Riguarda un ciondolo d’avorio, la sensazionale notizia che sta tenendo banco sulla stampa internazionale, di settore e non.
Risale a 41 mila anni fa ed è stato creato partendo dalle zanne di un Mammuth.
Scoperta sensazionale quanto misteriosa poichè i contorni della vicenda non sono del tutto chiari, ovvero, i termini del ritrovamento lo sono eccome ci mancherebbe ma trattandosi di un reperto databile ben 41 mila anni fa, va da sé che qualche cono d’ombra è fisiologico che ci sia.
Il prezioso manufatto ornamentale è al momento il più antico gioiello ritrovato in eurasisa e già questo ha del sensazionale, un primato che apre molte piste d’approfondimento.
Il ciondolo d’avorio in questione è stato individuato nella grotta di Stajnia nel sud della Polonia.
Un ritrovamento epocale l’hanno definito gli esperti dato che svela un mistero finora rimasto nell’incertezza poichè carente di fonti e cioè per la prima volta permette di datare con più certezza il periodo storico in cui si diffusero per la prima volta nella storia dell’uomo i manufatti ornamentali.
Con il ritrovamento di questo ciondolo d’avorio si riesce a retrodatare di circa duemila anni la diffusione dell’arte decorativa in Europa, passaggio fondamentale ed imprescindibile di cui si dovrà tener conto d’ora in avanti nell’affrontare argomentazioni in qualche modo ricollegabili a tale importantissima scoperta archeologica.
E’ un ciondolo d’avorio a svelare la storia dell’uomo europeo
Nelle fattezze, il ciondolo d’avorio presenta un’importante lavorazione, segno tangibile dell corposo intervento manuale impresso sulla zanna di Mammuth; esso infatti è decorato con 50 punti, il cui insieme delinea una curva.
Al fine di avere una datazione dell’oggetto quanto più precisa possibile, si è proceduto prelevare dal reperto, minuscole quantità di collagene dall’avorio di cui è formato il monile.
Tali campioni opportunamente repertati sono stati inviati contemporaneamente in più laboratori così da avere un ampio termine di paragone tra gli stessi risultati.
La risposta di tutti i laboratori di ricerca a cui sono stati inviati i campioni del reperto, hanno dato come risposta che il ciondolo d’avorio è verosimilmente databile per ciò che concerne la sua realizzazione a circa 41.500 anni fa.
Il team di ricercatori archeologi che ha portato alla luce il ciondolo d’avorio più antico d’Europa è stato guidato dalla Dr.ssa Sahra Talamo ha partecipato la notizia del ritrovamento direttamente con tanta meritata soddisfazione da parte di tutti poichè insperato premio per l’innegabile e straordinaria dedizione per un mestiere così complesso come quello dell’archeologo.
La scoperta non è in questa circostanza non è avvenuta per caso ma dietro di essa c’è uno studio approfondito su una serie di elementi che hanno poi portato al sensazionale ritrovamento.
Wioletta Nowaczewska dell’Università di Wroclaw, co-autrice dello studio che ha portato alla scoperta del ciondolo d’avorio più antico d’Europa così si è espressa:
Questo gioiello mostra la grande creatività e le straordinarie abilità manuali dei membri del gruppo di Homo sapiens che vivevano nel sito
Ritrovamenti preistorici che testimoniano segnali evidenti di attività artistiche degli uomini preistoirici ce ne sono in Europa ma prima di questo ritrovamento si riteneva senza ancora possibilità di smentita che l’intera Polonia fosse rimasta deserta per migliaia di anni dopo il declino dei Neanderthal mail ciondolo d’avorio però sovverte tutto questo.
Andrea Picin, dell’Istituto di Evoluzione e Antropologia di Lipsia, afferma inoltre a tal proposito:
L’età del ciondolo d’avorio e del punteruolo trovato nella grotta dimostra finalmente che la dispersione dell’Homo sapiens in Polonia è avvenuta già nell’Europa centrale e occidentale. Attraverso l’utilizzo dei più recenti progressi metodologici nella datazione al radiocarbonio, è possibile con una piccola quantità di campionamento, ottenere date altamente precise con un intervallo di errore molto piccolo, conclude entusiasta Talamo.