Buffer zone e 22 settembre 2023 due elementi che andranno sempre citati insieme d’ora in avanti perché l’Unesco ha detto sì all’ampliamento della ‘zona cuscinetto’ intorno a Pompei; si verrà così a creare un’area di oltre 17 km che di fatto allarga i confini della zona protetta.
È un spinta alla realizzazione di quella grande area archeologica che supera i confini delle singole città per riunirle in un grande sito, unico nel suo genere commenta il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. ‘
Siamo felicissimi di aver raggiunto questo successo esulta il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.
Con la nuova Buffer Zone – continua – la nostra visione della ‘Grande Pompei’, una rete di siti in cui nei prossimi anni investiremo più di 230 milioni di euro, trova finalmente un’adeguata cornice istituzionale
È il raggiungimento di un obiettivo fondamentale – continua il ministro Sangiuliano – nel percorso di continua valorizzazione, protezione e sviluppo sostenibile di un territorio ricco di straordinarie testimonianze storiche dal valore universale di sito Patrimonio dell’Umanità
Si tratta della conferma della lungimiranza del progetto – aggiunge – che adesso riceve un’ulteriore spinta alla realizzazione di quella grande area archeologica che supera i confini delle singole città per riunirle in un grande sito, unico nel suo genere.
È il momento di realizzare quei progetti che porteranno ulteriore linfa e crescita in tutta la zona
Buffer zone tra novità ed innegabili vantaggi
La ‘Buffer zone’, questo il termine tecnico usato dall’Unesco, si allarga a dieci Comuni. Oltre a Pompei, rientrano nei vincoli anche Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno Trecase, Pompei e Castellammare di Stabia.
I vantaggi sono tanti, a partire dalla tutela ambientale e culturale del territorio. Si eviteranno speculazioni edilizie e mostri ecologici in una vasta area: la zona cuscinetto è passata dai 0,24 kmq che interessavano i soli Comuni di Pompei, Torre Annunziata ed Ercolano nel 1997, ai 17,26 km di oggi.
”La definizione della Buffer Zone di uno dei più importanti siti archeologici del mondo rappresenta allo stesso tempo un successo e una sfida per il futuro non solo per Pompei, Ercolano e Oplontis, ma per l’intero sistema museale italiano”, spiega il direttore Generale Musei, Massimo Osanna.
La proposta approvata fu avanzata nel corso del 2021.
La nuova perimetrazione della zona cuscinetto tiene conto di una serie di richieste avanzate dal Comitato del Patrimonio Mondiale e punta non solo sullo sviluppo sostenibile dell’area, ma anche alla valorizzazione e alla rigenerazione di tutto il territorio.
L’anno scorso è stato sottoscritto il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) ‘’Vesuvio-Pompei-Napoli’’ che prevede il finanziamento di oltre 226 milioni di euro. Nella prima tranche ci sono 20 progetti, per un totale di 156 milioni di euro.
Il Ministero della Cultura ha inoltre aggiunto alla lista delle priorità altri 14 interventi direttamente finanziati per un totale di oltre 70 milioni di euro.
Un’opportunità vastissima quella che si delinea con la Buffer zone, al momento solo sulla carta benché il riconoscimento sia stato il passo forse più importante.
Speriamo però che la Buffer zone sia portata avanti con l’oculatezza necessaria poiché in questi casi in generale ma ancor di più in questo specifico, sono molte le correnti avverse che potrebbero da più parti trascinare il progetto nella palude eterna del burocratese, schermo quest’ultimo, a volte, di ben altro.
Ma non lanciamoci in pensieri eccessivamente avversi nei confronti della Buffer zone e almeno per qualche giorno gioiamo unilateralmente per questa grande opportunità che vede ancora una volta l’Italia protagonista in ambito internazionale con il suo inestimabile ed inesauribile patrimonio culturale