La Basilica di Assisi, certamente più nota come la Basilica di San Francesco, da centinaia di anni è luogo indiscusso di preghiera e simbolo, noto in tutto il mondo, del culto del Santo poverello che nella cripta inferiore ha trovato la sua ultima attuale dimora.
Un luogo sacro che fin dalla sua costruzione ha assunto questo impegno morale incondizionato e tale ruolo ha fin da subito trovato riscontro nelle opere architettoniche e pittoriche che via via nel corso degli anni e dei secoli hanno avuto accoglienza in questo luogo sacro.
La sacralità è il filo conduttore che ha guidato l’evolversi delle opere d’arte poste ad ornamento delle tre basiliche sorte in tempi diversi.
Appena dopo la morte di San Francesco, la Basilica di Assisi fu presa come punto di riferimento da una gran parte della cristianità, scossa dal grande e mirabile esempio del Santo poverello.
Fu così che intorno al 1280 venne affidato a Giotto il compito di rappresentare i punti salienti della vita di San Francesco, con degli affreschi nella Basilica Superiore.
Raffigurazioni a cui l‘Ordine dei Frati minori che da sempre ha la gestione della Basilica di Assisi, aveva in gran considerazione, tanto da affidarne la realizzazione al pittore più famoso del tempo, Giotto, il quale forse tradì un po’ la profonda fiducia riposta in lui, nascondendo negli affreschi realizzat, un mistero che è rimasto tale per circa 800 anni.
Nessuno prima degli ultimi restauri aveva posto attenzione ad una misteriosa presenza dipinta da Giotto tra gli affreschi raffiguranti la vita e con essa il pensiero di San Francesco.
Dopo centinaia di anni dunque, durante un intervento mirato di conservazione e restauro, è stato notato che una nuvola, dipinta certamente dal maestro, presentava qualcosa di misterioso ed inquietante.
Dopo un approfondimento e una visione da vari punti d’osservazione dello spazio affrescato, si delineò ben presto alla vista degli osservatori un inquietante quanto realistico e ben definito profilo di un demone completo di corna nere.
Lo sgomento fu a dir poco unanime. Veder comparire da quella che per centinaia di anni era stata dal suolo, guardando all’insù, una semplice nuvola, vista da milioni di visitatori, nascondeva invece il più inquietante dei misteri: il volto di Satana.
A questo punto non saprei da quale parte far pendere l’ago della bilancia del mistero, se dal lato di milioni di visitatori che hanno nel corso dei secoli ammirato l’opera pittorica o nella grandezza di Giotto che è riuscito con la sua arte a celarla per lo stesso tempo.
Nella Basilica di Assisi il mistero del demone tra le nuvole ma non è l’unico esempio di nascondiglio pittorico
Prima della scoperta del demone nella Basilica di Assisi, era considerato Andrea Mantegna il primo ad aver nascosto in una sua opera un inganno visivo.
Era il 1460 e il Mantegna camuffò in una nuvola, nel suo dipinto di San Sebastiano, visibile nel Kunsthistorisches Museum di Vienna, le fattezze di un cavaliere.
Primato questo scalzato a quanto sembra da Giotto con la presenza demoniaca raffigurata in un quadro raffigurante le vita di San Francesco.
Ovviamente non si conoscono ancora i motivi che abbiano spinto Giotto a raffigurare all’interno della Basilica Di Assisi la figura così ben delineata di un demone ma certamente va ricordato che, sebbene più tardi ma il retaggio di certe credenze si sa parte da lontano, nel medioevo si andrà sempre più delineando l’idea che anche in cielo ci fosse la presenza dei demoni con il compito di contrastare l’ascesa delle anime.
Ci saranno sicuramente approfondimenti in tal senso che sveleranno o formuleranno teorie plausibili circa l’ardita scelta di Giotto ma intanto questa singolare scoperta ha fatto sì che venissero indagate altre opere di Giotto, al fine di trovare similitudini ed in effetti, uno sguardo può attento agli affreschi della Cappella degli Scrovegni di Padova, ha fatto emergere la presenza ben delineata di due volti, incastonati in una piccola area sotto la croce sorretta dagli angeli.
Una corrispondenza singolare ma che al momento non eguaglia l’inquietudine che suscita la vista di un demone proprio all’interno della Basilica di Assisi.