Oggi, 31 maggio 2021, ricorre il centenario della nascita di una grande, unica ed eterea attrice italiana, Alida Valli. Forse i giovanissimi poco o per nulla conosceranno la bellezza e le grandi doti artistiche dell’attrice italiana. Proviamo a conoscere meglio le doti e le caratteristiche principali di una delle più grandi interpreti del cinema italiano.
Alida Valli, vita di un’antidiva
Alida Valli è lo pseudonimo di Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg, nasce a Pola (Croazia) il 31 maggio 1921. Nata da madre istriana, Silvia Obrekar, e da padre trentino, barone Gino Altenburger von Marckenstein und Frauenberg, appartenente a nobile famiglia di origini tirolesi.
Elegante, luminosa, chic, con uno sguardo magnetico, dotata di estrema ironia ed empatia, la Valli è stata una grande interprete, con una solida formazione di studi al centro sperimentale di cinematografia e un talento precoce.
Nel 1936 adottò il nome d’arte Valli scegliendolo, pare, dopo aver consultato a caso un elenco telefonico.
Donna di notevole espressività, è stata una delle più grandi interpreti del cinema italiano, internazionalmente riconosciuta e apprezzata, dotata inoltre di una rara bellezza e presenza scenica conferita dalla linea snella e dall’inconfondibile sguardo e colore degli occhi.
La sua bravura è stata preceduta dalla sua incantevole bellezza, che le ha permesso di recitare fin da subito sul grande schermo e, soprattutto, di ricoprire ruoli da protagonista. Tra i suoi primi film ricordiamo: Mille lire al mese (1938) e Ore 9: lezione di chimica (1941).
Attrice versatile, ha saputo farsi riconoscere dai grandi registi per le sue doti e per la sua capacità di passare alla recitazione di ruoli drammatici. Ricordiamo l’interpretazione di Luisa in Piccolo Mondo Antico (1941) di Mario Soldati.
Anche se è stata ritenuta un’attrice simbolo della cinematografia del periodo fascita, Alida Valli ha rifiutato di trasferirsi negli studi cinematografici del fascismo salodiano (il Cinevillaggio di Venezia). Rimase a Roma, dove si nascose con l’aiuto delle amiche Leonor Fini e Luciana d’Avack.
Tra il 1941 e il 1943, la Valli è impegnata con il regista Mario Mattoli. Interpreta 3 film, definiti come i film che parlano al vostro cuore: Luce nelle tenebre, Catene invisibili e Stasera niente di nuovo. In quest’ultimo film l’attrice canta la celebre canzone Ma l’amore no di Galdieri e D’Anzi. La canzone, in quel periodo, era ritenuta la canzone italiana di maggiore successo e più trasmessa dall’EIAR.
Ribelle, anticonformista, intelligente, spiritosa, schiva, indipendente, spirito libero, Alida Valli è stata musa ispiratrice di registi, non solo di un certo periodo storico ma anche in anni relativamente recenti.
Nel 1947, dopo il matrimonio e la nascita del primo figlio, interpretò Eugenia Grandet di Mario Soldati. Questo film le portò un Nastro d’argento come miglior attrice. Il premio le venne consegnato a Los Angeles dove era stata chiamata dal produttore Selznick, che intendeva farne la “Ingrid Bergman italiana” e le aveva offerto un contratto settennale.
Appartengono a questo periodo, tra gli altri: Il caso Paradine (1947) per la regia di Alfred Hitchcock, che ebbe sempre parole di grande ammirazione per l’attrice italiana e nel quale recitò accanto a Gregory Peck, Il miracolo delle campane (1948) di Irving Pichel, in cui si trovò in coppia con Frank Sinatra, e Il terzo uomo (1949) di Carol Reed, interpretato assieme a Joseph Cotten ed Orson Welles.
L’attrice non sopportò le regole che le venivano imposte dal produttore che, come è noto, voleva sempre il controllo totale dei suoi attori, e ottenne la rescissione del contratto pur a prezzo di un’ingente penale. Nel 1951 tornò in Italia e pochi anni dopo diede una delle sue migliori interpretazioni nel capolavoro di Luchino Visconti, Senso (1954).
Una donna ribelle che ha vissuto consapevolmente ogni sua scelta e ogni attimo della sua vita. Era molto legata alla sua famiglia, ai due figli Larry e Carlo, avuti dal compositore Oscar De Mejo sposato nel ’44 durante la fase hollywoodiana della sua carriera, e poi ai nipoti, in particolare Pierpaolo che ha collaborato al film e in cui Giovanna Mezzogiorno presta la voce alla nonna, scomparsa a Roma il 22 aprile 2006.
Alida Valli conservava tutto, aveva un archivio immenso storico personale e pubblico. Album fotografici, filmini amatoriali, vederli è ricordare la storia d’Italia della seconda metà del Novecento, una full immersion che spazia dal cinema in camicia nera ai capolavori di Visconti.
Era una donna unica, e come affermato dal nipote, Pierpaolo De Mejo:
Innanzitutto perché aveva sofferto molto, anche per amore, e poi perché era dotata di enorme ironia, era modernissima, una purosangue come diceva di lei Mario Soldati.
Alida Valli: omaggi e mostre a lei dedicati
Alida Valli ha lasciato, indubbiamente il segno nei cuori di chi l’ha conosciuta e ammirata nella recitazione. A Pola le è stato dedicato un cinema, Cinema Valli, che oggi trasmetterà il documentario su di lei.
In contemporanea la Cineteca di Bologna, al Cinema Lumiere, propone una maratona di cinque film Piccolo mondo antico di Mario Soldati, Strategia del ragno di Bernardo Bertolucci, Senso di Luchino Visconti, Il Terzo Uomo di Carol Reed e Alida di Verdesca.
Il 6 giugno per la settima edizione delle Giornate della Luce di Spilimbergo, in Friuli Venezia Giulia, (5 -13 giugno) a lei è dedicata la mostra “Alida Valli, Signora del Cinema“, a cura di Antonio Maraldi. La mostra sarà visitabile dal 6 al 27 giugno 2021.
Ricordiamo anche l’omaggio filatelico che le Poste Italiane hanno dedicato all’attrice. Il francobollo è stato emesso il 30 aprile 2021. Appartiene alla serie tematica le Eccellenze dello spettacolo dedicati a Giulietta Masina, Alida Valli e Nino Manfredi.
Non perdere l’occasione di conoscere la prima diva e antidiva italiana.