Cibo è il nome d’arte di Pier Paolo Spinazzè, veronese e di mestiere fa lo street artist, conosciuto anche all’Estero. La sua firma è riconoscibile grazie ai suoi lavori, in cui i piatti del nostro Paese sono l’elemento protagonista. Il suo scopo d’artista è quello di ripulire tutti i muri della città di Verona e non solo, in cui compaiono scritte o elementi che riportano all’odio, al razzismo e alla violenza. Una vera e propria missione sociale, nata da esperienze personali e trasformatasi in un ideale di vita.
Cibo, i motivi della sua arte
Classe 1982, l’artista, dopo una brutta esperienza razzista che portò all’uccisione di un suo amico, ha deciso di dedicare la sua vita nel combattere atti di violenza attraverso i suoi lavori. Non disegna su muri vuoti, ma va a coprire alcuni graffiti che rappresentano odio, con il cibo italiano. Ad esempio il suo primo murales è un’immagine di una salsiccia viennese. Mozzarelle, piatti di pasta, formaggi, pizza e pomodori, segni riconoscibili di “Cibo”. Curioso è quando lavora, infatti, indossa un cappello di paglia e una collana realizzata con salsicce di stoffa.
Alla base c’è una radicale posizione politica, è indubbio, ma il suo slogan è universale:
“L’odio e la paura vanno combattuti con la cultura”
Un lavoro di squadra grazie ai suoi followers
Sui social, l’artista da anni è molto seguito, con 370 mila followers. Molti dei suoi seguaci, avvisano Pier Paolo Spinazzè, di alcuni murales o scritte violente, per poter correre ai ripari nel breve tempo possibile. Ad esempio nel novembre 2021, un follower lo informò di alcune scritte alla periferia di Verona e in 15 minuti ci dipinse sopra una pizza margherita e un’insalata caprese.
I tortellini di zucca rappresentano un elemento ricorrente nella sua arte, un simbolo riconoscibile della sua lotta contro la violenza.
“Non faccio politica ma un’azione semplice, di decoro perché amo il mio Paese e penso che le città siano dei grandi muse e per questo voglio che siano belle. Ho ricevuto, anche, molte minacce ma non mi fermano, anzi mi stanno motivando sempre di più, perché l’odio e la paura vanno combattuti con la cultura” (Cibo, fonte Artribune)
Il cibo, simbolo di gioia e felicità
Pier Paolo Spinazzè, non ha scelto a caso di usare un elemento così apprezzato e alla base della sopravvivenza dell’essere umano.
Oltretutto, l’artista ha lavorato per molti anni nel mondo della ristorazione, studiando e specializzandosi nel disegno industriale del prodotto. Sfruttando la nostra cucina con un pizzico di ironia, lo street artist ha avviato questo grande progetto, che tutti possiamo sostenere aiutandolo nel nostro piccolo a realizzare piatti iconici sui muri, combattendo un grande ostacolo ancora esistente, che è quello della violenza.