Il Bushido, tradotto letteralmente come il cammino del guerriero o via del guerriero, è un codice etico e filosofico che ha plasmato l’etica e il comportamento dei samurai, la classe guerriera giapponese, per secoli. Questo codice di condotta si è evoluto nel corso del tempo, combinando elementi del confucianesimo, del buddismo e dello shintoismo, ed è rimasto una pietra angolare della cultura giapponese fino alla modernità.
Storia
Sebbene risalga al 660 a.C., questo codice fu citato per la prima volta nel Kōyō Gunkan (1616) e messo organicamente per iscritto, in seguito, da Tsuramoto Tashiro, che raccolse le regole del monaco-samurai Yamamoto Tsunetomo (1659-1719) nel noto testo Hagakure.
Ispirato alle dottrine del buddhismo e del confucianesimo adattate alla casta dei guerrieri, il bushido esigeva il rispetto dei valori di onestà, lealtà, giustizia, compassione, dovere, coraggio, sincerità, eroismo, onore, gentilezza e cortesia, i quali dovevano essere perseguiti fino alla morte. Il venir meno a questi princìpi causava il disonore del guerriero, che espiava la propria colpa commettendo il seppuku, il suicidio rituale.
Successivamente alla Restaurazione Meiji (1866-1869), il bushido ebbe come punto fondante il rispetto assoluto dell’autorità dell’imperatore e divenne uno dei capisaldi del nazionalismo giapponese.
Uno dei princìpi del bushido, l’assoluto disprezzo per il nemico che si arrende, fu la causa dei trattamenti brutali e denigranti a cui i giapponesi sottoposero i prigionieri nel corso della seconda guerra mondiale (al contrario del mos romano, nel quale con la resa – dopo la relativa intimazione – il nemico viene risparmiato mentre, se rifiuta di arrendersi, viene sterminato); l’inaccettabilità etica della resa e la ricerca di una morte onorevole in combattimento spinsero molti kamikaze all’estremo sacrificio.
I principi del Bushido
Il Bushido abbraccia valori fondamentali che delineano il comportamento e la mentalità del samurai. Tra i principi chiave figurano:
Giustizia e Coraggio: Il samurai seguiva un sentimento intrinseco di giustizia, agendo con coraggio e risolutezza per difendere ciò che era giusto e onorevole. La prontezza a affrontare il pericolo e la morte stessa era una caratteristica distintiva del samurai.
Onore e Lealtà: L’onore era un aspetto centrale del Bushido. Il samurai era tenuto a mantenere la propria integrità e reputazione, non solo personale ma anche quella del proprio signore o maestro. La lealtà verso il proprio signore era sacra, e il samurai era disposto a sacrificare la propria vita per adempiere al dovere nei confronti del suo superiore.
Rispetto e Cortesia: Il rispetto per gli altri e la cortesia erano essenziali nel codice del Bushido. Il samurai doveva mostrare rispetto verso i superiori, gli anziani e gli altri membri della società. L’educazione e la gentilezza erano considerate virtù da coltivare.
Sincerità e Onestà: La sincerità e l’onestà nelle azioni e nelle parole erano altamente valorizzate. Il samurai doveva essere autentico, evitando l’inganno o la menzogna, e mantenendo la parola data.
Autocontrollo e Disciplina: Il controllo delle emozioni e la disciplina personale erano aspetti cruciali del Bushido. Il samurai doveva mantenere la calma anche nelle situazioni più stressanti o pericolose, agendo con freddezza e razionalità.
Questi principi del Bushido non solo guidavano il comportamento del samurai in battaglia, ma permeavano anche la sua vita quotidiana, influenzando le relazioni sociali, l’arte, la cultura e la spiritualità giapponese.
Tuttavia, con l’avvento della modernizzazione e la fine del periodo dei samurai durante l’era Meiji nel XIX secolo, il codice del guerriero ha subito un declino nella sua pratica formale. Il cambiamento sociale e politico ha portato a una reinterpretazione dei valori tradizionali, anche se alcuni elementi del Bushido hanno resistito nel tessuto culturale del Giappone contemporaneo.
Oggi, rimane un concetto affascinante, una fonte di ispirazione e di studio sulla via dell’onore, della lealtà e della disciplina. La sua influenza si percepisce ancora nella cultura popolare giapponese, nelle arti marziali, nella letteratura e nel cinema, mantenendo vivo il ricordo di questo antico codice etico.
Il cammino del guerriero continua a esercitare un impatto duraturo, trasmettendo un’etica che, sebbene sia nata in un contesto storico specifico, ha valori universali che possono ancora ispirare e guidare le persone nella loro ricerca di virtù e integrità.