Dalle Alpi alla punta dello stivale, isole comprese come si suol dire, con date e orari diversi, tornano a riaprire le loro sontuose stanze e meravigliosi giardini, i castelli d’Italia.
Un patrimonio immenso, dislocato davvero in ogni angolo del nostro “Bel Paese“.
Nei castelli italiani, non più solitari fantasmi di dame e cavalieri, ma nuovamente famiglie in visita
Tanto frequenti forse da non farci più caso, da sempre noi italiani siamo abituati a veder comparire in lontananza scorci di antichi manieri o castelli, a volte abbandonati, ma che sanno ancora dare una bella idea di sé e degli antichi fasti che, in tempi diversi, li videro affascinanti protagonisti e punti di riferimento anche di vasti territori.
Quanto a castelli, in Italia una normale giornata di lavoro di un commesso viaggiatore, riesce a trasformarsi in una piccola esperienza turistica anche solo attraversando una vallata in autostrada poiché spesso, dai costoni di fondovalle, spuntano inaspettate greche di antiche torri, ultimi baluardi in memoria di ben più imponenti strutture, alcune ormai andate perdute, altre che nel corso dei secoli, passando di proprietario in proprietario, hanno ritrovato l’aura dei più sontuosi fasti, reinventandosi una nuova vita come Hotel di Lusso o vestendo i panni di più semplici, ma caratteristiche taverne.
Tra uno di questi costoni svetta ancora fiero il Castello di Salorno
Sovrastante l’omonima cittadina da cui prende il nome, ormai ridotto da tempo ad un rudere, il più a sud dei castelli della Bassa Atesina, dopo un’ammirevole restauro ad opera dell’ultimo proprietario il Barone Ernesto Rubin de Cervin Albrizzi, il maniero è tornato a nuova vita, ospitando innumerevoli manifestazioni con suggestive rievocazioni storiche in costume d’epoca.
All’interno delle nobili cantine, il restauro ha lasciato un ampio spazio per la ricostruzione fedele di una taverna medievale, con imponenti tavoli in legno massello, dove turisti e cavalieri, nei giorni di rievocazione storica in programma, non mancano di sedere fianco a fianco con l’immancabile “menù pizza”, dissacrante forse per il luogo, ma decisamente rassicurante come premio per la piacevole, lunga passeggiata di circa un chilometro tra i boschi che divide il mondo reale dalla favola, messa in scena tra le imponenti mura fortificate e che le migliori guide danno per percorribili in 20 minuti, ma vale la pena ricordare che la tradizione popolare gli ha imposto il nome di “sentiero delle visioni“ e qualcosa vorrà pur dire!
Nei castelli come Salorno non manca neanche l’antica leggenda di terribili presenze
La narrazione è quella più che autorevole dei Fratelli Grimm, nella raccolta Saghe tedesche e racconta che in una leggendaria notte, più buia e fredda delle altre naturalmente, un giovane contadino, passando di lì, per non si sa quale scherzo del destino, trovò tra le stanze del castello una cantina rifornita con i migliori vini prodotti nella valle.
Ne assaggiò più di qualche sorso e inebriato dalla bontà del nettare trovato, decise di portarlo con sé, ma fu subito bloccato dalla visione di un gruppetto di fantasmi, evidentemente lì residenti, ai quali promise di non far assaggiare a nessuno il meraviglioso nettare.
Si sa però che le promesse, specie nelle leggende, sono fatte per essere infrante e così l’ira dei fantasmi fu implacabile e subito la cantina svanì, tanto che tutt’oggi gli abitanti del luogo sembra non ne vogliano più parlare per non rinverdire l’ira degli spettri, che qualcuno giura di sentire ancora in lontananza nelle notti di tempesta, ma non specifica se la sensazione è più veritiera dopo l’assaggio del famoso vino ivi trafugato illo tempore.
Tutto questo qualora ti fossi chiesto quale sia la storia di quella fortezza che spunta fiera, mentre la tua auto corre veloce verso casa o verso le meritate vacanze in montagna e spero di averti fornito lo spunto per una piacevole sosta.
Tra castelli e manieri per riassaporare la vita degli antichi fasti
Negli ultimi anni, con interventi sempre più mirati per rendere le residenze storiche rispondenti alla fruizione di un turismo di massa, abbiamo assistito ad un sostanziale cambiamento dell’accoglienza in queste dimore.
Si è passati da stanze e saloni completamente spogli di appena un paio di decenni fa, alle attuali minuziose ricostruzioni degli interni, con suppellettili originali restaurate o riproduzioni fedeli, posizionate in modo tale da dare l’idea al visitatore di rivivere, sia pur nello spazio di un momento, un assaggio di quella che poteva essere la vita reale del luogo visitato.
Nei castelli di tutta Italia, dal leggendario e romantico Castello di Miramare, per citare un esempio, ecco fare bella mostra di sé: tovagliati ricamati al tombolo, bicchieri di cristallo soffiati a mano da antichi artigiani, fine argenteria cesellata; insomma ormai ci si ritrova a sfiorare tavole apparecchiate per il banchetto di una solenne incoronazione… in bermuda e infradito!
La sensazione sarà oltremodo affascinante per te che sei il visitatore, ma il contrasto rimane a mio avviso azzardato!
Prosit!