Nell’autunno del 1969, un evento drammatico sconvolse la comunità di Palermo: la famosa Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio fu trafugata dall’Oratorio di San Lorenzo, lasciando un vuoto incolmabile nella storia dell’arte. Oggi, a oltre mezzo secolo di distanza, il celebre artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto cerca di ricucire quella ferita con la sua opera Annunciazione Terzo Paradiso, esposta nel capoluogo siciliano fino al 17 ottobre 2025.
Una ferita aperta nella storia dell’arte
La notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 segnò la scomparsa della Natività di Caravaggio, un capolavoro di inestimabile valore. Questo furto, considerato uno dei crimini artistici più clamorosi al mondo, figura al secondo posto nella Top Ten Art Crimes dell’FBI. L’assenza dell’opera ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva della città, trasformando l’Oratorio di San Lorenzo in un simbolo di perdita e di mistero irrisolto.
Michelangelo Pistoletto e l’Annunciazione Terzo Paradiso
In risposta a questa perdita, Michelangelo Pistoletto, figura di spicco dell’Arte Povera, presenta la sua opera Annunciazione Terzo Paradiso come un gesto simbolico di guarigione e riflessione. L’installazione, parte del progetto NEXT, promosso dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani, rievoca l’iconografia sacra della Natività di Caravaggio, reinterpretandola in chiave contemporanea.
L’opera di Pistoletto non si limita a riprodurre l’originale, ma aggiunge elementi innovativi che instaurano un dialogo con l’ambiente e la comunità. L’angelo raffigurato, anziché tenere un cartiglio, stringe il simbolo del Terzo Paradiso, una metafora cara all’artista per rappresentare l’equilibrio tra natura, tecnologia e società. Pistoletto spiega: “Questa visione invita a una responsabilità collettiva, trasformando il conflitto in un orizzonte di civiltà, dove la creazione prevale sulla distruzione”.
Un progetto per esorcizzare il dolore
NEXT è una rassegna che dal 2010 si propone di mantenere viva la memoria della Natività attraverso interventi di artisti contemporanei. Tra coloro che hanno contribuito in passato figurano nomi come Francesco De Grandi, Emilio Isgrò e Vanessa Beecroft. Pistoletto, con la sua caratteristica tecnica delle superfici specchianti, invita il pubblico a riflettere sul valore dell’arte come ponte tra passato e futuro, rendendo l’esperienza profondamente immersiva e spirituale.
Il mistero della scomparsa della Natività
Il furto della Natività di Caravaggio resta avvolto nel mistero. Nel corso degli anni, varie ipotesi sono emerse sulla sorte del dipinto. Nel 2009, il pentito Gaspare Spatuzza dichiarò che l’opera sarebbe stata nascosta, poi danneggiata dai topi e infine distrutta. Tuttavia, la sua versione è stata ritenuta poco credibile. Un’altra teoria, avanzata dal collaboratore di giustizia Gaetano Grado nel 2017, suggerisce che il quadro sia stato venduto a un trafficante svizzero, ma il destino finale rimane sconosciuto.
Nonostante numerose indagini e tentativi di recupero, tra cui un presunto riscatto fallito, l’opera di Caravaggio sembra essersi persa per sempre. Questa assenza è diventata un simbolo di ferita aperta non solo per Palermo, ma per l’intero mondo dell’arte.
Un invito alla riflessione
L’esposizione dell’opera di Pistoletto è un’occasione unica per riflettere sul ruolo dell’arte nella memoria collettiva e nella guarigione delle ferite storiche. Se vuoi vivere un’esperienza che unisce passato e presente in un dialogo intenso, non perdere l’opportunità di visitare l’Oratorio di San Lorenzo a Palermo.
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