L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) ha espresso forte dissenso contro l’obbligo della patente a punti per la sicurezza in cantiere, interpretazione avanzata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL). La norma, che si applica ai liberi professionisti che operano nei cantieri edili, pone una disparità di trattamento rispetto ad altre professioni intellettuali, come architetti e ingegneri, che ne sono esenti.
Un rischio per migliaia di professionisti
Secondo l’ANA, questa disposizione mette a rischio il futuro lavorativo di migliaia di archeologi liberi professionisti. “Obbligare gli archeologi, prestatori di lavoro intellettuale, a sottostare alla patente a crediti è lesivo per il settore”, ha dichiarato Marcella Giorgio, presidente dell’associazione. La norma potrebbe portare a:
- Perdita di commesse
- Mancati pagamenti per prestazioni già effettuate
- Minacce lavorative ricevute da professionisti, preoccupati per la propria posizione.
Disparità di trattamento e conflitto normativo
L’associazione sottolinea come questa interpretazione dell’INL entri in conflitto con la normativa di settore, che esenta le professioni intellettuali dall’obbligo. “Perché gli archeologi devono essere trattati diversamente da altre categorie simili?” si domanda l’ANA, evidenziando l’incomprensibilità di una misura che appare discriminatoria.
Un appello per il settore
L’ANA chiede chiarimenti e modifiche alla norma, sottolineando la necessità di proteggere una categoria già messa a dura prova. Il rischio è che, senza un intervento tempestivo, l’obbligo della patente a punti penalizzi ulteriormente un settore cruciale per la tutela del patrimonio culturale italiano.
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