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Che fine hanno fatto i Ragazzi Italiani nella musica?

Che fine hanno fatto i Ragazzi Italiani nella musica? Dalla tv al silenzio, ecco cosa è successo alla boyband italiana degli anni ‘90.

Massimo 5 mesi fa Commenta! 5
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Erano ovunque: in TV, nei dischi, sulle copertine dei settimanali. Oggi, chi si ricorda dei Ragazzi Italiani? Quella boyband tutta tricolore che nei primi anni ‘90 ha fatto sognare migliaia di adolescenti sembra svanita nel nulla. Ma davvero è finita così? Oppure c’è ancora qualcosa da raccontare?

Contenuti
Gli “N Sync” all’italiana: il boom anni ’90Hit da classifica e fan in delirioChe fine hanno fatto i Ragazzi Italiani?Perché li abbiamo dimenticati?Un’eredità (pop) da rivalutare

Gli “N Sync” all’italiana: il boom anni ’90

C’è stato un momento, nel pieno degli anni ‘90, in cui i Ragazzi Italiani erano la risposta italiana alle boyband americane. Formatasi nel 1994, la band era composta da Attilio Fontana, Roberto Mangerini, Mirko Basso, Antonio Maggio (non il vincitore di X Factor, attenzione) e Francesco Capodacqua, anche se la formazione ha avuto diverse variazioni nel tempo.

Prodotti da Gianni Boncompagni, padrino dell’intrattenimento giovanile italiano, i Ragazzi Italiani fecero il loro debutto a Non è la Rai, programma cult di quegli anni. Il pubblico li adottò subito: belli, ben vestiti, capaci di cantare e ballare. E con quel tocco tutto italiano di romanticismo un po’ kitsch che funzionava alla perfezione.

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Hit da classifica e fan in delirio

Nel 1995 esce il loro primo album, Ragazzi Italiani, e conquista rapidamente il disco d’oro. Singoli come “Vero Amore”, “Chiara” e “Una ragazza, un ragazzo” rimbalzano sulle radio e nelle compilation. Un fenomeno vero, con tour, merchandise e ospitate fisse nei varietà del sabato sera.

Ma, come spesso accade, il successo delle boyband ha una scadenza. Il target adolescenziale cresce, i gusti cambiano, e i media si spostano su altri idoli. Il declino fu rapido. Dopo l’ultimo disco Per la vita che verrà (2001), il gruppo si sciolse. Senza clamore. Senza addii ufficiali. Solo silenzio.

Che fine hanno fatto i Ragazzi Italiani?

Oggi non sono più “ragazzi” e, anche se molti li danno per scomparsi, in realtà ognuno ha seguito un suo percorso artistico, spesso sorprendente.

Attilio Fontana è forse il più noto: ha avuto una solida carriera teatrale e musicale, vincendo nel 2013 il programma Tale e Quale Show. Ha recitato in musical come Jesus Christ Superstar e Hair, mostrando un talento che andava ben oltre il pop.

Mirko Basso ha scelto una via più riservata, dedicandosi alla produzione musicale e all’insegnamento. Alcuni lo ricordano anche per qualche sporadica partecipazione televisiva.

Roberto Mangerini, invece, è rimasto attivo nel circuito live e ha collaborato con altri artisti come corista e autore.

Francesco Capodacqua, entrato nella formazione in un secondo momento, è poi diventato noto per Amici di Maria De Filippi, dove ha partecipato come cantante nel 2003. Anche lui ha scelto la strada del teatro musicale.

Perché li abbiamo dimenticati?

I Ragazzi Italiani sono un caso emblematico di un certo tipo di pop italiano che ha brillato forte ma per poco. Erano parte di un’epoca in cui la televisione dettava le regole del successo, e non c’erano social network per mantenere viva l’attenzione. Quando i riflettori si sono spenti, è mancata la transizione verso una carriera “adulta”, come invece è accaduto a molte star internazionali.

E poi, va detto: la musica italiana degli anni Duemila è cambiata profondamente. I gusti sono diventati più urbani, più cantautorali, più “veri”. Lo stile patinato delle boyband è diventato quasi imbarazzante da rivendicare. Ma questo significa che devono essere cancellati? Assolutamente no.

Un’eredità (pop) da rivalutare

Forse oggi non ascolteremo Vero Amore in loop su Spotify, ma i Ragazzi Italiani hanno segnato un’epoca, come tanti altri artisti di quegli anni spesso dimenticati troppo in fretta. Erano parte di un immaginario collettivo che merita uno sguardo più affettuoso e meno giudicante.

E chissà che, nell’era dei revival, qualcuno non pensi a una reunion, anche solo per una serata nostalgia. Il talento, in fondo, non è mai andato via.

Tu te li ricordi? Avevi un poster in camera? Ti emozionavi con le loro canzoni? Raccontacelo nei commenti o su Instagram

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