Sul sito web “Storia e Memoria di Bologna” è stata aperto un nuovo scenario dedicato al Lapidario del Museo Civico di Bologna. Questo è entrato a far parte di un progetto digitale iniziato nel 2014 dal Museo Civico del Risorgimento con l’intenzione di creare una memoria on line che potesse essere accessibile a tutti e che racconti le vicende storiche della città di Bologna dall’ età Napoleonica alla Liberazione del 1945.
Questa sezione si è andata ad aggiungere, quindi, alle precedenti già esistenti: La “memoria” del governo pontificio a Bologna; Ottocento; la Certosa; Prima Guerra Mondiale; la Lotta di Liberazione 1943/45.
La collezione del Lapidario di Bologna
Il Lapidario è realizzato con la collaborazione dei Musei Civici di Arte Antica e consta in varie lapidi in pietra sulle quali sono incise le vicende pubbliche e private della vita che si svolgeva a Bologna in un periodo compreso tra l’Alto Medioevo e il XVII secolo.
Il nuovo nucleo, realizzato appunto con la collaborazione dei Musei Civici di Arte Antica di Bologna, consta in 41 epigrafi provenienti dall’ area urbana bolognese che si costituì tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. È proprio a quest’epoca, infatti, che risalgono le epigrafi, pur non essendo strettamente tutte del medesimo periodo storico.
Questa collezione è molto importante perché testimonianza materiale di un periodo ricco di eventi e di cambiamenti culturali e politici quale è stata l’epoca post-risorgimentale, fase storica in cui si andava istituzionalizzando il “museo civico” come nuova tipologia di museo.
Queste epigrafi avevano anche impieghi differenti: infatti, uno dei temi principali era il rapporto tra lo spazio pubblico della città e i fenomeni grafici che testimoniavano l’evoluzione della scrittura in ambito monumentale.
Oltre alle epigrafi il nucleo centrale del Lapidario di Bologna è composto anche da 31 cippi (tronchi di colonna usati come monumenti funerari) e 10 stemmi databili tra l’Alto Medioevo e il XVII secolo, provenienti da scavi archeologici, distruzioni di chiese o donazioni di privati. Questi sono testimonianze relative a professioni e ad attività di società organizzate.
Grazie al lavoro di alcuni importanti studiosi ad ogni lapide oggi corrisponde una scheda che contiene la destinazione e l’utilizzo originari di essa, chi erano i fruitori e una fotografia della lapide stessa. Inoltre sono state tradotte tutte le iscrizioni in latino e in ebraico, in modo da renderle fruibili a qualsiasi tipo di visitatore.
Nella sezione fisica, così come in quella on line del Lapidario, i pezzi della collezione sono stati raggruppati in cinque sezioni tematiche: Testimonianze altomedievali e gotiche; Epigrafi sepolcrali; Stemmi; Epigrafi cinque e seicentesche; Le mura di Bologna.
Questi esempi di epigrafia sono stati molto importanti per la comunità bolognese del passato in quanto da un lato raccontano un po’ la storia della città e quindi permettono a noi che viviamo in epoca moderna di conoscerla e comprenderla, dall’ altro perché all’ epoca erano elementi molto importanti per i cittadini i quali conoscevano le vicende della propria città attraverso questi preziosi monumenti pubblici.
Tra i pezzi più importanti della collezione ricordiamo l’Ostiario Martino, una lapide di epoca alto medievale (VII-VIII secolo) in pietra calcarea che parlava di un ostiario, un membro del basso clero a cui spettava il compito di custodire le porte e di mantenere l’ordine nelle chiese.
Il Lapidario è oggi conservato all’ interno di Palazzo Ghisilardi, edificio che fu edificato tra il 1484 e il 1491 per volere di Bartolomeo Ghisilardi e che è uno dei palazzi più belli di Bologna. Durante tutto il Novecento il palazzo ha subito vari restauri ed è stato adibito a varie funzioni. La collezione del Lapidario è attualmente esposta in quella che, un tempo, era l’area riservata alle scuderie.
Per ulteriori informazioni al riguardo consultare il sito del Lapidario del Museo Civico Medievale al seguente link: https://www.storiaememoriadibologna.it/lapidario-museo-civico-medieval