Il celebre concerto dei Beatles sul Rooftop rappresenta una delle scene più iconiche della storia della musica, un esempio in cui la musica arriva ovunque portando gioia. Nelle varie clip di preparazione di questo concerto, si percepisce infatti un clima spensierato, un profondo ed intimo legame tra i musicisti, quella voglia inarrestabile di lasciare traccia nella storia e la pura gioia dell’esibizione dal vivo. Eppure i loro rapporti si stavano deteriorando!
Un momento celebre, omaggiato da numerosi artisti. Nelle sale italiane della Imax, dal 9 al 13 febbraio viene presentato un lavoro del regista Peter Jackson (noto per pellicole come Il Signore degli anelli.) dal titolo The Beatles – Get Back The Rooftop concert, in una versione di 60 minuti.
Il concerto è tratto dalla docuserie di Peter Jackson, fruibile su Disney+ e verrà dunque rimasterizzato in digitale attraverso la IMAX Experience e la tecnologia proprietaria IMAX DMR.
Se vuoi vedere il concerto per intero puoi visitare le pagine social del sito di Disney:
- https://www.facebook.com/WaltDisneyStudiosIT/
- https://www.instagram.com/waltdisneystudiosit/
- https://www.youtube.com/user/WaltDisneyStudiosIT
Megan Colligan, Presidente di Imax Entertainment, afferma
“Siamo davvero entusiasti di collaborare con Disney per portare Get Back su un palcoscenico completamente nuovo e offrire ai fan dei Beatles in tutto il mondo l’opportunità unica di guardare e ascoltare i loro eroi attraverso l’impareggiabile immagine e suono di IMAX”.
Per ulteriori informazioni sulla società IMAX consulta il sito.
The Beatles-Get Back The rooftop concert: la docuserie e le ricerche di Peter Jackson
La docuserie per la regia di Peter Jackson è stata trasmessa su piattaforma streaming il 25, 26, 27 novembre 2021 e inoltre il 27 novembre al Torino Film Fest è stato presentato un fan event con un esclusivo sneak peek di 100 minuti. E’ stata prodotta da Paul Mc-Cartney, Ringo Starr, Yoko Ono, Olivia Harrison, Johnatan Clyde e Peter Jackson.
Jackson ha realizzato la sua docuserie in tre episodi e avuto accesso ad una serie di filmati inediti che ha consultato e studiato per quasi 60 ore. In 50 anni è stato l’unica persona a godere del privilegio di rivedere quei filmati girati in 21 giorni da Michael Lindsay-Hogg nel 1969.
Apple corps ha contributo alla produzione di Get back e aveva già acquisito i filmati e digitalizzato i nastri audio Nagra originali. Successivamente i nastri sono stati restaurati dalla Park Road post production della Nuova Zelanda.
Attraverso questa operazione di sapiente e preciso restauro, effettuato inquadratura per inquadratura, Peter Jackson ci ha restituito il processo creativo dei Beatles, che è al centro di Get back. John, Paul, Ringo e George stavano lavorando a ben 14 canzoni che avrebbero dovuto comporre la scaletta del loro concerto dal vivo dopo oltre due anni. Nonostante la forte pressione non persero il senso della loro amicizia, benchè i loro percorsi artistici stessero ormai prendendo direzioni diverse.
Tutto questo crogiolo di emozioni contrastanti che dipingevano gli ultimi atti di uno storico sodalizio umano ed artistico, hanno preso forma su quel tetto dell’edificio di Apple a Savile Row a Londra. Non fu una performance pubblicizzata, tuttavia fu il risultato di un lavoro che durava da diverse settimane.
Paul Mc-Cartney racconta che all’epoca era necessario creare una performance per chiudere il documentario che Lindsay-Hogg stava realizzando e che erano state avanzate ipotesi piuttosto bizzarre: Palladium di Londra, Piramidi di Giza, un anfiteatro in Libia.
Mancava una settimana e mezzo all’esibizione, pertanto era di fondamentale importanza stringere i tempi e optare per una soluzione più realistica:
“Siamo sicuri di voler prendere i passaporti e fare tutte quelle cose complesse? Non possiamo trovare un posto più vicino? E poi c’è venuto in mente che il posto più vicino era il tetto, quindi il tetto ha avuto la meglio sullo stadio”.
Questo è quanto ricorda Paul Mc-Cartney. Così quella fredda giornata del 30 gennaio del 1969, i Beatles regalarono 42 minuti di concerto ai dipendenti di Apple, alle famiglie, agli amici e ad alcuni spettatori occasionali che in qualche modo cercavano di vedere quello storico evento. Memorabili l’impermeabile rosso che Ringo Starr indossava e che apparteneva alla moglie Maureen e la pelliccia indossata da John, che apparteneva a Yoko Ono.
Lindsay-Hogg aveva allestito ben 9 cineprese. Era stato allestito un palcoscenico improvvisato che si reggeva su tavole ed impalcature. Il vento rendeva i microfoni rumorosi. Si rimediò all’inconveniente tecnico avvolgendoli nelle calze.
Il disco dal vivo si era trasformato in un album inciso agli Apple studio. Numerosi brani registrati su quel tetto furono poi inseriti nell’album Let it be. Nel 1970, 80 minuti di documentario ripreso da Lindsay-Hogg, venne distribuito nelle sale cinematografiche con il titolo di Let it be, poichè conteneva alcune canzoni registrate sul tetto e che facevano parte dell’omonimo album.
Ringo Starr si è dichiarato profondamente soddisfatto dell’operazione di Peter Jackson:
“Sono davvero felicissimo che la gente possa vederlo. Peter è bravissimo, ed è stato davvero molto bello vedere tutte queste immagini. Ci sono ore ed ore di filmati in cui ci divertiamo e suoniamo insieme, che danno un’immagine completamente diversa rispetto a quella che circolava nel 1970. C’è tanta gioia e molta più pace e amore: ci rispecchia molto di più.”
Caro Icrewer, non perdere The Beatles – Get Back The Rooftop concert, nelle sale IMAX dal 9 al 13 febbraio!