C’è una grande tradizione teatrale in Italia, quella di Eduardo De Filippo. Oggi all’età di 91 anni ci ha lasciato uno degli esponenti di questa tradizione, Antonio Casagrande, padre di Maurizio che ha annunciato su Instagram
“E con oggi se ne va un pezzo della mia anima. Spero tanto che tu dall’alto possa sentire tutto l’amore e l’ammirazione di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti”.
A seguire le dichiarazioni di Vincenzo Salemme:
“Conoscendolo di persona ho capito che Antonio era un artista molto particolare. Forse non ha ricevuto quello che avrebbe meritato ma credo che questa mancanza sia stata conseguenza del suo carattere”.
Oggi conosciamo suo figlio Maurizio, che per anni ha lavorato nella compagnia di Vincenzo Salemme registrando numerosi successi teatrali e cinematografici. Il giovane Casagrande è figlio della tradizione e dell’amore per il palcoscenico, che suo padre Antonio gli ha trasmesso.
Antonio Casagrande: la sua carriera
Lo stesso Antonio è figlio del palcoscenico: nacque il 12 marzo del 1931 a Napoli e sempre a Napoli lascia questa Terra il 27 luglio 2022 all’età di 91 anni presso l’ospedale Cardarelli di Napoli.
Era figlio di un attore di prosa e di una corista del San Carlo di Napoli. A 6 anni ha interpretato il suo primo ruolo, un bambino nella Madama Butterfly. Studia poi al Conservatorio e si diploma in canto al San Pietro a Maiello di Napoli. Negli anni 60 esordisce come cantante lirico. Era un “basso buffo”, in genere interpretava il ruolo del vecchio che diventava tutore di qualche fanciulla che voleva sposare e dalla quale inevitabilmente veniva abbandonato per via di un pretendente più giovane e aitante.
Quando non ottenne più le scritture, anche per via del suo fisico piuttosto esile, cominciò a recitare con Enriquez che cercava un attore con abilità nel canto.
Vinse un concorso bandito da Eduardo De Filippo. I primi anni interpretava ruoli minori, poi debuttò con Il sindaco di Rione Sanità nel 1960 al Teatro Quirino di Roma. All’interno della compagnia di De Filippo rivestì anche i ruoli di aiuto regia e direttore di scena. Uno dei personaggi che ha amato di più è stato Luigi Strada in Ditegli sempre di sì, un ruolo che in origine era stato scritto per Peppino De Filippo.
Tra i suoi successi ricordiamo le trasposizioni cinematografiche di Sabato, domenica e lunedì, Ditegli sempre di sì, Filumena Marturano, Napoli milionaria, Il sindaco di Rione Sanità.
Poiché è stato molto vicino ad Eduardo, in molte interviste Antonio Casagrande ha dichiarato che il teatro attuale non è più quello di una volta basato sul “capocomicato”. Molti attori hanno fatto la gavetta, rubando i trucchi del mestiere da personalità come Eduardo De Filippo o Erminio Macario. Oggi si tende a saltare questa gavetta e a diventare subito primi attori o autori.
Una degli ultimi spettacoli che rappresenta la sintesi della carriera di Casagrande, è Una Serata d’onore, Caffè notturno realizzata con il figlio Maurizio. Il progetto era nato dalla passione per L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello, la sua sensibilità verso la formazione dei giovani e la volontà di far conoscere la tradizione del passato attraverso uno studio rigoroso e tanta umiltà.
Don Liborio Occhialoni
Negli anni 60 Antonio Casagrande ha inciso due LP creando un personaggio umoristico, Don Liborio Occhialoni. Le sue canzoni di protesta, molto ricercate dai collezionisti, si possono considerare di attualità.
Tra queste ricordiamo Ballata post bellica, ballata metereoillogica, ballata edilizia, ballata emigratoria, ballata riformatoria, ballata bradisismica. Con ” Li Ciaravoli ” ha inciso : ballata pullmannatoria, ballata semaforica, ballata cabinatelefonatoria, ballata pallonatoria, ballata monnezzatoria e sogno di Verginella (cantata da Maria Basile) .
Tra i temi trattati ci sono la speculazione edilizia, l’emigrazione, la sanità e i problemi con la burocrazia, l’inefficienza nella gestione dell’emergenza abitativa dovuta al terremoto, il traffico, i problemi con la gestione della spazzatura.
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Doppiaggio e cinema
La sua voce, in grado di spaziare dal canto alla recitazione si è prestata al doppiaggio. Ha dato la voce a Hiram Keller in Satyricon di Fellini, a Mario Pilar in Piedone lo sbirro, a Enrico Maria Salerno in No il caso è felicemente risolto, a Gipo Farassino in Un uomo, una città.
Ha lavorato molto al cinema in particolar modo con Nanni Loy in Le quattro giornate di Napoli e Detenuto in attesa di giudizio, con Luciano De Crescenzo in Così parlò Bellavista, con Vincenzo Salemme in Amore a prima vista, con Sergio Rubini in I fratelli De Filippo.
In televisione ricordiamo invece L’ultimo Pulcinella, regia di Maurizio Scaparro, per la regia del figlio Maurizio Casagrande con Una donna per la vita e Babbo Natale non viene dal Nord.
Caro lettore, conoscevi questo attore?