Una mostra sensazionale che metterà a confronto gli esponenti principali della Pop & Street-Art: Banksy e Warhol a Palazzo della Cultura-Catania, si racconteranno attraverso le loro opere e le loro differenze di stile.
Un’esposizione che gira attorno a due temi fondamentali che accomuna i due artisti e allo stesso tempo li mette a confronto tra loro: la musica e il cinema.
La mostra sarà disponibile fino al 2 giugno 2022 a Palazzo della Cultura in Via Vittorio Emanuele II 95131 Catania (CT), aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19.
Info e biglietti: https://www.warholbanksy.com/
Pop & Street-Art Palazzo della Cultura: Banksy e Warhol
Una mostra curata da Sabina de Gregori e Giuseppe Stagnitta, con le opere più importanti di Banksy e Warhol, provenienti da collezioni di tutto il mondo, sia di privati che da gallerie note (da Londra, a Dubai alla Fondazione Warhol) ed organizzata da E-VENTI di Massimo Costantino e Marco Ugo Grimaldi.
1000 opere esposte che raccontano le differenze di Banksy e Warhol, i due artisti più noti dell’arte contemporanea messi a confronto inaspettatamente in una mostra inedita.
Andy Warhol con le sue rappresentazioni pop, uno degli artisti più trasgressivi dell’arte e rivoluzionario, l’artista che più si esponeva al pubblico, ai “paparazzi”, il più fotografato, contro l’anonimato Banksy, un artista rivoluzionario ma soprattutto controcorrente, non si conoscono né volto e né voce di tale abile artista che si fa apprezzare per la sua creatività e per le sue continue contestazioni, i suoi disegni di street-art sono dei manifesti che denunciano e parlano di temi importanti, non per questo rischia l’arresto da Disneyland alla Palestina.
Due artisti, Banksy e Warhol, messi a confronto attraverso le loro opere d’arte: La Kate Moss di Banksy una rivisitazione della Marilyn di Warhol del 1962, i ritratti politici di Mao e Lenin di Warhol in contrapposizione con i ritratti di Lincoln, Winston Churchill e la Regina Elisabetta di Banksy; il Self Portrait del 1967 di Warhol e il famoso murales della Bambina con l’Hula Hoop di Banksy con la tecnica stencil esposto a Nottingham nel 2020 e adesso per la prima volta in Italia, ed ancora Mick Jagger, Billy Squier e Judy Garland di Warhol e tante altri murales di Banksy.
Due arti differenti diventate “marchio indistinguibile”.
“Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti” diceva Warhol e Banksy risponde: “Ognuno nella vita avrà 15 minuti di anonimato”.
“Due artisti, Banksy e Warhol, che ci siamo divertiti molto a mettere a confronto. Da una parte Andy Warhol che è l’ipervisibilità di sé stesso mentre Banksy ancora oggi è anonimo. Il primo paragone tra i due artisti è proprio questa differenza di visibilità che come tutte le loro opere fa un percorso circolare, che anche se uno va a destra e l’altro a sinistra, poi s’incontrano nello stesso punto”. – Sabina de Gregori, autrice della prima monografia in Italia su Banksy
“Nel lavoro di Banksy è esplicito il riferimento a Warhol, anzi è così esplicito che lo stesso Banksy nel 2007 a Londra intitola la sua mostra Banksy Vs Warhol, facendo già il primo paragone lui , anche se io faccio parte della curatela dalla parte Warhol, ho approfondito lui nella mia esperienza. Cosa ci comunica con questa provocazione?”- Stagnitta
In realtà che c’è un percorso che inizia da Duchamp e arriva fino a oggi in cui non si dà molta importanza all’oggetto ‘arte’ ma si dà più importanza al personaggio; cioè l’uomo/artista diventa arte stessa, é la sua performance. Warhol quando tornava a casa si toglieva la parrucca, quella era una sua azione giornaliera, molte volte quando veniva invitato ai parties o alle inaugurazioni mandava dei sosia, e lui restava a casa. Per cui la loro vita in comune è questa. La loro vita è stata una performance”.
Banksy e Warhol, due artisti a confronto
In The Philosophy of Andy Warhol (From A to B & Back Again), si può leggere un pensiero dell’artista lasciato durante un’intervista:
“Se c’è una cosa grandiosa dell’America è che qui è iniziata la tradizione in base alla quale i più ricchi consumatori comprano essenzialmente le stesse cose dei più poveri. Tu guardi la tv e vedi la Coca-Cola, e sai che il Presidente beve la Coca-Cola, Liz Taylor beve la Coca-Cola e puoi pensare che anche tu bevi Coca-Cola.
Una Coca-Cola è una Coca-Cola e non esiste nessuna somma di denaro che possa garantirti di bere una Coca-Cola migliore di quella che sta bevendo un barbone all’angolo della strada. Tutte le Coca-Cola sono le stesse e tutte le Coca-Cola sono buone. Liz Taylor lo sa, il Presidente lo sa, il barbone lo sa, e lo sai anche tu”.
Warhol divenne molto attento alla “società dei consumi”, agli oggetti di uso quotidiano. Li osservava, li immaginava spostati nel contesto marketing d’arte, li disegnava, li produceva in serie dandogli ancor più valore. È per questo che molti marchi son diventati famosi grazie anche alla produzione artistica di Warhol.
Andy Warhol abbandonò l’arte stessa per dedicarsi al commerciale, iniziò a capire, avvicinandosi al Neo Dada che l’arte si stava spostando per altre vie, diventava fredda, meccanica, superficiale e lui stesso volle diventare un artista-macchina che produceva le sue opere in serie, non inventava l’arte, non riproduceva emozioni, ma ripeteva gli oggetti ed i soggetti all’infinito trasfigurandoli solo con il colore.
E mentre a Warhol piaceva mostrarsi, in contrapposizione a lui, appare un altro artista che, invece, vive nell’anonimato e nell’ombra ed emoziona per le sue creazioni artistiche. La street-art di Banksy parla da sè, nel momento in cui Banksy si mostra, scompare dopo poco e probabilmente chiunque l’ha visto, ma non ha capito di essere stato davanti ad uno degli artisti più famosi al mondo.
Solo una volta si mostrò a due poliziotti che lo cacciarono con i suoi stessi quadri, nel 2019 a Venezia, con la sua opera Venice in oil, un’opera fatta di varie tele che si univano tra loro facendo apparire una grande nave armeggiata a Venezia, un titolo che può significare Venezia in olio su tela ma può alludere anche a Venezia immersa nel petrolio, e Banksy non è solo noto per la sua abilità artistica ma proprio per le sue varie denunce attraverso l’arte.
Nonostante le differenze abissali che vengono messe in mostra, si notano alcune similarità come le influenze Dada e Neo-Dada, mentre Warhol fa diventare i suoi soggetti degli oggetti-opera, Banksy fa diventare la sua arte azione, entrambi attirando l’attenzione mediatica.
“Le nostre provocazioni, le dimostrazioni, sono soltanto un mezzo per fare andare in collera il piccolo borghese, risvegliando così in lui la coscienza della propria vergogna”. Tristan Tzara-1918, Manifesto Dada
In molte sue opere sono evidenti tutti gli elementi tipici del dadaismo: dissacrazione del concetto di
arte, indifferenza circa il buono e il cattivo gusto, spaesamento e spostamento di contesto, slittamento
di contenuti dalla sfera estetica a quella verbale, ironia. Peculiarità tutte presenti nelle opere e nelle
performance di Banksy e Warhol. Un punto in comune in una costellazione di differenze.
Prendendo ad esempio la Gioconda l’opera nota di Leonardo Da Vinci vediamo che mentre Duchamp esponente del Dadaismo vuole soltanto rovinare un capolavoro, Warhol lo riproduce in serie facendolo diventare oggetto e Banksy lo decontestualizza portandolo sul tema della guerra, molto noto nelle sue opere.
“Anche il concetto della Factory, che in Warhol era espressa, riconosciuta e promossa; si sapeva chi era coinvolto, circolavano immagini ed era un luogo dove potere andare; mentre Banksy, ha sicuramente ha una factory, di persone che se non lo sostituiscono, quanto meno lo assistono per fare quello che deve fare.
Quindi emerge il nome dell’artista ma intorno hanno una rete di persone che li aiutano nel lavoro. E poi sì è vero la perdita di senso rispetto all’oggetto dell’arte che per Banksy forse coincide un po’ di più invece con il senso che mette nelle opere, per lanciare dei messaggi, chiari. La sua é un’azione, una forma di protesta contro un sistema”.
Info e biglietti della mostra Banksy e Warhol: https://www.warholbanksy.com/