizialmente i mesi dovevano decorare il nuovo portale per la Cattedrale, ma già nel corso del XIII secolo l’opera fu smontata (probabilmente perché la sopraggiunta scomparsa di Benedetto Antelami impedì di completare il lavoro) e i mesi furono ricollocati nel Battistero già nel quarto decennio del Duecento. I Mesi saranno visibili ogni giorno, nelle date sopra indicate, dalle ore 10 alle ore 18. Il biglietto è di 12 euro per l’intero e 10 euro per il ridotto (con lo stesso biglietto si può visitare anche il Museo Diocesano). Sono previste riduzioni per le scuole. L’iniziativa fa parte del programma della Diocesi per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21. Per maggiori informazioni è possibile il sito di Parma 2020+21.
Il Ciclo dei Mesi di Antelami.
Nel Battistero, Benedetto Antelami è riuscito a fondere in modo mirabile architettura e scultura e il progetto, sul piano artistico e iconografico, verrà completato da una coerente decorazione pittorica così da costituire un opera-edificio impareggiabile. Il teologo ideatore del complesso apparato figurativo ha inteso proporre ai fedeli in chiave ottimistica il tema del mistero cristiano e della storia della salvezza tramite la misericordia divina e il sacrificio di Gesù Cristo, la cui figura è dominante in tutto il sacro edificio. Una visione d’avanguardia per il periodo storico, che vede solitamente riproporre il tema del mistero cristiano attraverso immagini evocanti il terrore del castigo e del peccato.
All’interno del battistero sono collocate le sculture ad altorilievo, appartenenti a un ciclo incompleto raffigurante i mesi e le stagioni. Questi erano probabilmente lavori per il portale principale della facciata del duomo, ma l’opera venne interrotta, forse a causa della morte di Antelami o di una sua partenza prematura.
In queste 14 sculture si descrive lo scorrere del tempo attraverso le situazioni caratteristiche dei singoli mesi riguardanti soprattutto i lavori agricoli, in quanto l’economia medievale è sostanzialmente un’economia rurale e il mondo predominante è quello dei contadini. Il Ciclo dei Mesi allinea quindi prevalentemente personaggi intenti ai lavori campestri, ad eccezione di quelli simboleggianti i mesi primaverili, rappresentati da nobili che sottolineano la fase gioiosa della ripresa stagionale.
Si comincia con Marzo, un giovane dai riccioli scomposti e vestito con una corta tunica, che suona uno strumento a fiato, l’olifante. Aprile è un re coronato coi capelli lunghi e ondulati, scolpito frontalmente. Indossa un abito dalle maniche lunghe sopra il quale porta un mantello all’antica; in una mano tiene un ramo fiorito a mo’ di scettro e nell’altra un fiore. La sua compagna è la leggiadra Primavera, che ha il capo cinto da una corona di fiori e i capelli le scendono lunghi sulla schiena.
Maggio è rappresentato da un uomo a cavallo, che indossa una corta tunica e cavalca un solido destriero, impugnando un falcetto. Per il mese di Giugno vediamo un contadino scalzo con una tunica dalle maniche lunghe che taglia le messi col falcetto. Luglio rappresenta la battitura del grano, effettuata da due cavalli. Con questo altorilievo, Antelami ci mostra il passaggio a questo nuovo sistema di trebbiatura dalla tradizionale battitura fatta manualmente col doppio bastone snodato.
Da Ottobre, che indica l’inizio della semina, tutti i mesi fino a Gennaio avranno la barba, ad indicare l’età matura. Anche il clima cambia e il contadino indossa scarpe chiuse con la suola rinforzata e, sopra la veste, un mantello, raccolto sul braccio sinistro così da formare un incavo nel quale pone le sementi che sparge. Il mese di Novembre viene presentato come un anziano con barba e baffi, indossante un vestito con le maniche lunghe e due solide scarpe, mentre ricurvo cava le rape. Dicembre appare ancora più anziano e con nobile espressione e gesto solenne taglia i rami spogli con una roncola.
In stretto rapporto con Gennaio è l’Inverno, un anziano con barba e baffi fluenti e col capo ricoperto da una cuffia di lana. Questo altorilievo indica sia la stagione fredda che rende la campagna spoglia, rappresentata con un albero secco. Inoltre rappresenta anche la fine dell’inverno stesso, con un albero fiorito. Infine possiamo vedere Febbraio, un giovane riccioluto che vanga la terra, pronta a rinascere a nuova vita.
Molto bello e significativo