Alla Biennale Teatro, Amir Reza Koohestani presenta un’opera intensa e poetica: “Blind Runner”. Questo spettacolo, scritto in collaborazione con Samaneh Ahamadian, racconta la storia di un maratoneta cieco e la sua lotta contro il regime iraniano, offrendo uno spaccato sulla situazione attuale in Iran e sulle difficoltà dei rifugiati politici in Europa.
La Trama di “Blind Runner”
Lo spettacolo si concentra su un uomo e una donna, che rappresenta due personaggi, in una scenografia minimalista. Il testo è ricco di silenzi pieni di senso, che enfatizzano la solitudine, le incomprensioni e la fatica del correre non per fuggire, ma per raggiungere qualcosa di importante. La storia narra della condizione della donna in prigione per aver pubblicato contenuti sgraditi al regime e del marito libero che cerca di comprenderla.
Koohestani utilizza la potenza dell’immaginazione per trasportare il pubblico nella realtà dei personaggi, senza bisogno di elementi scenografici complessi. I due attori, Ainaz Azarhoush e Mohammad Reza Hosseinzadeh, riescono a esprimere profondamente i loro ruoli, facendo emergere una tensione drammatica coinvolgente.
Un elemento centrale della narrazione è la passione per la corsa, che unisce marito e moglie. Questa passione diventa un simbolo di libertà e resistenza contro l’oppressione. La storia s’ispira alla vicenda reale di Niloofar Hamedi, giornalista incarcerata, e del marito che ha organizzato maratone di protesta.
“Blind Runner” culmina con una corsa simbolica nel tunnel sotto la Manica, un atto di protesta contro una legge antimmigrazione inglese. Questo momento drammatico sottolinea la disperazione e la determinazione dei protagonisti nel lottare per i loro diritti e la loro libertà.
Riflettendo sul significato di “Blind Runner”
Lo spettacolo di Koohestani invita il pubblico a riflettere sulla condizione dei rifugiati e sulla lotta per la libertà in contesti di repressione politica. La corsa diventa metafora della perseveranza umana e della speranza in un futuro migliore.
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