Arte e pericolo sono due termini che non dovrebbero essere contenuti nella stessa frase ma purtroppo gli annali sono pieni di incresciosi ed a volte irreparabili, episodi di vandalismo nei confronti di capolavori inestimabili divenuti patrimonio di tutti.
Ultima ma solo in termini di tempo è la torta in faccia che la regina di tutti i capolavori si è recentemente beccata in barba a rigorosi controlli, telecamere di sicurezza e quant’altro.
La Gioconda infatti è stata oggetto di attenzione da parte di uno squilibrato e francamente non può essere appellato in maniera diversa, che lo scorso 29 maggio, all’incirca verso mezzogiorno, camuffato da una parrucca e fingendosi disabile, bisognoso dell’ausilio di una sedia a rotelle per la deambulazione, ha lanciato una torta di panna sulla Gioconda.
A detta dei presenti che non hanno lesinato in seguito ogni sorta di dichiarazione corredata da supporti video da ogni angolazione, il lancio discretamente preciso, è avvenuto di soppiatto, tanto che in pochi hanno potuto capire cosa stesse realmente accadendo.
L’intento è stato più chiaro invece a tutti, appena qualche secondo dopo il fatidico lancio, quando lo squilibrato ha urlato frasi sconnesse, sia pur di significato compiuto, giustificando il gesto come un richiamo alla sofferenza del pianeta, tema secondo lui non sufficientemente supportato dal mondo dell’arte.
Singolare presa di posizione, non condivisibile in nessuna delle sue sfaccettature.
Il Signor tal dei tali che volutamente non voglio in questo articolo indicare con la denominazione con cui risulta registrato all’anagrafe, in un sol colpo ha abbattuto più confini eticamente rilevanti.
Fingersi un’anziana Signora con tanto di parrucca e scialle, fingersi disabile con tanto di sedia a rotelle provocherà a livello di percezione sociale un acuirsi della diffidenza, proprio verso categorie più fragili come quelle indicate.
Naturalmente l’appello di tutti come quello del mondo dell’Arte, è di non cedere a tale atteggiamento poichè, sia pur in parte si rischierebbe di fare in qualche modo, il gioco dello squilibrato.
Confidando nella lungimiranza di tutti al museo del Louvre per primi hanno voluto girare pagina sull’accaduto e un solerte impiegato ha immediatamente provveduto alla pulizia della teca che per fortuna, ormai da anni, protegge la Gioconda.
Non è però la prima volta che il mondo dell’Arte viene preso di mira
Se consideriamo che la Gioconda è il capolavoro dell’arte che forse più ha subito attacchi da parte di facinorosi squilibrati, compreso un misterioso furto risoltosi favorevolmente ma non certo in tempi brevi, non miglior sorte è capitata ad altre grandi opera d’arte.
Forse non in modo continuativo e ricorrente come nel caso del capolavoro di Leonardo ma certamente duri colpi ad un patrimonio artistico di inestimabile valore che rappresentano ferite indelebili per sempre.
L’arte dunque oggetto di vandalismo per richiamare l’attenzione su un tema che a sua volta, parafrasando, è oggetto in qualche modo di eguale vandalismo perpetrato sia pur in modi differenti.
Colpire la Gioconda per accendere i riflettori sulla questione dell’emergenza ecologica del pianeta è francamente un qualcosa di veramente stupido e insensato.
Il vetro messo a protezione dell’opera d’arte è riuscito anche questa volta a fare il suo dovere tanto che il dipinto non ha subito per fortuna alcun danno.
Vetro che resse bene anche nell’agosto del 2009, quando un turista lanciò una tazza di tè centrando in pieno l’opera esposta.
Nel 1974, in trasferta a Tokyo in giappone, un altro vandalo provò a rovinare l’opera d’arte con l’aiuto di uno spray color rosso.
E ancora prima, correva l’anno 1957, un cittadino boliviano lanciò un sasso contro il dipinto, danneggiandolo leggermente perché all’epoca non era coperto dal vetro e dalla teca come negli ultimi anni.
Agghiaccianti le parole raccolte dal quotidiano francese Le monde che riuscì ad intervistare l’autore dell’assalto alla gioconda:
Avevo un sasso in tasca, e all’improvviso mi è venuta l’idea di lanciarlo
Direi che è tutto e speriamo non ci sia una prossima volta per questa come per le altre opere d’Arte.