Caro iCrewer, Buona Epifania!
L’Epifania è una ricorrenza cristiana, arriva 12 giorni dopo il Natale e mette fine alle feste dell’inverno, per questo avrai sentito tante volte il proverbio popolare:
L’Epifania
tutte le feste le porta via
poi arriva san Benedetto
che ne riporta un bel sacchetto.
Questa ricorrenza è strettamente legata all’arrivo dei Re Magi. Ma chi sono? Che doni portano a Gesù Bambino?
Chi erano veramente i Re Magi?
Il termine “epifania” deriva dal greco antico, verbo ἐπιφαίνω, epifàino (che significa “mi rendo manifesto”) e dal discendente sostantivo femminile ἐπιφάνεια, epifàneia, che può significare manifestazione, apparizione, venuta, presenza divina.
Nel III secolo i cristiani iniziarono a commemorare, con il termine Epifania, le manifestazioni divine di Gesù. In particolare, tra queste manifestazioni si annoverano: l’adorazione da parte dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana. Oggi con questo termine si intende invece la prima manifestazione pubblica della divinità, con la visita dei Re Magi al bambinello Gesù.
Origine del termine “magi”
I tre Re Magi sono di origine persiana, e per questo la parola magio deriva dalla traslitterazione del termine Persiano antico magūsh, titolo riferito specificamente ai sacerdoti dello Zoroastrismo.
Lo Zoroastrismo è una religione ed una filosofia diffusissima in Asia che traeva i propri insegnamenti da Zarathustra (o appunto Zoroastro). Già l’etimologia dunque aiuta a capire chi fossero e da dove potessero provenire questi personaggi. Essi erano sacerdoti e astronomi dediti al culto di Ahura Mazda. Ecco dunque il collegamento con la Stella e il perché scelsero di seguire questo astro.
In altri documenti i Magi sono indicati come Uomini Saggi, un termine arcaico per indicare i maghi o magi, con il carattere di filosofi, scienziati e personaggi importanti.
Per lo storico greco Erodoto, la parola magoi era associata a personaggi dell’aristocrazia del popolo dei Medi ed, in particolare, ai sacerdoti astronomi della religione zoroastriana, che erano anche ritenuti capaci di uccidere i demoni e ridurli in schiavitù.
Chi sono i Re Magi?
Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo.”
I nomi dei Re Magi sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Questi sono i nomi dei Re Magi diffusi nell’Occidente europea cristiano, in altri paesi sono molto diversi. In Siria i nomi dei tre Re Magi sono Larvandad, Gushnasaph e Hormisdas. Pare che i nomi dei Re Magi della nostra tradizione derivino dalla traduzione latina dell’VIII secolo di un manoscritto greco del secolo V o VI.
Melchiorre rappresenterebbe l’Europa, per le tre stelle che porta con se, Gaspare l’Asia per la sua mezzaluna e la stella e Baldassare l’Africa per il colore della sua pelle e la bandiera nera. Questa visione deriva da un’ulteriore evoluzione della tradizione, che vuole che i Magi provenissero da paesi lontani posti nei tre continenti allora noti, appunto Europa, Africa e Asia.
I tre Magi hanno anche la caratteristica di rappresentare tre età differenti, infatti Melchiorre è il più anziano, Gaspare il più giovane e Baldassare è il mezzano.
Quali sono i doni?
I tre doni che i Magi portarono al Signore hanno un grande valore simbolico ed esoterico: l’oro simboleggia la scintilla divina, l’amore, la conoscenza, la sapienza e la sapienzialità (l’oro dei filosofi o alchimisti) è infine il colore dell’ultimo grado dell’ascesa alchemica.
L’incenso è un’essenza che nei processi alchemici serve a purificare ed è tutt’ora usato nelle funzioni liturgiche cattoliche. Infine, la mirra è una sostanza resinosa utilizzata dagli egizi nei processi dell’imbalsamazione e rappresenta l’immortalità.
San Leone Magno interpreta così i doni dei Magi:
Offrono l’Incenso a Dio, la Mirra all’uomo e l’Oro al Re, venerando consapevolmente l’unione della natura divina e dell’umana perché Cristo, pur essendo nelle proprietà delle due nature, non era diviso nella potenza.
La morte e le reliquie
Marco Polo ne Il Milione dice di aver visto la tomba dei Magi nella città di Saba (parla di tre Magi) intorno al 1270.
In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente (Marco Polo Il Milione, cap. 30).
Altri sostengono che i loro resti mortali furono recuperati in India da Sant’Elena e poi portati a Costantinopoli. Si dice poi che finirono nella basilica di Sant’Eustorgio a Milano, trafugati infine da Federico il Barbarossa che li portò a Colonia. Sempre a Milano tornarono nei primi anni del 900 alcune reliquie esposte di fianco al sarcofago di pietra con l’iscrizione Sepulcrum Trium Magorum.
Epifania: chi è la Befana e cosa c’entra con i Magi
E la Befana? Il nome befana è una storpiatura del termine Epifania, ma la figura della vecchina che vien di notte con le scarpe tutte rotte, appartiene ad un’altra tradizione. Si tratta di una figura popolare tipicamente italiana, che affonda le sue radici nei riti propiziatori pagani legati al solstizio d’inverno e al raccolto dell’anno nuovo.
Esiste però una leggenda che lega la Befana ai Magi: diretti a Betlemme, i Magi avrebbero chiesto informazioni a un’anziana, incontrata lungo la strada. La donna, che si rifiutò di seguirli, si pentì poi della decisione presa. Partì quindi con un cestino di dolci e, fermandosi a bussare a ogni porta in cerca di Gesù, regalò dei doni a ogni bambino che incontrò.
Da allora la Befana girerebbe il mondo, regalando dolci a chi è stato buono, o carbone. E infilando i doni nelle calze vicino al camino o appese per la casa.
Caro iCrewer ti lascio una poesia di Gabriele D’Annunzio dedicata ai Re Magi e al loro viaggio per portare i doni al Bambinello:
Una luce vermiglia
risplende ne la pia notte
e si spande via
per miglia e miglia.
“O nova meraviglia!
O fiore di Maria!”.
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano, tra il fischiare del vento
per le forre,
i biondi angeli in coro:
ed ecco Baldassarre
e Gaspare e Melchiorre
con mirra, incenso e oro.