I fotografi Cavalli, Giuseppe ed Emanuele, in mostra fino al 20 giugno prossimo, nella sede del Palazzo Ducale a Senigallia.
Una mostra quella dedicata ai fratelli gemelli Cavalli che sarà inaugurata a breve, esattamente il 3 maggio, data a lungo in forse a causa dell’incertezza circa le serrate di musei e luoghi d’arte.
Con le graduali riaperture accordate al comparto cultura, si concretizza una possibilità in più per poter apprezzare al meglio la mostra sui fratelli Cavalli, la cui curatrice, critico d’arte e proferssore di fotografia all’Accademia di Bene Arti Brera, Angela Madesani, nell’annunciare alla stampa la retrospettiva dal titolo “Diverse Solitudini Giuseppe ed Emanuele Cavalli fotografi” ha così introdotto l’evento:
l’esposizione avrà anche il pregio di creare, per la prima volta, un dialogo tra le opere fotografiche di Giuseppe e le opere pittoriche (e fotografiche) del fratello gemello Emanuele, legato agli ambienti pittorici della Scuola Romana e uno dei massimi esponenti della pittura tonale
La Madesani inoltre ha collaborato, sebbene non continuativamente, con Daniele Cavalli, figlio di Giuseppe, alla catalogazione dell’archivio del padre.
Un’esperienza sul campo quello della critica d’arte e curatrice della mostra che ha voluto intitolarla “Diverse Solitudini Giuseppe ed Emanuele Cavalli fotografi”.
Negli spazi espositivi troveranno collocazione le opere di Giuseppe Cavalli, grande fotografo di fama internazionale con origini pugliesi ma che ha ben presto deciso di stabilire la sua residenza nella città di Senigallia, in ragione di 60 elementi circa mantre le opere del fratello Emanuele Cavalli saranno circa 15.
Emanuele Cavalli invece visse a Roma e dedicò la maggior parte della sua esistenza alla pittura, conservando però una grande passione per la fotografia, elemento nel quale invece il fratello Giuseppe stabilì il suo interesse primario.
I Fratelli Cavalli consideravano la fotografia una forma d’arte in assoluto
In una sorta di anniversario della morte che avvenne in anni differenti ma per entrambi, nel primo anno della decade, in questo 2021 la città di Senigallia li vuole celebrare.
Tutto il materiale da cui la mostra attinge, proviene dall’archivio Giuseppe Cavalli, la cui sede fu in primis nella città di Roma, spostata in seguito in quella di Lucera in Puglia.
I temi su cui Giuseppe Cavalli espresse la sua arte sono senza dubbio l’essenzialità della materia e il suo contestuale rapporto con gli spazi.
Filo conduttore di tutte le fotografie è però senz’altro l’armonia che sembra quasi mettere in comunicazione tra loro elementi discordanti quali nudi, paesaggi o nature morte, i soggetti cioè dell’obiettivo di Giuseppe Cavalli.
E infatti a tal riguardo, la stessa curatrice, al fine di creare un ponte sulla loro interpretazione così ha introdotto questo aspetto:
I suoi lavori e queste immagini in mostra ne sono evidente testimonianza parlano dell’esistenza in senso ampio. Sono immagini di lentezza che meritano lunghi tempi di osservazione. Non esistono regole di compressione di senso, ne del suo lavoro, è meglio fermarsi a guardare per cercare di entrare nella profondità del mondo cavalliano, un mondo che tutto è tranne che estetizzante
Questa retrospettiva è inoltre una preziosa occasione per conoscere la produzione fotografica di Emanuele Cavalli che come detto espresse la sua arte principalmente nella pittura ma che con la pellicola seppe e mai marginalmente dare prova di grande talento.
Il mettere a confronto, in un unico momento, le opere dei due fratelli, consente più facilmente di trovare alcuni scatti che sembrano quasi trovare spunto e ispirazione uno nell’altra, sia pur catturati in momenti e luoghi diversi ed è proprio questo il motivo della mostra, non una comparazione ma uno stesso discorso che iniziato in punti diversi, si unisce.
Forse anche in virtù di quell’eterno mistero che lega dei fratelli gemelli.