La Cappella degli Scrovegni di Padova, dal 14 Aprile scorso, può beneficiare di una tecnologia che rende possibile vederla meglio in alta definizione.
Il Comune di Padova, proprietario della Cappella, ha concesso l’acquisizione da parte di Haltadefinizione con tecnologia giga pixel, realizzata interamente dalla città di Modena.
L’edificio è sorto nel 1301 quando Enrico degli Scrovegni, banchiere ed erede della nobile famiglia padovana, comprò un terreno sul quale fece erigere un maestoso palazzo, di cui la Cappella rappresentava l’oratorio privato.
Questo luogo è dedicato a Santa Maria della Carità e fu lo stesso Scrovegni a commissionare al grande pittore Giotto l’affresco, eseguito tra il 1303 e il 1035, che ancora oggi ricopre tutte le pareti.
I soggetti rappresentati in maniera magistrale dell’artista sono: le storie di Sant’Anna e Gioacchino, quelle di Maria, di Gesù , le Allegorie dei Vizi e delle Virtù e il Giudizio Universale.
Il progetto decorativo era unitario e partiva dalla lunetta in alto sull’arco trionfale con la rappresentazione di Dio che si riconciliava con l’uomo per finire con la scena apocalittica del Giudizio Universale e la visione del Paradiso.
Al centro della composizione c’è il Cristo in mandorla, come era solito essere rappresentato durante l’epoca medievale, mentre intorno a lui, in alto, vi sono gli angeli.
All’ altezza del Salvatore, al centro, vi sono i 12 apostoli, in basso alla sua destra sono schierati i beati e alla sua sinistra i dannati. Tra i beati è facilmente identificabile Enrico degli Scrovegni che dona l’intero edificio all’altissimo come ex voto.
Nonostante lo stile sia tipico di quell’ epoca, Giotto introduce una novità che è quella di avere un’unificazione della narrazione. Infatti, prima di lui, le scene erano rappresentate tutte separate, come se non vi fosse consecuzione cronologica tra di esse, mentre qui il grande pittore medievale inserisce la nuova concezione di uno spazio unitario, con una narrazione più scorrevole e consequenziale, e lo fa con grande bravura.
Un simile capolavoro è stato preservato in maniera eccellente, anche grazie alla pratica di alcuni interventi conservativi effettuati tra l’Ottocento e il Novecento.
Dagli anni Settanta del Novecento è stato installato un nuovo impianto di areazione che ha consentito una migliore conservazione degli affreschi e ha stabilizzato le condizioni dell’opera, cosa che ha permesso l’esecuzione del restauro più recente da parte dell’ Istituto Centrale per il Restauro di Roma.
Il tour virtuale della Cappella degli Scrovegni
Per effettuare il progetto sono state fatte circa quattordicimila fotografie di tutti i 700 metri quadrati della Cappella, ciò ha consentito di scandagliarla interamente. Le immagini sono state poi elaborate per un anno, in modo che oggi è possibile vederle attraverso il cursore a 360 gradi.
È molto importante il fatto che le immagini possano essere ingrandite decine di volte senza mai perdere definizione, così che il pubblico riesca ad ammirare al meglio ogni dettaglio.
Questo tipo di tecnologia consente ai visitatori di superare alcuni limiti fisici: molti degli affreschi, infatti, sono posti a 13 metri dal suolo per cui, ad occhio nudo, sono visibili in maniera superficiale e a distanza.
Grazie al tour virtuale ognuno potrà vedere vicinissime anche le immagini più lontane e potrà ammirare a suo piacimento tutti i dettagli che vuole. Ciò è importantissimo per garantire al meglio la fruizione del patrimonio culturale, uno degli scopi principali di chi lavora nel settore artistico/culturale.
Questa visita si potrà eseguire comodamente da casa, proprio come Haltadefinizione ci ha permesso di fare già con il Cenacolo di Leonardo.
Nel 2019, infatti, questa società ha firmato un contratto col Ministero per i Beni e le Attività Culturali in modo da poter promuovere al meglio le collezioni statali del nostro Paese.
Per ulteriori informazioni consultare il sito ufficiale della Cappella degli Scrovegni: http://www.cappelladegliscrovegni.it/index.php/it/ .