Norcia è tornata a respirare. A nove anni dal sisma del 2016, la Basilica di San Benedetto ha riaperto le sue porte, restituendo alla città il suo centro spirituale e identitario. L’emozione che ha attraversato la piazza centrale oggi è difficile da descrivere: cittadini, giornalisti, curiosi e pellegrini si sono ritrovati davanti alla facciata che un tempo appariva sventrata, oggi di nuovo intera, forte, luminosa.
Il 30 ottobre 2016, le immagini della chiesa distrutta fecero il giro del mondo, diventando il simbolo della fragilità e insieme della resistenza del Centro Italia. Quel terremoto, il più violento di una lunga scia sismica, cancellò interi borghi come Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Nove anni dopo, la basilica di Norcia è tornata a vivere, non come copia del passato ma come segno di un futuro possibile.
Un restauro come atto di fede
Il restauro è stato un lavoro di precisione, un dialogo tra pietra e memoria. Ogni frammento della Basilica è stato numerato, catalogato e studiato. Le pietre originali sono state riposizionate, ove possibile, nei loro punti d’origine. Nulla è stato lasciato al caso: anche le macerie sono diventate parte del nuovo edificio, come se il dolore stesso fosse stato rimesso al suo posto.

Il progetto è frutto della collaborazione tra Eni, il Commissario straordinario per la ricostruzione, il Ministero della Cultura, la Regione Umbria, il Comune di Norcia e l’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Una sinergia che ha unito competenze, risorse e soprattutto visione.
“Norcia ritrova se stessa, ma non si era mai persa”, ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli durante la cerimonia, ricordando la tenacia degli umbri e la loro capacità di resistere.
La bellezza nata dalle ferite
Il restauro ha portato con sé anche scoperte inattese. Due affreschi riemersi alla sinistra dell’ingresso testimoniano come, persino nelle lacerazioni, possa germogliare la bellezza. Non tutto è stato ricostruito com’era: la nuova basilica conserva i vuoti lasciati dal tempo, in attesa che un giorno possano essere colmati.
Paolo Iannelli, coordinatore dei lavori, ha spiegato che la chiesa riprende l’aspetto settecentesco ma senza falsificare la storia. I colori utilizzati sono quelli emersi dalle analisi stratigrafiche della pietra, restituendo autenticità e armonia. “Abbiamo voluto rispettare la verità del luogo, senza nascondere le sue cicatrici”, ha raccontato.
Dalla distruzione alla rinascita
La basilica di Norcia non è solo un edificio restaurato: è un simbolo collettivo di ricostruzione. “Abbiamo recuperato la maggior parte dei conci crollati con tecniche moderne, rendendo l’edificio antisismico”, ha dichiarato Vito Barozzi, fondatore della Cobar Spa, l’impresa che ha condotto i lavori.
Un progetto complesso, ma anche una sfida di fede e ingegneria. “È una resurrezione”, ha commentato Giuseppe Zafarana, presidente del cda di Eni. “Restituiamo un simbolo di comunità e di speranza”.
Per la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, la riapertura della Basilica segna un punto di svolta: “Da qui riparte la ricostruzione”.
Monsignor Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia, ha dato al momento una lettura più profonda: “San Benedetto ritrova la sua casa e ci ricorda che la società si costruisce solo guardando al bene comune”.
Un applauso lungo nove anni
Quando al tramonto il portone si è riaperto, la piazza è rimasta in silenzio. Poi un applauso, spontaneo, ha riempito l’aria. I volti dei cittadini, illuminati dal videomapping di Eni che proiettava sul rosone le parole del patrono d’Europa, raccontavano un’emozione semplice ma assoluta: la consapevolezza di aver resistito.
Molti dei bambini presenti non avevano mai visto la Basilica com’era. Per loro, questa non è solo una riapertura: è una prima volta. E forse è proprio questo il senso più profondo della ricostruzione, trasformare la memoria in futuro.
La rinascita di Norcia
Il sindaco Giuliano Boccanera ha chiuso la giornata con una frase che riassume tutto: “San Benedetto ci ha insegnato l’ora et labora. È quello che abbiamo fatto in questi nove anni.”
Ora la Basilica di Norcia è di nuovo un punto di riferimento, non solo per i credenti, ma per chiunque creda nella possibilità di rinascere dalle proprie macerie. La sua storia ci ricorda che la bellezza non è solo nelle pietre, ma nella volontà di rialzarle, una per una.
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