Sono davvero tante le opere che rappresentano il Natale sia in ambito religioso e non, poche, invece, sono le rappresentazioni del Capodanno.
A Palazzo Pitti è conservata una tela di Galileo Chini che rappresenta la Festa dell’ultimo dell’anno a Bangkok.
È un olio su tela realizzato nel 1913 ed è collocato nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti dove si trovano nelle sontuose sale, un tempo appartenenti ai gran duchi di Lorena, tutte le opere pittoriche e scultoree che vanno dal Neoclassicismo agli anni Trenta del Novecento.
Tra le opere pittoriche appare una rappresentazione insolita, quella dei festeggiamenti di Capodanno a Bangkok di Galileo Chini, uno degli esponenti del Liberty in Italia.
Perchè Chini realizzò i Festeggiamenti dell’ultimo dell’anno proprio della città di Bangkok nonostante era un acclamato pittore, ceramista e restauratore italiano?
Capodanno a Bangkok
Galileo Chini importante ceramista, fondatore dapprima della manifattura Arte della Ceramica e successivamente nel Mugello delle Fornaci di San Lorenzo, divenne anche abile decoratore e restauratore grazie alla professione di restauratore dello zio paterno che gli insegnò l’arte del mestiere.
Ma nel 1910 gli arrivò una commissione dal lontano Siam dal Re Chulalongkorn, Rama V. Quest’ultimo durante un suo viaggio in Italia rimase colpito dalle abilità di Galileo Chini e quindi su suggerimento dell’allora ingegnere del Ministero del Siam, incaricò Galileo Chini per abbellire la sala del Trono a Bangkok.
L’artista fu impegnato per ben due anni dal 1911 al 1913, ed in quanto amante dello stile Liberty si trovò a pieno agio in quell’ambiente orientale pieno di colori e forme che si adattavano bene con il suo mondo.
Realizzò una serie di affreschi di Rama V, morto nell’ottobre di quell’anno lasciando successore il figlio Rama VI.
Nel 1913 al ritorno da questa bellissima esperienza l’artista portò con sè una serie di dipinti paesaggistici che realizzò in quell’ambiente orientale, tra le quali proprio quella riguardante il Capodanno intitolato Festa dell’ultimo dell’anno a Bangkok, di formato quadrato, tipici della Secessione viennese e di riferimento anche a Klimt, e la presentò alla Biennale di Firenze.
La tela va letta da destra verso sinistra. Nonostante la tonalità scure dei soggetti in primo piano che contrapposti alla luce sono fondamentali per una visuale prospettica di profondità, la tela è un’esplosione di colori vivaci ma attenuati dalla luce e piena di forme tondeggianti che rappresentano le lanterne cinesi ma che riprendono anche le figure dello stile Liberty o Art Nouveau.
Caratteristico è il drago di cartapesta della tradizione, rappresentato quasi in maniera iperrealistica come se facente parte di una illustrazione, di un racconto, un fumetto.
Tutto il cielo è adornato da queste lanterne gialle ed arancioni che contribuiscono a rendere il Capodanno luminoso aprendo, forse, uno scorcio di cielo blu che da respiro all’opera, mentre la gente, con abiti ed acconciature orientali, si gode il passeggio ed i festeggiamenti.
Il cromatismo vivace è accentuato anche dalle pennellate decise e veloci, una pittura fatta non di sfumature ma di tante “virgole” di colore che si sovrappongono rendendo il tutto ancor più avvolgente.
Palazzo Pitti
Palazzo Pitti è una struttura molto importante, simbolo della Firenze Rinascimentale.
Edificata da Luca Pitti su disegno di Brunelleschi ancor prima di essere stata residenza dei Medici , una delle casate più importanti del Rinascimento, coloro che hanno contribuito all’arricchimento di arte e cultura a Firenze e che hanno marchiato da secoli la città con il loro nome, è stata reggia dei reali Savoia e degli Asburgo-Lorena.
Divenuta simbolo del potere nel 1550 con Cosimo I de Medici, Palazzo Pitti presenta ben quattro musei all’interno di diversa tipologia disposti su piani diversi: il Tesoro dei Granduchi, la Galleria Palatina e gli Appartamenti Imperiali e Reali al piano nobile del Palazzo, la Galleria d’Arte Moderna dove troviamo il dipinto del Capodanno di Bangkok e il Museo della Moda e del Costume.