Caro iCrewer, stai seguendo le Olimpiadi di Tokyo 2020/21? La scorsa settimana abbiamo parlato dello judo, adesso parleremo del karate. Un’altra arte marziale che non è solo sport, ma disciplina, rigore, filosofia e rispetto.
La filosofia nipponica è il fulcro delle arti marziali giapponesi, che non nascono solo con l’intenzione di attaccare o difendersi. L’arte marziale, sia che parliamo di judo, karate, jujitsu, aikido, sumo o kendo, hanno l’obiettivo di far crescere spiritualmente l’atleta, o sarebbe meglio dire il guerriero o samurai.
Il Karate: storia e regole dell’arte marziale
Il karate-dō (空手道 “via della mano vuota”), è un’arte marziale originaria dell’isola di Okinawa, nel Regno delle Ryūkyū, le cui isole nel 1879 vennero annesse al Giappone con il nome di Prefettura di Okinawa.
Il praticante di karate dovrebbe allenare la propria mente affinché sia sgombra, vuota da pensieri di orgoglio, vanità, paura, desiderio di sopraffazione; dovrebbe aspirare a svuotare il cuore e la mente da tutto ciò che provoca preoccupazioni, non solo durante la pratica marziale, ma anche nella vita.
Il karate deriva dal budo, un’arte marziale giapponese. Si trattava di una tecnica di combattimento a mani nude praticata dai guerrieri feudali. il Maestro Gichin Funakoshi ha perfezionato la tecnica ed è stato il il fondatore dello stile Shotokan. La pratica dello Shotokan è diviso in tre parti: kihon (le tecniche fondamentali), i kata (forme o sequenze di movimenti, ovvero un combattimento reale contro uno o più avversari immaginari), i kumite (combattimento).
Nel 1900 si estese in tutto il Giappone e divenne sport a tutti gli effetti solo dopo il 1950. La nascita della federazione internazionale è avvenuta nel 1970. La sua istituzione ha notevolmente contribuito alla diffusione della disciplina.
Nell’agosto 2016, il Comitato olimpico ha introdotto il karate tra le discipline olimpioniche. Un bel traguardo, che viene avvalorato dal fatto che la disciplina debutta in Giappone, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo. Per l’occasione olimpionica, saranno due le discipline: le gare di kumite (combattimento) per tre categorie di peso e una gara per il kata (esercizio individuale e di gruppo) entrambe sia maschile che femminile.
Qual è l’obiettivo dell’arte? Quest’arte marziale giapponese combina diverse tecniche di combattimento difensivo e offensivo. Per la pratica, due karateka si sfidano con l’intento di assalire o controllare l’avversario. L’obiettivo del karate è mettere al tappeto l’avversario in un colpo solo, con un pugno o un calcio.
I principi e filosofia
Come tutte le arti marziali, anche il karateka deve raggiungere la perfezione attraverso la pratica e la costanza.
- Onore, il budoka deve avere una condotta impeccabile,
- Fedeltà, che richiede sincerità nelle parole e nelle azioni;
- Sincerità, necessaria per tutti i rapporti;
- Coraggio, la forza d’animo per affrontare le avversità;
- Bontà e benevolenza, segni di coraggio;
- Umiltà, che equilibra l’animo;
- Rettitudine, è formata dalla lealtà, dall’onestà e dalla sincerità;
- Rispetto, volto verso il prossimo, anche per evitare conflitti;
- Autocontrollo, capacità di controllare i propri sentimenti, pulsioni, istinti.
Differenze tra karate e judo
Sebbene siano due arti marziali nipponiche, judo e karate sono molto diverse, anche se presentano punti di unione, soprattutto a livello filosofico. Sono entrambi sport da combattimento, che se svolti adeguatamente, possono permettere ai praticanti di difendersi da chi è più forte o grosso di loro.
Molto genericamente, potremmo definire l’arte della mano aperta un’arte più aggressiva e da attacco. Ma un buon karateka che ha appreso pienamente i principi della disciplina marziale, difficilmente attaccherà in un contesto diverso dal dojo.
Il judo è uno sport da contatto, dove l’avversario deve essere bloccato e controllato, o proiettato in maniera pulita e corretta. Invece, come già spiegato, nel karate, il combattimento è più veloce e distante.
Adesso che conosciamo un po’ il karate, siamo pronti per tifare Italia dal 5 al 7 agosto. Tifiamo i nostri 5b atleti: Viviana Bottaro e Mattia Busato nel kata, Angelo Crescenzo nel kumitè -67kg, Luigi Busà nei +75kg e Silvia Semeraro nei +61kg.