La street art è, per sua natura, effimera. Ma quando si parla di Banksy, quel confine tra temporaneo e permanente si fa più sottile, più urgente, più delicato. A Venezia, la notte del 23 luglio 2025, è successo qualcosa che molti attendevano da anni: The Migrant Child, l’opera comparsa misteriosamente nel maggio del 2019 sulla facciata di Palazzo San Pantalon, è stata staccata dal muro e salvata.
Un salvataggio necessario, forse tardivo, ma condotto con precisione chirurgica dopo che circa il 30% dell’opera risultava ormai compromesso. La causa? Sei anni di intemperie, incuria, e l’invisibile logorio del tempo.
L’intervento: restauro e rinascita

Il lavoro è stato affidato al restauratore Federico Borgogni, che ha iniziato il delicato intervento lo scorso 3 giugno. Prima fase: depolveratura, consolidamenti e pulitura. Solo dopo è stato possibile avviare la parte più critica del processo: il distacco dell’opera dalla parete.
Stanotte, quel momento è finalmente arrivato. Una porzione della muratura è stata rimossa con cura millimetrica. Non si è trattato di un semplice prelievo: è stato un gesto chirurgico, pensato per preservare ogni residuo pigmento ancora leggibile.
Cosa succede ora a The Migrant Child?
L’opera è stata trasferita in laboratorio, dove verrà posizionata su un nuovo supporto conservativo, più stabile e adatto alla sua sopravvivenza nel lungo periodo. Seguiranno:
- la rimozione delle parti murarie danneggiate
- la stuccatura delle lacune
- un’integrazione pittorica a sottotono, ovvero rispettosa del tratto originale e visivamente riconoscibile.
Una volta concluso l’intervento, l’opera tornerà visibile gratuitamente al pubblico, come da progetto Ifis art, in collaborazione con le autorità di tutela veneziane.
Perché The Migrant Child conta
Apparsa in silenzio durante la Biennale d’Arte del 2019, The Migrant Child mostra una bambina con giubbotto salvagente, inginocchiata tra le onde, con un razzo segnaletico in mano. Nessuna firma, ma lo stile non lasciava dubbi: era Banksy, in una delle sue apparizioni più poetiche e politicamente taglienti.
Nel pieno della crisi migratoria e del dibattito sulle morti nel Mediterraneo, quella figura fragile e accesa, dipinta su una parete veneziana affacciata sull’acqua, diventava un’icona silenziosa e scomoda.
Street art e conservazione: una questione aperta
La vicenda di The Migrant Child rilancia un interrogativo mai risolto: si può davvero restaurare la street art? E se sì, senza tradirne il senso originario?
Banksy stesso ha più volte messo in discussione la musealizzazione delle sue opere. Ma quando l’alternativa è la perdita totale, come nel caso veneziano, il restauro diventa una forma di responsabilità pubblica. Un modo per non dimenticare.
Anche perché, nella Venezia dei grandi eventi, delle navi da crociera e delle Biennali, quella bambina resta una delle immagini più vere e più vulnerabili.
E ora?
Non sappiamo ancora dove verrà esposta stabilmente. Ma la certezza è una: The Migrant Child è salva. Grazie a un intervento che ha richiesto pazienza, risorse e soprattutto la volontà di prendersene cura.
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