Da Giotto a Michelangelo, da Caravaggio a Leonardo sono moltissimi gli artisti che hanno rappresentato gli ultimi attimi della vita di Gesù, trasformando il momento dell’ultima cena, della Passione o della Resurrezione in opere d’arte.
L’Ultima cena – “A cena con Leonardo“
E se vi dicessi che è possibile cenare online con Leonardo Da Vinci? Cosa scegliereste dal Menù dell’Ultima cena? Ebbene sì, il Cenacolo ha reso disponibile la mostra A cena con Leonardo online per i giorni di Pasqua. In tempo di lockdown e di chiusura dei musei, sarà possibile ammirare l’Ultima cena – l’opera più famosa di Leonardo da Vinci – in tutti i suoi dettagli, anche quelli più difficili da identificare a occhio nudo.
Il digitale non potrà mai sostituire l’emozione profonda che dà il trovarsi a tu per tu con l’opera… ma questa tecnologia ci permette una esperienza impossibile: vedere da vicino, ben oltre i limiti dettati dalle necessità di conservazione del dipinto, a ingrandimenti impensabili per l’occhio umano che ci fanno scoprire segreti di tecnica esecutiva o dettagli che di solito passano inavvertiti – ha precisato Emanuela Daffra, direttore regionale del polo museale della Lombardia.
Questa geniale iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Direzione regionale Musei Lombardia e Haltadefinizione (tech company di Franco Cosimo Panini Editore) che in occasione della Pasqua ha realizzato una visita virtuale a tema che accompagnerà alla scoperta di dettagli della tavola imbandita quasi invisibili e alle curiosità che nascondono.
Osservando la tavola, possiamo notare vari elementi che la caratterizzano come le stoviglie o la saliera rovesciata da Giuda. E ancora, l’ampolla di vetro – quasi impercettibile a occhio nudo. Apprendiamo così che, agli occhi di Leonardo, Gesù e gli apostoli avevano davanti a sé ciascuno un bicchiere mezzo pieno di vino e che il cibo in tavola non era quello della tradizione ebraica, bensì quello del tempo di Leonardo: melograni, pane, anguilla arrosto con fettine di arancia (un piatto tipico delle corti rinascimentali).
L’Ultima cena: analisi dell’opera
L’Ultima cena (Cenacolo vinciano) è l’opera più famosa di Leonardo da Vinci. Gli fu commissionata da Ludovico il Moro nel 1494. È attualmente conservata a Milano nell’ex refettorio rinascimentale del convento di santa Maria delle Grazie. La scena dell’Ultima cena è ambientata in uno spazio architettonico chiuso la cui parete di fondo è aperta da tre grandi finestre in cui si intravede un accenno di paesaggio.
L’opera rappresenta il momento in cui è annunciato il tradimento a Gesù da parte di uno dei suoi discepoli. Leonardo ha rappresentato gli apostoli in gruppi di tre, ritraendo le espressioni di stupore e meraviglia dei singoli protagonisti. Per fare ciò, il grande maestro ha rintracciato questi modelli psicologici tra la gente comune. Tale precisione proviene da una ricerca accurata dell’anatomia umana.
L’iconografia cristiana del XV secolo segue un schema compositivo molto preciso, disponendo Giuda nella parte opposta al tavolo. Leonardo, invece, per la prima volta, sfida le regole del tempo, disponendo gli apostoli lungo un solo lato della tavola. Gesù è al centro della composizione e costituisce l’asse centrale della composizione e attorno alla sua figura sono disposti gli apostoli.
L’Ultima cena: il restauro
Prima di realizzare l’Ultima cena, Leonardo realizzò una serie di disegni preparatori. Nel corso degli anni ha subito molti restauri a causa del degrado della superficie pittorica. La tecnica usata da Leonardo – incompatibile con l’umidità dell’ambiente – non si rivelò particolarmente vincente. Egli, infatti, non era amante dell’affresco e scelse quindi di dipingere sul muro, così come avrebbe fatto su tela.
Non appena terminato, Leonardo si rese conto che la tecnica utilizzata si era dimostrata fallace, al punto tale che era già possibile intravedere delle piccole crepe. L’ultimo restauro – datato 1977 – durato circa un ventennio ha coinvolto un gran numero di professionisti del settore fra scienziati, critici d’arte e restauratori. Nonostante ciò, l’Ultima cena è l’opera più ammirata di tutto il Rinascimento italiano.
Bellissima iniziativa, grazie
Ha ragione, Silvana. In questo momento storico così delicato, l’arte può aiutarci a star meglio.
io prenderei volentieri un melograno
bellissima iniziativa, grazie
bellissima iniziativa, vorrei che le mie due classi di terzo liceo potessero accedere.E’ possibile?
Ottima iniziativa da ripetere anche per altri artisti.
Sì, infatti! Sarebbe molto interessante da estendere anche per altri grandi maestri.